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Silvia Spinoso – La lobby delle donne: legge Merlin e CIDD. Un modo diverso di fare politica – 2005

Silvia Spinoso
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 244, euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2005

L’autrice presenta un’accurata e partecipata ricostruzione dell’organizzazione e dell’attività del Centro italiano di difesa della donna. L’associazione nasce nel 1950, a sostegno del progetto di legge della senatrice Merlin; a legge approvata, convinta che la prostituzione sia un male sociale da rimuovere, s’impegna per il reinserimento delle ex prostitute e contro i ripetuti tentativi, anche in sede parlamentare, di reintrodurre luoghi e regolamenti statali per la prostituzione. La pubblicazione è stata promossa dall’Istituto ?Luigi Sturzo?, che ha messo a disposizione dell’autrice le carte del CIDD (riunioni del Consiglio e assemblee delle socie, atti dei convegni, corsi d’aggiornamento per il personale professionale). Parte di questo materiale è riportata nell’ampia appendice, che contiene anche dati su strutture e attività dell’associazione, interviste a dirigenti e operatrici.
Socie fondatrici del CIDD sono parlamentari socialiste (Rina Merlin), e democristiane (Maria Der Unterrichter Jervolino, Angela Cingolani Guidi e Pia Colini Lombardi). Attorno a loro si raccoglie un gruppo di signore provenienti dall’alta borghesia e dall’aristocrazia, quasi tutte laureate, spesso con esperienze all’estero, e in grado di sviluppare relazioni politiche, istituzionali e sociali rilevanti. Non meno importante per il successo del CIDD è la militanza delle socie in partiti e associazioni a essi collegate, soprattutto cattoliche (CIF, FUCI, Azione cattolica). Tale rete di rapporti favorisce il sostegno pubblico al CIDD, che riceve un finanziamento annuale del ministero degli Interni e gode della collaborazione di questure e prefetture. Non meno significativo è l’appoggio, anche finanziario, del Vaticano.
Il maggior interesse del volume sta nella ricostruzione dell’attività operativa del CIDD, la cui esecuzione è affidata all’équipe tecnica formata da assistenti sociali, istruttrici dei laboratori-scuola e direttrici delle case di patronato, per la cui preparazione l’associazione si vale delle prime scuole di servizio sociale. Il CIDD diventa così luogo di formazione di professionalità femminili sul terreno dell’assistenza, che non erano nate in Italia, a differenza degli altri paesi occidentali, negli anni tra le due guerre mondiali. Più difficile risulta l’inserimento lavorativo delle ex prostitute. L’autrice individua nella riforma regionalista, con il decentramento delle competenze assistenziali, la causa del drastico ridimensionamento del ruolo del CIDD. Riteniamo che il mutato rapporto del Vaticano e dell’associazionismo cattolico con la DC abbia avuto un’importanza maggiore di quanto non rilevi l’autrice, che ci pare anche sottovalutare il ruolo di movimenti come il Comitato per i diritti civili delle prostitute, nato nel 1982, che ribalta l’impostazione del problema, chiedendo per le prostitute pieni diritti di cittadinanza. D’altra parte, non ci sarebbe parsa inutile una maggiore considerazione per le attività ?sociali? del femminismo d’inizio Novecento, comprese quelle per il reinserimento delle ex prostitute: valga per tutte l’esperienza delle socialiste milanesi con l’Asilo Mariuccia per le minorenni ?pericolanti?.

Laura Savelli