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Sven Reichardt, Armin Nolzen (a cura di) – Faschismus in Italien und Deutschland. Studien zu Transfer und Vergleich – 2005

Sven Reichardt, Armin Nolzen (a cura di)
Göttingen, Wallstein, pp. 283, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2005

I curatori appartengono alla più giovane schiera di ricercatori tedeschi che negli ultimi anni si sono dedicati a studiare il fascismo italiano e, soprattutto, a impostare confronti con il nazionalsocialismo. Dopo l’ormai lontana fase delle teorie generali del fascismo, cariche di elementi astratti, e il successivo predominare delle ricerche empiriche, perlopiù imperniate su un tema specifico, i curatori colgono i segnali di un nuovo interesse per un confronto fra fascismo e nazionalsocialismo. Confronto che ? se portato avanti ? mette in luce oggi assai più similitudini di quanto si ritenesse in passato. Il confronto consente di rifondare una categoria euristica di ?fascismo?, avente valenza sovranazionale, come un dato ?processuale?, non statico e strutturale. Vi sono in specifici momenti e in specifici ambiti avvicinamenti fra i due regimi che consentono di fondare una categoria di fascismo, che abbia valenza più generale.
In particolare, i curatori mettono l’accento sul fattore del transfer, ovvero sui reciproci influenzamenti fra i due regimi, attraverso persone o organismi. È questo il caso di Giuseppe Renzetti, studiato in un ampio saggio da Wolfgang Schieder, che fu uno dei più influenti propagandisti del fascismo a Berlino. Ma è il caso anche di organismi del regime, come il Dopolavoro, che servì da modello per Kraft durch Freude (come mostra il saggio di Daniele Liebscher). Somiglianze più forti di quanto spesso si sia voluto ammettere vengono colte anche nel settore della politica repressiva e terroristica, oggetto in questo volume di due saggi di Osti Guerrazzi e Di Sante e di Michael Ebner. È il caso, infine, dei comportamenti militari e politico-ideologici delle truppe italiane inviate sul fronte russo, al quale Thomas Schlemmer dedica un saggio denso, che anticipa elementi di un libro di prossima traduzione da parte dell’editore Laterza.
Più sul terreno del confronto si muovono invece i saggi di Petra Terhoeven e di Waltraud Sennebogen. La prima confronta la miscela di propaganda, pressione sociale e consenso nell’organizzazione delle campagne di ?beneficenza? organizzate dai due regimi. La seconda invece analizza il settore della pubblicità commerciale, che in entrambi i regimi fu sottoposto a forti condizionamenti politici.
Il volume è costruito per il pubblico tedesco, al quale vengono resi accessibili studi di specialisti, che o sono italiani o sono ben noti anche da noi ? a iniziare da Wolfgang Schieder, alle cui intuizioni analitiche un po’ tutti gli autori del volume si richiamano. Non in tutti i saggi il proposito dei curatori ? di mettere a fuoco la comparazione valorizzando il metodo del cultural transfer ? viene pienamente rispettato. Ma questo è il destino di tutti i volumi collettivi. Questo si segnala positivamente anche al lettore italiano, che può valutare quanti progressi abbia fatto negli ultimi cinque-dieci anni la ricerca storica tedesca su temi italiani, o nei quali la comparazione con il fascismo assuma il valore che le spetta.

Gustavo Corni