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Simone Neri Serneri – Incorporare la natura. Storie ambientali del Novecento – 2005

Simone Neri Serneri
Roma, Carocci, pp. 335, euro 24,20

Anno di pubblicazione: 2005

Simone Neri Serneri, docente presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Siena, è tra i pochi storici contemporaneisti italiani a essersi occupato con continuità, negli ultimi anni, dei temi legati alla storia delle trasformazioni ambientali e della loro percezione sociale. Questo libro ? costruito su una serie di capitoli corrispondenti, per la maggior parte, ad altrettanti studi editi tra il 1993 e il 2005 ? costituisce, dunque, di tale continuità di percorso, uno specchio e, insieme, un momento di sintesi utilmente offerto a un ambito di riflessione ancora in gran parte da esplorare.
Aperto da un ampio ?prologo? di ricognizione sul rapporto tra storici e ambiente nella storiografia italiana e internazionale del secondo dopoguerra (precorritrici le «Annales»), e sul significato stesso da attribuire a tale relazione, il volume è articolato in due parti: una relativa all’uso delle risorse nei processi di ?modernizzazione? che attraversano l’Europa, e l’Italia in particolare, tra Ottocento e Novecento; l’altra alle politiche culturali e di governo del territorio che con siffatti problemi si sono via via venute confrontando fino agli anni a noi più recenti. Centro dell’attenzione, dunque, la ?formazione della società urbana e industriale, nella convinzione che questa trasformazione epocale abbia radicalmente mutato tutti i precedenti assetti di interazione tra sistema sociale ed ecosistemi? (pp. 37-38). E, in tal senso, quell’inedito processo ?di incorporazione della natura? che costituisce la peculiarità dell’età contemporanea in termini ambientali.
Tra i fili conduttori delle ?nuove modalità di incorporazione sociale delle risorse naturali? (p. 126), la costruzione del sistema infrastrutturale e, al suo interno, da un lato l’uso del suolo, progressivamente differenziato in modo totalizzante, dall’altro ? protagonista essenziale della storia dell’industrializzazione e del territorio in Italia ? il ?governo delle acque?. Un problema, quest’ultimo, che attraversa tutto il volume divenendo osservatorio privilegiato di scansioni cronologiche, scelte legislative, soluzioni tecniche e soggetti di un più complessivo cammino e di una costante, difficile dialettica tra centro e periferia.
L’analisi, che ha il pregio di procedere argomentando, con ricchezza di dati e riferimenti documentari, tra questioni di merito e a fondo specifici (con speciale attenzione al caso della Toscana), si conclude con due vaste rassegne sulla storia dell’ambientalismo ?moderno? (p. 278) e i movimenti che lo hanno espresso e rappresentato. In particolare l’ultimo saggio ? il cui titolo può forse essere inteso a dedica del volume stesso (Le generazioni che verranno) ? costituisce una ricognizione pregnante su un percorso ormai assai più che secolare, che non ci racconta semplicemente una sommatoria di ?emergenze? e di scelte per affrontarle, ma piuttosto il modificarsi profondo della nostra sensibilità collettiva: da un’attenzione per la natura e le sue potenzialità in chiave tutta produttiva e antropocentrica, alla consapevolezza nuova dell’improrogabile necessità di immaginare uno sviluppo globalmente ?sostenibile?.

Lidia Piccioni