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Sulla strada per il Reich. Fossoli, marzo-luglio 1944

Giovanna D’Amico
Milano, Mursia, 686 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il campo di Fossoli, situato nei pressi di Carpi, in provincia di Modena, funzionò
dal luglio 1942 fino al settembre 1943, sotto l’amministrazione italiana, come campo per
prigionieri di guerra (PG 73). In seguito, dopo l’8 settembre, fu dapprima controllato
dagli italiani, poi dal febbraio 1944 finì in mano tedesca e divenne Dulag 152 (Durchgangslager,
cioè campo di transito). Vi furono internati oppositori politici, civili accusati
di attività sovversiva ed ebrei. Tra il gennaio e l’agosto 1944, partirono da Fossoli 8 convogli
ferroviari, cinque dei quali diretti ad Auschwitz-Birkenau.
La ricerca di D’Amico, commissionata dalla Fondazione Fossoli che dal 1996 gestisce,
oltre alle aperture del campo, anche il Museo monumento al deportato politico e
razziale di Carpi, concentra l’analisi sul periodo che va dalla creazione del campo fino al
suo abbandono nell’agosto del 1944 e il suo utilizzo, dal novembre successivo, come centro
per la raccolta di cittadini rastrellati e oppositori politici da inviare al lavoro coatto nel
Terzo Reich. Lo studio analizza le vicende del campo nel contesto del fenomeno complessivo
della deportazione dall’Italia, approfondendo le modalità e i tempi dei rastrellamenti
nelle sei regioni settentrionali da cui risultano provenire la maggior parte dei prigionieri.
Grazie all’incrocio di fonti diverse, come le liste dei convogli dei deportati pubblicate da
Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, autori dei quattro volumi de Il Libro dei Deportati
editi da Mursia tra il 2009 e il 2015, la documentazione conservata a Bad Arolsen e i
questionari diffusi nel dopoguerra dalle associazioni di ex internati e compilati da testimoni
e parenti delle vittime, le ricerche dell’a. hanno permesso di affinare il numero dei
prigionieri e dei transitati da Fossoli – passando dalla cifra di 2.580 a 2.710 persone – e
approfondire 1.484 percorsi biografici. Inoltre, il volume offre un nuovo tassello alla
ricostruzione della storia del lager di Fossoli: dai documenti risulta, infatti, che il campo
ricevette lavoratori «coatti» già prima dell’agosto del 1944, distinguendo quindi questa
categoria da quella di «internato politico». Fu questo il caso dei cosiddetti «rastrellati del
Quadraro», catturati a Roma il 17 aprile 1944 e inviati appunto, nel giugno successivo, in
Germania, dove furono impiegati per lo più nell’industria chimica.
D’Amico, già autrice di numerosi saggi e studi sulla deportazione, raccoglie in questo
volume i risultati di una ricerca pluriennale sul campo di Fossoli, restituendo oltre al
nome, spesso già noto, l’identità e il percorso di vita precedente e successivo all’arresto
degli internati politici presenti nel campo, come aveva fatto in precedenza per i deportati
ebrei Il Libro della Memoria, curato da Liliana Picciotto. Il volume, infine, permette di
precisare aspetti inediti del profilo della popolazione internata a Fossoli, consente tra l’altro
una più dettagliata periodizzazione delle funzioni del campo e offre, più in generale,
un importante contributo alla ricostruzione storica delle vicende del lager fossolese negli
anni cruciali del suo funzionamento come campo per internati politici e razziali.

 Chiara Becattini