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Stanislao G. Pugliese – Carlo Rosselli. Socialista eretico ed esule antifascista. 1899-1937 – 2001

Stanislao G. Pugliese
Torino, Bollati Boringhieri, pp. XV-289, ill., euro 46,48

Anno di pubblicazione: 2001

Di Carlo Rosselli molto sappiamo, ma una biografia scientifica ancora manca, dopo un primo e ormai lontano volume di Nicola Tranfaglia (1968), esordio di un lavoro biografico lasciato a mezzo, e a cui saggi e interventi successivi, pur arricchendo il quadro, non hanno certo completato il percorso intellettuale e politico di colui che per la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica è (ammesso che non sia sconosciuto del tutto) soltanto un nome di una strada cittadina, di solito in accoppiata con Nello sotto la dicitura ?Fratelli Rosselli?.
Non soddisfacevano il bisogno di una ricostruzione ampia e documentata della pur breve esistenza di questo intellettuale votatosi alla politica, alla lotta e alla rivoluzione, l’affettuosa Vita di Carlo Rosselli scritta da un compagno, il torinese Aldo Garosci, apparsa nell’immediato dopoguerra; né la recente biografia familiare di Giuseppe Fiori, efficace esempio di storia divulgativa. L’arrivo ora in libreria del volume rilegato con sovracoperta e corredo illustrativo firmato da uno studioso americano dalle evidenti origini italiane, Stanislao Pugliese, vale piuttosto a illudere il lettore che a soddisfarlo. Nell’insieme, il libro è adatto prevalentemente a un pubblico straniero, che ignori tutto sia di Rosselli e del suo mondo, sia della stessa Italia ed Europa dell’epoca. L’editore, lodevolmente, ha cercato di adattare al lettore italiano l’originale, con fatica che si sospetta improba del curatore. Del resto il sospetto diventa certezza ove ci si prenda la briga di andare a gettare un’occhiata all’originale americano (1999), farcito di errori piccoli e grandi. Nell’edizione italiana sono comunque rimaste, con qualche svista, molte delle ingenuità tipiche di una storia ridotta ad un racconto elementare. Ciononostante il libro conserva una sua modesta utilità, pur in un impianto discutibile, in cui il filo cronologico si annoda in modo spesso poco limpido con innesti tematici: è un’onesta, ancorché banale, esposizione delle opere e, soprattutto, dei pensieri di Rosselli, condotta esclusivamente sulla letteratura secondaria e sui testi. Il personaggio di Carlo, un mattatore della lotta politica antifascista, emerge nella sua baldanza, nel suo coraggio, nella sua voglia di fare: in tal senso per un uomo per il quale l’azione contò più della teoria appare incongruo un saggio che privilegia la seconda sulla prima, anche per la complessiva modestia della elaborazione teorica rosselliana. Elaborazione che (come ricordano sia l’autore sia, nella Prefazione, John Rosselli, figlio di Carlo, morto poco prima che il libro vedesse la luce) è stata oggetto di innumerevoli appropriazioni: perlopiù all’insegna di un riformismo moderato e quietistico. L’autore calca la mano sul Rosselli ?eretico? in molti ambiti: nel socialismo, in primo luogo, ma anche in seno al liberalismo, alla democrazia e persino al mondo ebraico da cui la sua famiglia proveniva. E la sua eresia lo tenne in posizione di sostanziale solitudine: ?un profeta che predicava nel deserto, udito ma non ascoltato? (p. 228).

Angelo D’Orsi