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The Politics of Everyday Life in Fascist Italy. Outside the State?

Joshua Arthurs, Michael Ebner, Kate Ferris (eds.)
New York, Palgrave Macmillan, 265 pp., $109,99

Anno di pubblicazione: 2017

Rifiutando interpretazioni manichee, questo volume sulla vita quotidiana durante il
fascismo rivolge l’attenzione alle esperienze di italiani ordinari, che si trovarono a sostenere
o a opporsi al regime in momenti diversi della propria vita. Gli autori si confrontano
con una varietà di fonti: rapporti di autorità amministrative locali e di polizia, stampa,
diari, lettere private, memorie e pubblicazioni coeve.
Il saggio di Matteo Millan analizza le cause e gli effetti della violenza squadrista,
mostrando come ideali quali nazione e classe fossero mediati da fattori personali, locali
e generazionali. Il modo contraddittorio con cui gli italiani reagirono alla propaganda
fascista fu anche un risultato di ambiguità interne alla comunicazione di regime, come
mostra il contributo di Lorenzo Benadusi sull’ideale di virilità maschile, idealizzato in
rappresentazioni monumentali e al tempo stesso ignorato nell’esaltazione della piccola
borghesia e della classe rurale. Michael Ebner mostra come la repressione colpisse anche
cittadini ordinari, sorpresi durante conversazioni triviali che, talvolta con l’aiuto di un
bicchiere di troppo, prendevano colori politici.
Un altro tema che incrocia pubblico e privato, affrontato da Alessandra Gissi, è
quello delle pratiche riproduttive, da interpretare come esempi di interazioni complesse
fra individui, collettività e istituzioni pubbliche. In un’analisi della vita quotidiana
a Venezia nel periodo delle sanzioni, Kate Ferris mostra come le pratiche dei consumi
variassero a seconda della convenienza, delle classi sociali e di abitudini preesistenti. Il
saggio di Maura Hametz sulle zone del confine nord-orientale spiega come il tentativo di
nazionalizzazione, attuato attraverso l’istruzione, l’imposizione linguistica e celebrazioni
collettive, fosse complicato non solo da motivazioni politiche ma anche da fattori quali la
povertà, l’isolamento e altre preoccupazioni mondane. Roberta Pergher esplora le tensioni
fra vita quotidiana e situazioni straordinarie in cui si trovò la massa di italiani inviata a
colonizzare la Libia alla fine degli anni ’30. La condizione di povertà di molti coloni e
delle loro famiglie, le loro aspettative, il rapporto con la popolazione locale, le difficoltà di
adattamento alle imposizioni del regime sono tutti elementi che influirono sull’esperienza
quotidiana nella colonia.
In un capitolo sulla memoria del fascismo Joshua Arthurs esamina le emozioni articolate
espresse individualmente e collettivamente durante le settimane che seguirono la caduta
di Mussolini. Infine, in dialogo con la storiografia del fascismo e del nazismo, le Conclusioni
di Geoff Eley sottolineano il rapporto fra sociale e politico e la sua evoluzione in molti dei
luoghi, pubblici e privati, analizzati nel volume, in cui la popolazione ha quotidianamente
negoziato e rinegoziato il proprio rapporto con i diversi aspetti del regime

Claudia Baldoli