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Stefano Trinchese (a cura di) – Le cinque dita del sultano. Turchi armeni arabi greci ed ebrei nel continente mediterraneo del ‘900 – 2005

Stefano Trinchese (a cura di)
L’Aquila, Textus, pp. 166, euro 11,60

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume raccoglie e rielabora gli interventi proposti nel panel ?Mediterraneo. Distorte raffigurazioni, mancate percezioni, crocevia di conflitti agli inizi del ‘900? tenutosi in occasione della seconda edizione dei Cantieri di storia Sissco, svoltisi a Lecce nel settembre 2003. Gli autori ? a partire da differenti punti di osservazione ? condividono un approccio comune alla storia delle relazioni politiche, culturali, commerciali, religiose del Mediterraneo contemporaneo: la necessità di lavorare sulla crisi che investe nel corso dell’Ottocento gli equilibri dell’Impero ottomano, che, intrecciandosi alle tensioni nazionaliste provenienti dall’Europa meridionale, troverà il suo epilogo nella prima guerra mondiale.
Stefano Trinchese propone un percorso di lettura dei differenti conflitti che trasformarono l’Impero ottomano, soffermandosi in particolare sulla natura precaria del processo di nation building portato avanti dai Giovani turchi e da Ataturk. Tre città (Sarajevo, Salonicco, Istanbul) tradizionalmente plurietniche rappresentarono il laboratorio in cui esplosero, dopo la prima guerra mondiale, quei conflitti destinati a modificare radicalmente l’intera area. Il ruolo diplomatico, culturale e politico del Vaticano è invece al centro del saggio di Giorgio Del Zanna, che analizza in particolare l’azione svolta a partire dal 1878 da papa Leone XIII, che incentrò il suo pontificato anche sulla necessità di ?orientalizzare? la Chiesa di Roma, promuovendo l’unionismo con le chiese ortodosse e una ramificata politica che potesse rafforzare la presenza cattolica nell’area, a partire dai luoghi santi di Palestina. Secondo l’autore, la fine dell’Impero ottomano determinò il superamento del confine tra Oriente e Occidente e ?sembrava ormai lasciar spazio a un nuovo limes tra la riva settentrionale cristiana e quella meridionale musulmana? (p. 37). Marco Impagliazzo ricostruisce invece il contesto in cui avvenne il massacro degli armeni, esaminandone la storiografia e mettendo in evidenza la politica ottomana verso le minoranze cristiane. I contributi di Roberta Viola e Olga Tamburini si soffermano sull’Italia, in particolare sui comportamenti dell’opinione pubblica nei confronti della guerra di Libia (con riferimento ai topoi ricorrenti nella propaganda e nel racconto della guerra) e sull’uso del mito del mare nostrum nella letteratura e nella politica coloniale. Franceso Caccamo esplora la comune tendenza dei nazionalismi balcanici a individuare nel Mediterraneo il loro terreno di espansione; Paola Pizzo e Daniela Fabrizio si occupano rispettivamente dell’intreccio tra le tensioni politiche e religiose nell’Egitto negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento e dell’articolata e complessa presenza delle comunità ebraiche nel bacino mediterraneo.
Il volume rappresenta uno strumento fondamentale per la comprensione di una serie di problemi storici che stanno alla base delle tensioni ? le cui origini vengono spesso rimosse nel dibattito pubblico ? che si manifestano nel Mediterraneo in tutto il corso del Novecento.

Michele Colucci