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Sven Reichardt – Faschistische Kampfbünde.Gewalt und Gemeinschaft im italienischen Squadrismus und in der deutschen SA – 2002

Sven Reichardt
Köln-Weimar-Wien, Böhlau, pp. 814, euro 59,00

Anno di pubblicazione: 2002

Con l’ampio e pregiato studio di Reichardt, studioso proveniente dalla scuola del comparativismo sociale di Kocka, si colma finalmente una lacuna nell’ambito della storiografia contemporanea. Esso infatti rappresenta la prima analisi comparativa tra fascismo e nazismo nel periodo precedente l’ascesa al potere rispettivamente di Mussolini e di Hitler, attraverso la disamina non più del loro pensiero e della loro ideologia ma della concreta attività delle loro due principali squadre paramilitari: le squadre fasciste e le SA naziste. Entrambe queste associazioni di lotta avevano come caratteristica fondante l’azione violenta, che doveva servire sia come appello propagandistico verso l’esterno, sia come elemento coesivo di gruppo all’interno. La violenza è dunque al centro dell’analisi di Reichardt, non considerata più soltanto nel suo aspetto strumentale, come mezzo di conquista del potere, ma, come valore fine a se stesso, nella sua dimensione estetizzante, come aspetto caratteristico dello stile di vita fascista nelle due associazioni studiate.
La comparazione, che procede principalmente attraverso un approccio storico-culturale e sociologico, si focalizza dunque sulla ricerca delle cause sociali nonché sull’individuazione delle forme, della funzione, della percezione e del senso della violenza attuata da queste associazioni di lotta. Le SA e le squadre fasciste vengono quindi analizzate comparativamente nella loro composizione sociale, nella loro quotidiana vita organizzativa interna, nella cultura politica come anche nei rapporti policratici tra le strutture associazionistiche, militari e di partito, che convivevano al loro interno. Sullo sfondo di uno stile politico caratterizzato da simbologie, azioni, rituali pregni di violenza, Reichardt individua i vari aspetti delle posizioni e delle convinzioni politiche dei membri delle SA e degli squadristi: il nazionalismo, gli stereotipi negativi, nonché le immagini della virilità e della maschilità, così importanti per queste organizzazioni composte esclusivamente da uomini; non si dimentichi a tal riguardo l’omosessualità, a tutti nota, del capo delle SA Röhm. Particolarmente interessante è l’osservazione dell’autore, che nel corso del loro sviluppo le formazioni fasciste tesero ad assumere un carattere che anticipava tratti salienti dei futuri regimi: ?prima ancora che la nazione diventasse una scuola dell’odio, il movimento fascista era diventato una caserma della violenza?.
A conferma dell’alto valore di questo studio vi è a conclusione del libro un’esaustiva e dettagliata appendice bibliografica di ben 70 pagine. Reichardt mostra dunque di saper portare avanti con efficacia nel suo studio, grazie anche ad un solido impianto interpretativo e metodologico, l’approccio comparativo, che gli permette alla fine, tra l’altro, di enucleare affinità e differenze tra il fenomeno dello squadrismo e quello delle SA.

Andrea D’Onofrio