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Togliatti, il realismo della politica. Una biografia

Gianluca Fiocco
Roma, Carocci, 478 pp., € 39,00

Anno di pubblicazione: 2018

Quando si decide di scrivere la biografia di una figura centrale del ’900 il rischio immediato è di diventare uno storico embedded, intrappolato nel perimetro di una perso- nalità che ha lasciato un segno profondo nella storia politica, subendone inevitabilmente il fascino fino a contagiare la ricostruzione. Ma è lo stesso a. a premettere che per capire il mondo di Togliatti sia sufficiente «raccontare in modo semplice ciò che egli effettiva- mente fece» (p. 21), senza attribuire a posteriori ciò che avrebbe potuto fare. E si può dire che, alla fine del volume, questo obiettivo pare raggiunto, con la sensazione di aver lasciato al lettore le tracce di una storia che parte dall’uomo e si dipana poi al Partito, allo scenario internazionale, all’Italia che cambia pelle. I quarant’anni di direzione del Pci, dalla rifondazione al fianco di Gramsci fino al Memoriale di Jalta, riassumono non solo una carriera politica, ma soprattutto il tentativo di accompagnare il Partito nel passaggio dal capitalismo al socialismo in un paese che ha sempre dovuto fare i conti con i fantasmi della dittatura. Un progetto che si rivelerà fallimentare, ma che ha animato energie, mili- tanti, riti, organizzazioni e linguaggi dell’universo comunista.
In questo lungo percorso che è racchiuso in undici tappe, Fiocco non nasconde con- traddizioni, esitazioni, compromessi (a partire dai «contraccolpi del ’56», p. 291), filtrati attraverso una traiettoria tutto sommato lineare che muta solo per rispondere alle sfide delle diverse e complesse fasi storiche.
Non era facile per l’a. trovare una chiave di lettura nuova e originale per raccontare Togliatti, dopo la completa biografia di Aldo Agosti e gli studi successivi. Ma i numerosi archivi consultati, insieme alle acquisizioni storiografiche recenti, hanno permesso di de- finire meglio il profilo di un protagonista, capace di traghettare il «partito nuovo» dentro i meccanismi dello Stato democratico, con l’obiettivo di temperare le spinte sovversive e di educare i militanti alle regole della cittadinanza. Un lascito che rinnova l’impegno a rinsaldare le conquiste della democrazia come un compito di lunga durata. Ed è in questa lezione politica e culturale che l’a. coglie il quid di Togliatti, individuato nella volontà di decifrare la realtà e di approntare gli strumenti del metodo marxista e storicista per capirla e anche cambiarla. «La cifra del personaggio – scrive Fiocco – mi sembra risiedere nel realismo spinto all’estremo e nell’adesione incondizionata a un progetto politico universa- lista da parte di un intellettuale cosmopolita tipico della tradizione italiana» (p. 21). Non è intenzione dell’a. entrare nelle pieghe del Togliatti privato, anche se spesso emergono degli squarci aperti dall’epistolario che Fiocco stesso ha curato con Maria Luisa Righi.
Ma non si capirebbe il Togliatti politico senza il Togliatti uomo, con le sue passioni, ma- linconie, emozioni, paure. Il realismo della politica induce a fare scelte che talvolta però escono dalle strategie funzionali a un obiettivo preciso. Come nell’ultima fase quando Togliatti prova ad «ascoltare il mondo nuovo» (p. 385), ma ne rimane isolato e in fondo sconfitto.

Anna Tonelli