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Tra solidarismo e istruzione popolare. Le Società di Mutuo Soccorso in Sicilia dall’Unità ai primi del Novecento

Antonio Baglio, Andrea Giovanni Noto (a cura di)
Roma, Ediesse, 356 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume costituisce la sintesi di un progetto di ricerca avviato da una serie di incontri promossi a partire dal 2012 da alcune società di mutuo soccorso della provincia di Messina. Offrendo un quadro generale sulla presenza e sull’attività delle diverse realtà dell’associazionismo mutualistico presenti nella Sicilia di età liberale, l’opera si propone di «colmare un vuoto storiografico» (p. 9): infatti, con l’eccezione dell’area catanese, manca- vano indagini sull’intera regione. Per quanto concerne le fonti, i saggi si avvalgono principalmente dei dati seriali e delle statistiche elaborate dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio (incomplete per stessa ammissione degli aa.), integrate dai materiali d’archivio e da quelli a stampa disponibili presso le stesse società o nelle biblioteche locali.
Il libro si struttura in due sezioni. La prima offre un quadro generale del mutualismo in Italia, che si configurò inizialmente come fenomeno «estremamente diversificato» (p. 23) e poco omogeneo sotto l’aspetto della distribuzione sul territorio: nel 1862 l’84 per cento degli associati era concentrato nel Nord del paese (Ragusa). Mentre il mutualismo preunitario (soprattutto piemontese) aveva avuto una matrice prevalentemente borghese, dopo l’unificazione si manifestò una progressiva politicizzazione, attraverso la riproposizione della dicotomia risorgimentale liberali-democratici, con la contrastata diffusione anche del mutualismo di matrice cattolica (Schirripa). Tra i casi analizzati vi è quello della Società di mutuo soccorso fra macchinisti e fuochisti fondata a Milano nel 1877, e della carismatica, quanto inquieta, figura del suo presidente Cesare Pozzo (Maggi e De Palo). Funge da raccordo tra la prima e la seconda parte il saggio di Santi Fedele, dedicato all’esperienza dei Fasci siciliani dei lavoratori, che rappresentano una prosecuzione del movimento mutualistico: «dalla società di mutuo soccorso al “partito educatore” il percorso è compiuto» (p. 73).
I saggi che compongono la seconda sezione, dedicati ai diversi contesti presi in esame, evidenziano una molteplicità di situazioni che riflettono le dinamiche, soprattutto economiche, del territorio di riferimento; emerge, tuttavia, una comune dimensione urbana e una bassa diffusione del movimento presso le popolazioni agricole. È interessante notare come nel corso degli anni ’80, che costituiscono un momento di sviluppo per le società, in concomitanza con l’allargamento del suffragio e il varo della nuova legge comunale e provinciale si verificò un parziale snaturamento a causa del loro coinvolgimento nella lotta politica locale (confermano queste pratiche Schininà per l’area siracusana, Poidomani per quella iblea e Laudani per il Catanese). Da rilevare, infine, l’uso clientelare e mafioso che venne fatto delle organizzazioni mutualistiche in alcuni comuni dell’area dello zolfo (Vaiana), dove la criminalità riuscì subdolamente a prenderne possesso.

Fabrizio La Manna