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Un asile pour tous les peuples? Exilés et réfugiés étrangers en France au cours du premier XIXe siècle

Delphine Diaz
Paris, Armand Colin, 317 pp., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2014

Approdo editoriale di una importante tesi di dottorato, il volume affronta con ottima architettura e taglio cronologico/tematico il percorso tra la teoria e la prassi dell’accoglienza compiuto dalla Francia ottocentesca, i cui dilemmi sono ben evocati dalla forma interrogativa scelta per il titolo. Coniugando con efficacia le nuove sensibilità storiografiche sull’800 transnazionale e le solide basi documentarie di una capillare indagine archivistica, l’a. ridisegna con profitto il fenomeno dell’esilio europeo attraverso l’osservatorio francese, restituendolo come caleidoscopio di flussi e di reti, ma anche come esperienza profondamente culturale. Lo stesso itinerario semantico che dall’esule approda al profugo, passando per il rifugiato, documenta una materia fluida, in forte evoluzione tra modernità e contemporaneità, le cui ondate sono periodizzate dalle varie crisi nell’Europa della Restaurazione.
In questa storia di mobilità e di mobilitazione politica, di mediatori/facilitatori culturali e di resistenze, ampio spazio è dedicato agli esuli italiani, insieme ai polacchi una delle nazionalità più presenti sul suolo francese, oggetto delle politiche di asilo e di soccorso che si sviluppano nei decenni: piuttosto che il più conosciuto versante delle esperienze soggettive, viene qui ricostruito il dibattito parlamentare sui criteri e i doveri dell’accoglienza e illuminato il backstage politico-amministrativo alle prese con censimenti e classificazioni difficili, con profili sfuggenti, laddove quello degli stranieri in cerca d’accoglienza è un mondo variegato, fatto di figure sovrapponibili dalle identità spesso multiple e permeabili di viaggiatori e lavoratori, che si mescolano ai perseguitati per motivi politici veri e propri. Impostato in termini di mobilità e di migrazioni politiche, di rapporto centro/periferie, il volume combina infatti analisi di tipo quantitativo e di tipo qualitativo dei flussi d’arrivo, restituendo la percezione dei contemporanei di una crescente massificazione e distinzione geografica dei gruppi di rifugiati in Francia, e facendo ordine in una materia a lungo indifferenziata. L’indicatore del soccorso economico si rivela di grande aiuto nel periodizzare le varie fasi storiche nella politica dell’accoglienza e consente di affermare che «Secourir et surveiller, voire même secourir pour surveiller» (p. 112) fu una politica costante dalla fine del primo Impero alla seconda Repubblica. Strategie di controllo e di sorveglianza, inquadramenti socio-professionali, itinerari geografici tra la capitale e i dépôts dipartimentali, esperienze di sociabilità (bello il capitolo 7 di derivazione agulhoniana sulle Sociabilités proscrites) aggiungono preziose informazioni anche sull’esilio dalla penisola italiana e lo inseriscono in un quadro metodologicamente arricchito, frutto di un armonioso dialogo tra autorevoli tradizioni storiografiche e acquisizioni recenti della storiografia su un ’800 da leggere sempre più in un’ottica transnazionale e in movimento.

Arianna Arisi Rota