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Storia d’Italia in 15 film

Alberto Crespi
Roma-Bari, Laterza, 259 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2016

Fra le molte cinematografie che hanno guadagnato la ribalta nel corso del ’900 e del nuovo millennio, quella italiana è probabilmente tra le più legate alle vicende che hanno caratterizzato la propria storia nazionale, oltre a essere tra le più attente a raccontare i processi politici, sociali e culturali che hanno accompagnato l’evoluzione del cittadino-spettatore. Il cinema italiano ha dato vita, nel corso del tempo, a un mosaico produttivo complesso ed eterogeneo, che proprio della storia nazionale ha fatto la sua principale fonte di ispirazione, sia raccontandola in tempo reale, sia ritornandovi successivamente, in una prospettiva compiutamente memoriale figlia, però, degli umori, della temperie e del dibattito politico-culturale che di quel ritorno al passato era indispensabile cornice di riferimento.
Alberto Crespi, critico cinematografico e autore di libri e programmi radiofonici e televisivi, è ben conscio di questo, del valore documentale della fonte filmica e della sua capacità di restituire immutati i sentimenti e gli immaginari di un’epoca. Egli utilizza i 15 film menzionati nel titolo (in realtà ne cita molti di più all’interno del volume) per una vorticosa e coinvolgente corsa attraverso i 120 anni di storia del cinema italiano, al fine di illustrare come l’industria cinematografica nazionale, i suoi autori (grandi e piccoli) e, per estensione, la società-pubblico che si riuniva nelle sale per assistere a questi spettacoli, riflettesse sulla propria storia personale e su quella del paese in cui viveva. Il cinema assurge così a ponte in grado di unire, tramite la mediazione del grande schermo, la vicenda individuale di ognuno con la dimensione collettiva di un confronto con il passato che, con registri e tonalità anche differenti, assumeva le forme tutte cinematografiche di un’epica quotidiana in continua ridefinizione.
Guerra di Libia, prima guerra mondiale, fascismo, Resistenza, miracolo economico, Sessantotto sono solo alcune delle tappe che scandiscono un racconto – a cavallo fra analisi critica del testo filmico e sua contestualizzazione storica – che pur non avendo la pretesa di sviluppare un discorso esaustivo su un tema che avrebbe richiesto ben altro numero di pagine e di riferimenti (questi sì, dal punto di vista non solo della storia nazionale tout court, ma anche dei più specifici studi sul tema cinema e storia, abbastanza carenti), compie tuttavia un utile e divertente esercizio in grado di rendere palese l’oramai compiuto riconoscimento delle potenzialità euristiche in ambito storiografico della fonte cinematografica. Un testo di alta divulgazione in linea con le recenti scelte editoriali dello stesso editore, quindi, che mette da parte le questioni metodologiche e utilizza al meglio le suggestioni originate dalle vicende narrate e dagli aneddoti che l’a. dissemina in maniera sapiente per aprire spiragli, sollecitare curiosità, indicare profondità e complessità non tanto per l’addetto ai lavori, quanto per l’appassionato conoscitore o per il semplice lettore. In questa prospettiva, un’opera certamente riuscita.

Maurizio Zinni