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Silvano Montaldo – Patria e affari. Tommaso Villa e la costruzione del consenso tra unità e grande guerra – 1999

Silvano Montaldo
Carocci, Roma

Anno di pubblicazione: 1999

Giovane studioso torinese, Silvano Montaldo si è già segnalato per una serie di lavori a metà tra la prosopografia politica e la storia sociale, con particolare attenzione per il Piemonte in età liberale. Il lavoro su Patria e affari, ospitato nella collana del comitato torinese dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, va nella stessa direzione. Centrato sulla figura di Tommaso Villa, il libro cerca ambiziosamente di ricostruire la trama del progetto delle classi dirigenti di “nazionalizzare” le lower middle classes e i ceti medi italiani nel periodo tra l’unificazione e la prima guerra mondiale. La struttura del volume copre tutti i luoghi del processo di nazionalizzazione che la più recente storiografia ha reso “canonici”. Il libro di Silvano Montaldo è fondato su un’ampia documentazione raccolta in numerosi archivi, su un largo impiego della memorialistica coeva ed è sostenuto da una vasta letteratura storiografica. Sono però le carte dell’archivio di Tommaso Villa, in cui sono documentati tanto le attività politiche che gli interessi professionali, che forniscono il materiale principale per la realizzazione del libro. Sono, infatti, l’instancabile attività politico-professionale di Villa – massone, avvocato, deputato dal 1865 al 1909 e poi senatore, presidente della Camera, ministro dell’Interno e della Giustizia -, le innumerevoli iniziative in cui è impegnato, tanto a Torino che nello spazio più ampio delle istituzioni nazionali, ad offrire all’a. non solo la parte più consistente della sua documentazione, ma il filo rosso che percorre l’intero lavoro. Ricostruendo l’attività di Villa, l’esposizione si snoda in una serie di capitoli dedicati rispettivamente al rapporto tra avvocati, magistrati, politica e istituzioni, agli sforzi per la costruzione di una identità laica che passa attraverso il rinnovamento degli ordini cavallereschi, il sostegno alla causa del divorzio e delle società di cremazione; al ruolo giocato da istituzioni filantropiche o mutualistiche; da ultimo alla organizzazione, nel 1884, della Esposizione generale di Torino in forme capaci di rafforzare i legami tra spirito risorgimentale, modernizzazione e istituzioni monarchiche. Efficace nel ricostruire negli atteggiamenti, nelle strategie, nelle battaglie di Villa alcuni dei tratti e delle contraddizioni tipici della cultura politica della sinistra storica, il libro soffre contemporaneamente la dimensione un po’ scolastica dell’impianto e una certa angustia delle domande storiografiche sottese. Molti elementi, sacrificati alla logica del grande schema, non vengono valorizzati quanto avrebbero meritato. L’attività di avvocato di Villa, ad esempio, stretta nello schema clientele, potere politico, capacità di intervento nelle carriere dei magistrati, manipolazione delle sentenze o dei percorsi giudiziari, rimane in realtà in un cono d’ombra.

Giovanni Montroni