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Stefano Solimano – Il letto di Procuste. Diritto e politica nella formazione del Codice civile unitario. I progetti Cassinis (1860-1861) – 2003

Stefano Solimano
Milano, Giuffrè, pp. 449, euro 33,00

Anno di pubblicazione: 2003

Le vicende della lotta per la nuova codificazione civile fra il 1859 e il 1865 sono state riassunte dalla storiografica schematicamente in questi termini. In una prima fase, quella del primo progetto Cassinis, prevale l’orientamento di una revisione più o meno generale del Codice albertino. Segue poi il progetto Miglietti, con il recupero deciso del modello napoleonico, quantunque attraverso l’innesto di istituti tipici degli antichi Stati della penisola. Da ultimo, lo scontro si svolge, guardasigilli Pisanelli, tra la Camera intenzionata a correggere in senso progressivo il progetto del governo e un Senato maggiormente compreso delle ragioni della conservazione.
Con questo volume Solimano ci obbliga a rimettere in discussione questa consolidata ricostruzione. Seguendo in presa diretta il processo di formazione del primo progetto Cassinis, attraverso lo spoglio di tutti i documenti ufficiali conservati (compresi molti archivi personali dei diretti protagonisti di queste vicende), l’autore ci viene a indicare l’assoluta centralità di questa prima fase della codificazione. Basti riflettere che ad una lettura un tantino più circostanziata il progetto presentato alla Camera nel 1861 contiene tutte quelle innovazioni che la storiografia successiva considererà elementi distintivi e connotanti del Codice del 1865: ad esempio, riconoscimento delle persone giuridiche, introduzione del matrimonio civile, abolizione del favor agnationis, temperamento della patria potestà, miglioramento della condizione successoria del coniuge superstite e del figlio naturale. Come è stato possibile questo vistoso equivoco?
La ricerca di Solimano è tutta giocata sul gioco dialettico tra classe politica e ceto dei giuristi. È vero infatti che i ceti dirigenti subalpini auspicano un processo di unificazione legislativa ?a vapore?, privilegiando in tutte le varie commissioni incaricate del problema a partire dal 1859 i subalpini, per di più scelti sulla base della loro fedeltà annessionistica, piuttosto che per le loro capacità tecniche. È vero anche che gli stessi mettono a tacere quei consessi ? è il caso della Commissione legislativa dell’Emilia istituita da Farini, i cui lavori in realtà incideranno profondamente negli articolati del progetto Cassinis ? che sembrano privilegiare altre logiche. Ma il dato di fondo che connota questa vicenda è che il ceto dei giuristi, compresa una sua componente subalpina, non è disposto a farsi irretire nella parola d’ordine ?Codice civile = unificazione politica?. Sono infatti questi ultimi gli indiscussi protagonisti di questo volume, sono loro che alla fine riusciranno ad affrancarsi dai diktat ministeriali. Pur innestati nell’ideologia risorgimentale, i loro referenti culturali, come dimostra Solimano con una forse eccessiva prodigalità di citazioni (che è l’unico difetto di questo volume), sono ampi e variegati, trascendono i canoni ermeneutici transalpini, sono aperti criticamente a qualsivoglia esperienza straniera. Pur costretta a muoversi ai ritmi imposti dalla classe politica, è la scienza giuridica, come aveva intuito Paolo Ungari più di trent’anni fa, che ha reso il Codice civile un manufatto nazionale.

Francesca Sofia