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Simona Merlo – All’ombra delle cupole d’oro. La Chiesa di Kiev da Nicola II a Stalin (1905-1939), prefazione di Roberto Morozzo della Rocca – 2005

Simona Merlo
Milano, Guerini e Associati, pp. 443, euro 29,50

Anno di pubblicazione: 2005

Il libro di Simona Merlo, sulla base di uno spoglio accurato delle fonti archivistiche disponibili e del confronto con la letteratura storiografica, costituisce un arricchimento per la conoscenza storica delle vicende della Chiesa ortodossa negli anni della crisi dell’Impero zarista e nei primi decenni dello Stato sovietico.
All’ombra delle cupole d’oro, ricostruisce le vicende di una Chiesa ortodossa locale, quella di Kiev, lungo un itinerario travagliato tra tornanti decisivi della storia contemporanea. Sebbene fosse lontana dai centri della vita politico-religiosa dell’Impero, Kiev restava un centro ortodosso di primo piano. La città, infatti, era un riferimento da un punto di vista culturale, grazie alla presenza dell’Accademia teologica, cui l’autrice del volume dedica pagine interessanti. Ma lo era anche, e forse di più, per il vissuto religioso dell’ortodossia russa. Kiev, luogo del battesimo dell’antica Rus’, era una città-santuario ? come emerge bene dalle pagine del libro ? meta di pellegrinaggi da tutto l’Impero. Questa cifra simbolico-religiosa costituisce una chiave interpretativa rilevante della vicenda narrata da Simona Merlo.
Il libro è come un’opera il cui impianto è costruito su due grandi atti, con un intermezzo turbinoso che si presenta come una cesura, che non impedisce però di rintracciare i fili di congiunzione tra le vicende, piuttosto diverse tra loro, dei due atti. La crisi finale dell’Impero zarista dal 1905 fino al 1917 è lo sfondo del primo atto, durante il quale è ricostruito nei suoi diversi aspetti l’impatto degli avvenimenti politico-culturali sul ricco tessuto ecclesiale kieviano. Gli eventi rivoluzionari del 1917 danno inizio all’intermezzo, durante il quale a Kiev s’impone con forza all’ordine del giorno della vita ecclesiale la questione nazionale ucraina, che provoca una serie di conflitti all’interno della Chiesa. È merito del lavoro di Merlo un’analisi delle dinamiche politico-ecclesiali che non risulta essere prigioniera delle polemiche nazionali che hanno influenzato gli studi dei ricercatori ucraini e russi negli anni Novanta. Il secondo atto ha come trama di fondo l’applicazione in Ucraina e a Kiev da parte del potere sovietico delle misure di politica antireligiosa già introdotte nel resto del paese. Dalle pagine del libro emergono anche la resistenza dei credenti e la vivacità della vita ecclesiale, di cui le fraternità raccolte attorno alle figure di grande spessore dell’archimandrita Spiridon (Kisljakov) e di padre Anatolij ?urakovskij sono espressioni significative.
La ?grande svolta? staliniana del 1929 fu l’inizio di un decennio di repressioni cruente in tutta l’Unione Sovietica. Da una parte la carestia, dall’altra il terrore colpirono anche la vita della Chiesa ortodossa in Ucraina e a Kiev. Al momento in cui cala il sipario sulla scena della vicenda ricostruita nel libro, nel 1939, ?in tutto il territorio della Repubblica ucraina restava in attività soltanto il 3 per cento delle chiese funzionanti prima della rivoluzione? (p. 428).

Adriano Roccucci