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Stefania Bartoloni (a cura di) – A volto scoperto. Donne e diritti umani – 2002

Stefania Bartoloni (a cura di)
Roma, Manifestolibri, pp. 204, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro raccoglie i contributi presentati al convegno organizzato dalla Società delle Storiche nel 1999 in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Si tratta del primo tentativo di avviare una riflessione storica, oltre che politica, giuridica e filosofica, su un rapporto ? quello fra donne e diritti umani ? complesso e contraddittorio, segnato fin dall’inizio da tensioni fra richiesta dell’uguaglianza e affermazione della differenza, da processi di rimozione della specificità della condizione femminile, seppure sotto il manto dell’universalismo, e da conflitti sulla definizione stessa del concetto di diritti umani. Si deve all’impegno delle donne se la definizione di ?diritto umano? si è ampliata fino a includere ambiti che si ritenevano fossero propri della sfera privata (la tutela contro le violenze e discriminazioni consumate nella sfera familiare ad esempio). Già all’inizio dell’800 le abolizioniste americane, come le due sorelle Angelina e Sarah Grimkè, avevano affermato che il non riconoscimento delle donne come soggetti titolari di diritti ? di tutti i diritti ? rappresentava una violazione dei diritti umani. E d’altra parte, come sostiene Vezzosi nel suo intervento, la riflessione femminista non solo ha scardinato la teoria di Marshall circa un percorso lineare che vede prima l’acquisizione dei diritti civili, poi di quelli politici e infine dei diritti sociali, ma anche l’idea di una separazione fra diritti civili e politici da un lato e diritti sociali, economici e culturali dall’altro.
Analisi storica, quindi, che si intreccia e acquista nuovo significato con la presentazione di una serie di case study su specifici contesti internazionali. Ai saggi di Bartoloni e Vezzosi che danno un quadro esauriente del processo storico attraverso il quale si è costruito il rapporto genere-diritti umani, soprattutto in riferimento alle politiche adottate dalle Nazioni Unite, si affiancano quindi il contributo di Scoppa sulla discrasia fra i contenuti dei documenti emanati dalla comunità internazionale e la loro applicazione concreta (o meglio la loro non applicazione) e quelli sulle diverse situazioni nazionali e nelle aree a più alta densità di conflitti. Interventi che raccontano esperienze personali come nel caso di ?etkovi? per la ex Jugoslavia e per certi versi anche in quello di Salvatici che ha raccolto le testimonianze di giovani profughe kosovare. O che, comunque, cercano di fare il punto su situazioni diverse, ma altrettanto problematiche per la tutela dei diritti umani, come nel caso dell’Algeria sconvolta dal fondamentalismo religioso (Sgrena), o dei regimi autoritari latino-americani degli anni Sessanta e Settanta (Stabili), in cui la denuncia delle violazioni da parte delle donne si è coniugata con l’affermazione di una ?maternità politica? come elemento di aggregazione e di pressione sul potere politico; ?madri politiche? che si ritrovano anche in un altro contesto, come quello della Cina dopo l’eccidio di Tienanmen, che Donato descrive nel suo complesso saggio sulle contraddizioni politiche, sociali ed economiche del paese. Chiude il volume il resoconto di Sgrena sul dibattito fra le associazioni di donne afghane dopo la caduta del regime dei taleban.

Raffaella Baritono