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Silvio Pons (a cura di) – Novecento italiano. Studi in ricordo di Franco De Felice – 2000

Silvio Pons (a cura di)
Carocci, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Il volume raccoglie i risultati di un convegno organizzato dall’Istituto Gramsci per ricordare Franco De Felice. I diciannove contributi vertono sulle scelte e interpretazioni storiografiche di De Felice, o su temi che hanno attratto il suo impegno di studioso di storia e di intellettuale comunista italiano e sono raggruppati in tre sezioni: 1) questioni della storia d’Italia, 2) Gramsci e Togliatti, 3) l’Italia repubblicana e il Pci. Fra gli aspetti dell’opera di De Felice che vengono analizzati e discussi, o che offrono lo spunto a elaborazioni autonome dei diversi autori, c’è anzitutto la defeliciana rilettura e reinterpretazione di Gramsci, in particolare quella di americanismo e fordismo, degli anni settanta, e quella degli scritti sulla questione meridionale, che fin dagli anni sessanta De Felice sottrasse al filone della tradizione meridionalistica prefascista. E c’è la riflessione sui grandi temi del trasformismo e della “rivoluzione passiva” che si ripresenta, al di là del contesto storico per cui Gramsci li elaborò, a proposito dei momenti di svolta della storia repubblicana (il centro-sinistra, la “solidarietà democratica”).
Accanto a Gramsci, Togliatti: l’originalità della sua elaborazione, irriducibile alla cultura politica della Terza Internazionale, la sua analisi del carattere di massa del fascismo, la valenza dell’antifascismo e le “vie nazionali”, la genialità della strategia togliattiana nel dopoguerra, ma anche i limiti e i nodi irrisolti che essa lasciò in eredità ai gruppi dirigenti del Pci. Infine, ampio spazio viene dato alle due categorie correlate di “doppia lealtà” e “doppio stato”, elaborate da De Felice per ldella crisi dello Stato e della società nazionale nell’Italia di fine secolo, a partire dalla riflessione sulla fallimentare esperienza della solidarietà democratica. Nel complesso, qui c’è, più che il Novecento italiano, la cultura storiografica italiana degli ultimi quarant’anni, particolarmente quella legata alla tradizione culturale del Pci e impegnata a promuoverne il rinnovamento (non sempre con successo, come mostrano alcune pagine di Bidussa). Ripetutamente viene ricordato quanto al rinnovamento della storiografia italiana abbiano concorso le imprese di traduzione dell’editore De Donato promosse da De Felice. Ma non mancano nel volume anche pagine che propongono questioni di storia più che di storiografia: pregevoli, per esempio, quelle dedicate da Spagnolo alle origini della Cassa per il Mezzogiorno. Come la maggior parte dei libri nati da occasioni consimili, questo è un libro per specialisti di specialisti, costretti per giunta a eccesso di sintesi dall’alto numero dei contributi. La leggibilità ne risente; diventa inoltre inevitabile, da un contributo all’altro, una certa ripetitività.

Carla Forti