Cerca

Umanisti e presidenti. L’Accademia Nazionale dei Lincei (1900-1933)

Raffaella Simili (a cura di)
Bari-Roma, Laterza, XV-123 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il volume costituisce il proseguimento della pubblicazione del 2012 su Scienziati, patrioti, presidenti, che trattava della storia istituzionale della principale accademia italiana dopo l’Unità, dalla rifondazione nel 1874 al 1926, ed è in generale parte di un più ampio interesse di ricerca sulla storia delle istituzioni scientifiche e culturali nell’Italia postunitaria maturato, come per altri campi di studio oggi in pieno sviluppo, in occasione delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario del 1861.
In particolare, se il primo volume si soffermava sulle biografie intellettuali e sugli aspetti di impegno istituzionale che avevano caratterizzato i presidenti dell’Accademia di formazione scientifica, da Quintino Sella a Vito Volterra, il secondo, come si evince dal titolo, si orienta a raccogliere le esperienze di vita e di riflessione dei presidenti lincei che avevano ottenuto l’onore dell’appartenenza all’Accademia per i loro studi in ambito umanistico e nelle scienze sociali. Dopo l’introduzione generale redatta dalla curatrice, infatti, il volume raccoglie una serie di interventi di ricostruzione biografica che partendo dalla figura di Angelo Messedaglia (S. Linguerri), a capo dei Lincei dal 1900 fino alla morte l’anno successivo, prosegue con quella dello storico Pasquale Villari (G. Paoloni), suo successore, con Francesco D’Ovidio (M. C. Storini) e con Vittorio Scialoja (G. Melis e A. Meniconi).
I quattro saggi ricostruiscono il percorso intellettuale e di carriera accademica e politica dei personaggi, soffermandosi poi sulle attività compiute nei loro periodi di presidenza dei Lincei nel più ampio contesto della loro attività nell’ambito dei dibattiti che hanno caratterizzato l’Accademia durante la loro permanenza. Essi quindi, da un lato, offrono come previsto dal progetto editoriale uno spaccato significativo della vita dell’importante istituzione culturale, ancora oggi assai poco conosciuta anche agli studiosi specialisti di storia intellettuale e delle istituzioni scientifiche. Dall’altro, tali lavori garantiscono uno spaccato della vita culturale italiana negli anni a cavallo del 1900 fino a tutto il primo terzo del XX secolo, insistendo sul multiforme impegno pubblico degli intellettuali di punta di quei decenni, tra lo slancio patriottico negli anni decisivi del Risorgimento, l’attività alla Camera e al Senato del Regno e la collaborazione coi gabinetti ministeriali più interessati a studi e istruzione. Nel caso delle presidenze di Scialoja, tra 1926 e 1933, emerge anche il tema della collocazione dell’Accademia dei Lincei nel panorama culturale e politico del regime fascista, di fronte alla competizione sempre più agguerrita con l’Accademia d’Italia che sarebbe continuata fino alla soppressione dell’istituzione lincea nel 1939.
In conclusione, anche il volume del 2017, come il precedente del 2012, si presenta come una raccolta di contributi importanti per fare luce su temi ancora in larga parte oscuri, e per offrire spunti di discussione e di ricerca potenzialmente fruttuosi agli addetti ai lavori.

Andrea Mariuzzo