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The Net. La rete come fonte e strumento di accesso alle fonti

Andrea Becherucci, Francesca Capetta (a cura di)
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 106 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2017

The Net. La rete come fonte e strumento di accesso alle fonti è un libro scritto dagli studiosi,
per lo più archivisti, che hanno partecipato al convegno La rete come fonte, tenutosi
a Firenze nel febbraio del 2016. Ma l’argomento e le riflessioni in esso contenute possono
e devono interessare profondamente gli storici. Come infatti scrive M. Guercio nell’Introduzione,
«Il tema del webarchiving è uno dei più cruciali e complessi tra le molteplici
questioni che le discipline documentarie hanno dovuto affrontare nell’ultimo decennio»
(p. XI).
Il primo saggio (Il futuro del web culturale di P. Feliciati) è un utilissimo breviario
delle pratiche necessarie per favorire la longevità delle fonti digitali in un web in continuo
mutamento. Molte di queste riguardano «l’apertura» delle fonti, dal punto di vista legale
(open access), tecnologico (possibilità di lettura dei metadati da parte di software) e dell’interfaccia
di consultazione (facilità d’uso da parte di utenti non esperti). In un mondo in
cui ogni fonte può essere facilmente e perfettamente duplicata, favorire l’uso significa
favorire la longevità.
Se Feliciati parla di situazioni in cui gli archivisti hanno la possibilità di pianificare
il proprio archivio digitale, M. Rulent affronta il tema cruciale dell’archiviazione del
web nel suo complesso: come conservare la rete in quanto fonte? Portando l’esempio del
progetto di archiviazione dei settanta siti dell’Unione Europea l’a. evidenzia i possibili
approcci alla conservazione storica della rete.
S. Vitali discute l’evoluzione del rapporto tra consultazione archivistica online e consultazione
in sala, facendo notare come la prima non agisca necessariamente a detrimento
della seconda. Due saggi trattano delle fonti fotografiche digitali, l’uno, quello di C.E.
Mezzetti, dal punto di vista legislativo, l’altro, di M. Caroscio, in un confronto tra diverse
iniziative nazionali di digitalizzazione e catalogazione.
Altri due saggi, infine, raccontano esperienze più circoscritte. N. Cangi spiega la
strategia digitale della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale. A. Antonelli riflette
invece su Una città per gli archivi, un portale, lanciato già nel 2006, che intende rendere
disponibile il contenuto degli archivi della città di Bologna.
The Net è un libro importante, in particolar modo nei capitoli di riflessione generale.
Questo non perché il tema sia nuovo in assoluto, ma perché è un’introduzione essenziale,
chiara e in lingua italiana a dibattiti che gli storici italiani ancora poco frequentano, ma
che li coinvolgono direttamente. Temi quali il webarchiving, l’attribuzione dei metadati
o l’open access sono già oggi fondamentali per ogni storico, poiché ogni storico è fruitore
di strumenti e fonti digitali, quando non, in casi non più infrequenti, attivo promotore
di progetti di archiviazione online. Questo è particolarmente vero per lo storico contemporaneista,
cui dovrebbe stare a cuore la conservazione delle fonti che assicureranno la
narrazione futura del nostro presente digitale.

Federico Mazzini