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Valentino Marcon, Tino Mariani – Storia del Movimento lavoratori di Azione cattolica – 2005

Valentino Marcon, Tino Mariani
Roma, Editrice Ave, pp. 318, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il percorso del Movimento lavoratori di Azione cattolica è stato ricostruito da due protagonisti di quell’esperienza: Tino Mariani, che ne era stato a lungo assistente ecclesiastico nazionale e Valentino Marcon, ex segretario nazionale. Ne esce un quadro interessante e articolato, che si caratterizza più come una narrazione volta a sollecitare ?una riflessione in chiave pastorale, associativa e formativa, per, con, tra i lavoratori? (p. 9) che come una ricostruzione storica (anche se sono state consultate riviste e fonti d’archivio). In questa logica si comprende lo scarso riferimento agli studi che, sul mondo cattolico del secondo dopoguerra, sono già stati pubblicati negli ultimi anni e che sarebbero senz’altro serviti per collocare in un contesto più complessivo un’esperienza storica particolare.
Il Movimento lavoratori di Azione cattolica si situa nel solco di quegli interessi per il mondo del lavoro già espressi da Leone XIII nella Rerum Novarum, ma concretamente affonda le sue origini nella Gioventù cattolica degli anni Trenta. Il tentativo di organizzare un segretariato che si occupasse dei lavoratori fu uno degli elementi dello scontro tra Chiesa e regime del 1931; solo cinque anni dopo, a seguito del clima di enfasi nazionalistica e cattolica inaugurato con l’impresa di Etiopia, alla Chiesa fu concesso di dare l’avvio alla ?specializzazione? lavoratori. Fu però nel secondo dopoguerra che si assistette a una presenza nuova dei lavoratori cattolici nelle fabbriche, con un significativo impegno sindacale e politico; la scelta della Gioventù cattolica fu quella di stare nel movimento operaio, anche se questo era palesemente influenzato dal marxismo e dai partiti che a esso si rifacevano. Il Movimento dei lavoratori ha rappresentato un elemento di ?frontiera? nel mondo cattolico, e quindi ha incontrato varie difficoltà anche all’interno dell’associazione, proprio perché suo obiettivo era ?coniugare laicità ed ecclesialità con la fedeltà e il servizio al mondo del lavoro? (p. 5). Non è un caso che il Movimento sia stato particolarmente coinvolto nel nuovo clima, anche per le sollecitazioni del Concilio Vaticano II, e soprattutto nella contestazione operaia dell’?autunno caldo?: in polemica con le ACLI e coerentemente con la sua ?scelta religiosa?, l’Azione cattolica intese rifuggire da ?atteggiamenti para-politici o para-sindacali? (p. 207) e su questa linea si pose anche il Movimento lavoratori. Non mancherà però, nel febbraio 1970, la significativa fuoriuscita della maggior parte dei dirigenti del Movimento che, in armonia con il clima postconciliare, rivendicava una ?Chiesa degli operai? distinta e spesso contrapposta a quella ufficiale.

Daniela Saresella