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The Addis Ababa Massacre: Italy’s National Shame

Ian Campbell
New York, Oxford University Press, 478 pp., € 35,47

Anno di pubblicazione: 2017

Prosegue l’intensa attività di ricerca di Ian Campbell, noto per la passione con cui,
pur non essendo uno storico di formazione, si è dedicato a fare luce sui crimini fascisti
durante l’occupazione italiana. Dopo la pubblicazione di importanti volumi, relativi
all’attentato al viceré Rodolfo Graziani (19 febbraio 1937) e al massacro dei monaci di
Debra Libanos (20 maggio 1937), l’a. focalizza qui l’attenzione sulla strage avvenuta, per
mano italiana, ad Addis Abeba nei tre giorni successivi all’attentato a Graziani e su altre
tragiche azioni di rappresaglia nei confronti delle popolazioni etiopiche. Si tratta di un
episodio noto, già posto in rilievo anni fa da autorevoli studiosi, come Giorgio Rochat e
Angelo Del Boca, che per primi trovarono le fonti d’archivio relative a quegli avvenimenti.
Campbell ne ripropone, tuttavia, la ricostruzione, basandosi su nuove fonti e fornendo
numerosi dettagli sulle dinamiche dell’evento.
Le testimonianze orali di sopravvissuti, trovate dopo anni di meticolosa e accurata
ricerca, hanno consentito all’a. di soffermarsi sulle molte atrocità commesse nei confronti
degli «indigeni» sia nelle loro case che lungo le strade, nonché sull’identificazione dei
responsabili delle esecuzioni sommarie, degli spari sulla folla e dei roghi appiccati alle
abitazioni. Le stime riportate da Campbell si aggirano attorno alle 19.000 vittime, circa il
19-20 per cento della popolazione della capitale. L’a. rende noto, inoltre, l’insabbiamento
dell’evento, voluto dal Ministero degli Esteri britannico per non compromettere, nei precari
equilibri internazionali, i rapporti con l’Italia di Mussolini.
Paradossalmente, questa rimozione proseguì nel secondo dopoguerra, quando le potenze
alleate, in particolare Stati Uniti e Gran Bretagna, interessate a contrastare l’avvento
di un governo di sinistra nella nuova Italia democratica, la sollevarono dai processi per crimini
di guerra previsti dalle Nazioni Unite. L’Inghilterra – come attesta un memorandum
del Ministero degli Esteri, citato da Campbell – promise appoggio alle rivendicazioni
dell’Etiopia sulla ex colonia italiana dell’Eritrea in cambio della rinuncia alla questione
dei crimini di guerra. In questo senso, già si era espresso, sul finire della guerra, lo stesso
primo ministro Winston Churchill a favore della protezione del maresciallo Badoglio
– principale responsabile delle operazioni militari in Etiopia e dell’uso dei gas nel 1935-
1936 – da eventuali condanne per crimini di guerra, quale artefice dell’armistizio dell’8
settembre 1943 con gli anglo-americani e rappresentante dell’Italia postfascista.
Una serie di fotografie, effettuate anche da protagonisti delle violenze, completa il
panorama delle fonti inedite. Il volume, in definitiva, si presenta come una provocazione
alla storiografia contemporanea, riproponendo il tema della memoria come elemento essenziale
della coscienza civile

Paolo Borruso