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Una giornata della memoria. 364 giornate dell’indifferenza. Mutazioni, manipolazioni e camuffamenti dell’antisemitismo

Federico Steinhaus
Bolzano/Bozen, Raetia, 181 pp., € 19,00

Anno di pubblicazione: 2018

«Questo libro non è un trattato scientifico» (p. 12), ma vuole essere una finestra
sull’antisemitismo contemporaneo. Lo corredano un centinaio di immagini (manifesti,
lettere minatorie, fotografie, pagine di giornali) che integrano ed esemplificano il testo.
Il volume è costruito richiamando una serie di episodi antisemiti. Secondo Steinhaus,
si tratta di «un lungo elenco di fatti» che «percorre un lungo periodo di mutamenti
politici e sociali», seguendo il quale «si potrà constatare come l’antisemitismo […] si sia
trasformato nel tempo, assorbendo specificità che spesso sono riconducibili a quanto avveniva
nel Vicino Oriente e come gli avvenimenti ne abbiano influenzato non l’essenza,
che non cambiava, ma l’apparenza» (p. 13).
In diverse pagine, l’a. si occupa di quello che definisce il «nuovo antisemitismo»
europeo, la cui data di nascita è individuata nel 1967. Per Steinhaus, infatti, quell’anno
«segnò […] una svolta drammatica nel rapporto fra l’Europa, in particolare fra la sinistra
europea, lo Stato di Israele e – con un trasferimento di colpa che riecheggiava pregiudizi
mai sopiti – gli ebrei in generale» (p. 29). In altri passaggi, focalizza l’attenzione sull’antisemitismo
in Alto Adige, inteso come «una significativa eccezione nel complesso quadro
delle motivazioni e manifestazioni antiebraiche: per molti anni solamente in questa regione,
difatti, fu principalmente il pesante retaggio lasciato dal nazismo a plasmarle» (ibidem).
In questo contesto, particolare rilievo è dato alle manifestazioni antisemite avvenute
tra il 1960 e il 1989, ovvero quando Silvius Magnago ricopriva l’incarico di presidente
della Provincia autonoma di Bolzano.
I tempi più recenti, secondo l’a., sono caratterizzati da significativi cambiamenti,
sebbene permanga l’antisemitismo dell’estrema destra, che trova in internet e nei social
media un’impareggiabile cassa di risonanza. Risultato concreto e immediatamente visibile
del cambiamento sono i luoghi della memoria (come il Museo Ebraico, il Muro del Lager
di Bolzano, le Pietre d’inciampo istallate a Merano e a Bolzano nel 2012 e nel 2013).
Il testo richiama, infine, il tema del buon uso della memoria, quindi l’importanza
strategica della didattica: «l’unica arma di cui disponiamo per evitare che in futuro si
ripetano le tragedie alimentate dall’odio, dalla paura, dal disprezzo, è un insegnamento
ragionato e ben programmato che, principalmente nelle scuole, rievochi queste tragedie
con le loro cause e conseguenze, inquadrandole nel contesto non solo storico ma anche
etico» (p. 169).

Elisa Guida