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Una guerra da difendere. Diario dal fronte: dalle Dolomiti all’Adriatico

Ulderico Mazzolani
Udine, Gaspari, 127 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2018

Protagonista troppo poco conosciuto della storia contemporanea italiana, Ulderico Mazzolani (1877-1952) – avvocato, fervente repubblicano e massone – offre nel suo dia- rio, a cento anni dal primo conflitto mondiale, un’originale visione della Grande guerra. Il Diario dal fronte, curato da Anna Marina Storoni Piazza, è una testimonianza preziosa, offerta in modo sintetico e circostanziato, di quella che fu la guerra del 1915-1918 così come venne vista e vissuta, in uno dei rarissimi diari di deputati al fronte. Pubblicato nella collana «Diari e memorie della grande guerra», il libro segue il filone memorialistico-diaristico già inaugurato dalla curatrice con il volume Dalle carte del nonno: Ulderico Mazzolani, un repubblicano tra le due guerre (Firenze, Le Monnier, 2013).
Arricchito da numerosi documenti fotografici, da un’efficace Introduzione e da due differenti focus – Il periodo post-bellico e Come un romagnolo, rispettivamente stesi dalla stessa Storoni Piazza e da Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia – il volume presenta la Grande guerra italiana non solo come un insieme di battaglie ma come uno straordinario e complesso evento storico. Tra le righe delle brevi annotazioni del deputato Mazzolani emergono infatti le storie degli uomini – soldati e civili – e dei loro sentimenti. Spiccano prepotentemente, in un tale quadro, le vessazioni subite da numerosi militari ad opera dei loro ufficiali, la codardia di alcuni graduati che, per tutelare la propria incolumità, non esita- vano a esporre a eccessivi rischi e disagi i loro sottoposti, le discriminazioni delle quali era oggetto lo stesso intellettuale mazziniano, in quanto volontario interventista, sia perché individuato dalla truppa come responsabile delle sofferenze patite, sia perché accusato aprioristicamente dai graduati di carriera di impreparazione al combattimento e scarsa inclinazione all’obbedienza.
Così, il diario di Mazzolani è pervaso in tutte le sue pagine da un fine humour at- traverso cui le vicende belliche del deputato si intrecciano con episodi paradossali, luoghi dove si è scritta la storia della guerra (Col di Varda, Sasso di Stria, la galleria del Castellet- to, la piana di Grado, l’Isonzo e soprattutto Aquileia, del cui fronte è offerta una toccante e viva descrizione) e nomi di personalità più o meno note che egli incontra durante la sua esperienza bellica. Insomma, per riprendere le parole della curatrice «La guerra rappre- sentò per Mazzolani l’evento più significativo della vita: contò più della politica, più della professione» (p. 18). Non a caso nel primo dopoguerra, anche grazie a queste esperienze, egli partecipò ai lavori della Commissione d’inchiesta sulle spese di guerra, tesi a individuare i guadagni illeciti e a riformare l’amministrazione statale italiana, e successivamente diventò l’avvocato difensore dei repubblicani e degli antifascisti incolpati dal fascismo e giudicati dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato.

Fabio Ecca