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Una «union sacrée» per la pace e per la rivoluzione. Il movimento dei giovani sovversivi meridionali contro la guerra (1914-1918)

Daria De Donno
Milano, Le Monnier, 196 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2018

La stagione di studi sulla prima guerra mondiale sollecitata dalla ricorrenza del centenario ha visto confermata anche in Italia la varietà di angolazioni prospettiche attraverso cui guardare alle mutazioni indotte dal conflitto. Il «punto di vista di un gruppo di sconfitti» (p. 136) è stato quello prescelto da Daria De Donno con il suo studio: nel «ricostruire le vicende di una minoranza organizzata e combattiva» (p. 136), la premessa è stata per l’a. quella di misurarsi con l’assoluta esiguità delle fonti a disposizione. In tale ottica, il puntuale esame delle rubriche curate dai corrispondenti meridionali de «L’Avanguardia», organo della Federazione giovanile socialista italiana, è valso a una ricostruzione essenziale di vicende organizzative precarie e altalenanti per l’intera durata del conflitto.
L’a. si è altresì spinta nello spoglio di testate locali dalla periodicità occasionale (come nel caso de «L’Energia» di Andria, foglio diretto da Alfonso Leonetti), atte a documentare una serie di passaggi significativamente delicati nella vita delle federazioni meridionali del Psi. Il ricorso ai fascicoli personali del Casellario politico centrale ha infine consentito di seguire in continuità la pervicace azione d’opposizione alla guerra condotta dai più attivi tra i giovani dirigenti rivoluzionari oggetto di vigilanza nel Mezzogiorno. Agendo così su piani in parte sovrapposti, l’a. è riuscita nell’obiettivo primario di tracciare un quadro unitario delle mobilitazioni per la pace serpeggianti, con distribuzione spaziale e intensità disomogenee, nelle province meridionali. Nel farlo, ha documentato le trasformazioni obbligate dei modelli organizzativi consumatesi all’interno del movimento dalla neutralità all’intervento, ai fermenti del 1917 – passaggi che scandiscono l’articolazione del volume in tre capitoli.
Alcuni tra gli eventi e i protagonisti sui quali l’a. porta l’attenzione si prestano, più di altri, a restituire una visione d’assieme sul complesso delle vicende. È il caso del Congresso interregionale giovanile socialista anarchico rivoluzionario, programmato a Bari nel giugno 1916 e impedito dalle forze di polizia per temuto tentativo insurrezionale. Tra i promotori sottoposti a misure di fermo figurano Rita Maierotti e Nicola Modugno. La prima, fiduciaria del Psi in Terra di Bari, «noncurante della sorveglianza persecutoria di cui è fatta oggetto, […] è registrata in vari comuni della regione dove tiene cicli di conferenze e promuove la costituzione di circoli femminili» (p. 84). Il secondo, instancabile segretario della Federazione giovanile socialista pugliese per l’intero corso della guerra, è considerato il «padre putativo» (p. 74) dei circoli per l’infanzia socialista. Entrambi, con le loro iniziative, rappresentano tasselli di quella «geografia dell’opposizione politica su base territoriale» (p. 8) tracciata da De Donno con il suo lavoro.

Francesco Altamura