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Silvia Cavicchioli, Sabina Cerato e Silvano Montaldo – Fare l’Italia. I dieci anni che prepararono l’unificazione – 2002

Silvia Cavicchioli, Sabina Cerato e Silvano Montaldo
Roma, Carocci, pp. 119, euro 12,70

Anno di pubblicazione: 2002

Sull’agile volumetto vorrei fare alcune considerazioni editoriali. Pubblicato nell’ambito di diverse iniziative assunte dalla regione Piemonte e dalla città e provincia di Torino per i 150 anni dell’unità d’Italia nell’arco di anni che ci separano da quella data (2011), il volume è finanziato dal Comitato sorto per l’occasione nel capoluogo piemontese e dalla Provincia. Esso perciò ha, opportunamente, intenti divulgativi, adatto alle scuole e a fornire ai giovani occasione di facile accesso, conoscenza e riflessione sul controverso cammino che ha creato l’Italia come nazione politica. È apprezzabile quindi l’impegno degli enti pubblici a sostegno di iniziative con finalità educative. Auspicherei, ma il regime editoriale non lascia grandi spazi, che altre imprese potessero cimentarsi in tale impegno, facendo per l’occasione una vasta opera divulgativa di qualità, in grado di realizzare un’azione di promozione culturale. Se qualche editore, mettendosi alla prova come imprenditore, agisse in tal senso, ne deriverebbe un arricchimento del dibattito storiografico e si verificherebbe la capacità degli storici di professione di porsi all’altezza di tale impegno.
Nel merito: l’dea di esporre un’età contrastata, il ?decennio di preparazione? (1852-61), in sequenza cronologica, è un buon espediente narrativo scelto dagli autori per mettere in risalto l’evento centrale che anno dopo anno ha segnato il non scontato processo con cui lo stato sabaudo assunse il ruolo di guida del movimento nazionale, non solo moderato. Il racconto ruota intorno alla figura e all’opera di Cavour, né poteva essere altrimenti, e dopo il suo avvento alla guida del governo (1852) di Silvia Cavicchioli, assegnista di ricerca presso la Facoltà di Lettere di Torino e collaboratrice del Museo Nazionale del Risorgimento, Silvano Montaldo illustra in due intensi capitoli l’opera del grande ministro nel 1853-54, la ?modernizzazione a tappe forzate? dello Stato sabaudo, il suo inserimento nelle dinamiche internazionali sorte dalla crisi degli equilibri del congresso di Vienna. Montaldo chiude il volume con due capitoli dedicati al 1860, ?anno rivoluzionario?, e al 1861 e agli sforzi di Cavour per organizzare il sistema politico italiano, incompiuti dall’improvvida morte del conte. Insomma un insieme di eventi all’origine di un intenso dibattito, ancora aperto, circa i caratteri dello stato nazionale. La Cavicchioli riprende il discorso soffermandosi sulla affermazione in Piemonte della linea cavouriana (1855), e sulla sua evoluzione nell’alleanza di forze nazionali del 1857 e con la Società Nazionale. La Cerato, borsista del premio per gli studi storici sul Piemonte dell’Ottocento e del Novecento e collaboratrice del Museo Nazionale del Risorgimento, in due capitoli descrive la politica estera cavouriana, tra il 1856 (congresso di Parigi) e la guerra all’Austria (1859). Così si compie il ?decennio?. Insomma sono tre i filoni: politica interna (Cavicchioli); impatto dell’azione cavouriana sulla società civile e politica (Montaldo); politica internazionale (Cerato). I piani di discorso, come spesso avviene in queste esperienze, non riescono sempre a darci una sicura chiave di lettura. Ma non è detto che questo sia un limite.

Sergio La Salvia