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Stefania Ecchia – Sviluppo economico e innovazioni istituzionali nel distretto di Haifa sul finire dell’Impero Ottomano (1890-1915), – 2008

Stefania Ecchia
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 404 pp., euro 40,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il libro di Stefania Ecchia apre una interessante prospettiva sulla modernizzazione e l’ingresso nell’economia internazionale di una porzione della Palestina ottomana negli ultimi decenni dell’Impero. È un saggio di storia economica che prende in considerazione un momento cruciale per l’evoluzione delle vicende ottomane, alla vigilia della prima guerra mondiale. La ricerca alla base del volume è stata condotta analizzando una tipologia di documenti che si è dimostrata utilissima, sebbene talvolta di faticosa e difficile consultazione. Si tratta di atti notarili che registravano compravendite, locazioni o controversie immobiliari, controversie sul diritto di proprietà terriere, transazioni creditizie e altro. La fatica e l’interesse della ricerca risiedono pertanto nella valorizzazione di ogni dato emerso dall’analisi del singolo documento al fine di caratterizzare il quadro complessivo della vita economica della regione.Ne emerge uno studio complesso, in cui risulta interessante la rilevanza, in un’area periferica, delle riforme che il governo centrale ottomano andava realizzando con non poche difficoltà e resistenze. Anche Haifa risentiva degli effetti di tale processo. Anzi, la studiosa mette in luce come la cittadina mediorientale in questi anni diventi una sede privilegiata di scambi e di contatti tra la Palestina e l’ euro pa. Non è un caso, né una singolarità di quest’area, il fatto che tra i protagonisti più attivi e intraprendenti di questo attivismo economico vi siano i cristiani arabi. Tra ’800 e ’900, la comunità arabo-cristiana mediorientale emerge come un fattore propulsivo in campo economico, ma anche culturale e letterario, non solo in Palestina, ma in tutto il mashreq, dalla regione siro-libanese fino all’Egitto. Ecchia non manca di segnalare, laddove necessario, i collegamenti tra ciò che avveniva nella regione di Haifa e le dinamiche economiche e politiche principali che coinvolgevano l’intera area ottomana, con particolare riguardo alla regione siro-libanese. Nel libro, naturalmente, si evidenzia anche la crescente attività economica che vide come protagonisti gli ebrei della prima e seconda aliyà. Lo sviluppo dell’attività agricola sionista, sostiene l’a., va sempre considerato alla luce del suo significato politico e ideologico e dell’obiettivo di costituire uno Stato ebraico. La studiosa conclude la sua indagine sostenendo che l’integrazione del distretto di Haifa nell’economia mondiale può essere considerata un paradigma per tutto l’Impero Ottomano nella sua fase di modernizzazione e di integrazione nel sistema dell’economia-mondo.

Paola Pizzo