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Storia dell’Irlanda dal 1845 a oggi

Eugenio F. Biagini
Bologna, il Mulino, 242 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il lavoro prende le mosse dalle vicende della grande carestia del 1845, considerato
l’evento fondante l’Irlanda contemporanea. Fin dal primo capitolo, l’a., con una convincente analisi delle correnti storiografiche sull’argomento, presenta la complessità di cause
della tragedia, oltre che le origini delle inadeguate risposte del governo britannico. Una
particolare attenzione è posta al mutamento nella politica di soccorso governativo alla
popolazione: decisione che parve indicare la volontà britannica di sottoporre il popolo
irlandese a un annientamento preordinato. Una sensazione che avrebbe tanto contributo
a formare l’immaginario nazionalista locale.
È da rilevare l’attenzione rivolta alla ricostruzione economica dell’isola dopo la metà
del XIX secolo. Essa si basò sulla decisione di promuovere l’industrializzazione delle aree
(intorno a Belfast) considerate più fedeli a Londra. Tale scelta favorì l’allontanamento del
Nord dal resto dell’isola e fu all’origine di molti dei problemi che per più di un secolo ne
avrebbero segnato la vita politica e sociale. Molto interessante appare l’attenzione dedicata
all’emigrazione irlandese, analizzata in dettaglio.
Forse meno condivisibile è la ricostruzione degli eventi che portarono alla nascita
dello Home Rule Party e della Land League. Qui sembra emergere una certa perplessità
dell’a. non tanto per le aspirazioni indipendentiste irlandesi ma per i metodi utilizzati e
per la classe dirigente scelta. Parnell, soprattutto, viene descritto in termini non molto
lusinghieri e quale leader inadeguato, con un giudizio forse un po’ troppo drastico. Comunque, secondo l’a. è nella carenza dei dirigenti irlandesi che devono essere cercate le radici del fallimento di Londra nei suoi tre tentativi di garantire l’autogoverno (Home Rule)
all’isola: sottoposti a una eccessiva pressione da parte di un nazionalismo sovraeccitato e
non più controllato, e impossibilitati a entrare in urto con la propria opinione pubblica, i
politici liberali inglesi furono, di fatto, secondo l’a., obbligati a interrompere il processo.
L’ultima parte del libro tratta delle vicende dell’isola dopo la divisione del paese nel
1921 e risulta ricca di informazioni e riflessioni. In particolare, si rilevano con chiarezza
i fallimenti politici, sociali ed economici dei governi del Nord e del Sud, così come la
politica poco chiara del governo inglese nella gestione delle vicende politiche locali. Per
esempio, l’a. evidenzia il ruolo egemone avuto dai servizi segreti britannici nello spingere
l’esercito repubblicano irlandese prima alla tregua e poi alla pace: un ruolo ingiustamente
disconosciuto dalla maggioranza degli storici.
In conclusione, il libro è meritevole di essere segnalato come testo di riferimento
per gli studiosi di storia irlandese e, anche, di storia inglese. Il testo appare tanto più
apprezzabile in quanto rappresenta la prima opera di sintesi sulla storia d’Irlanda in epoca contemporanea. Il volume non dimentica alcuna tra le questioni più importanti che
hanno caratterizzato i quasi due secoli analizzati, fornendo cenni storiografici puntuali,
ben distinti dalle chiare interpretazioni dell’a.

Lucio Valent