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Valerio Marchi – «Il Serpente Biblico». L’on. Riccardo Luzzatto in Friuli fra culto della patria, antisemitismo e politica (1892-1913) – 2008

Valerio Marchi
Udine, Kappa Vu, 484 pp., euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2008

Dalla prima elezione politica, nel 1892, di Riccardo Luzzatto nel piccolo paese friulano di San Daniele alle dimissioni dello stesso, nel 1913, il libro di Valerio Marchi propone un’indagine prosopografica impegnata a ricostruire la particolare temperie politica, culturale, religiosa, creatasi in Italia e, nello specifico, in Friuli fra la fine del XIX e il primo decennio del XX secolo.Non facile affrontare problematiche così ampie restringendo il focus dell’analisi allo studio di un personaggio e di una terra. Tuttavia, l’a. dà ampia prova di riuscire a inserire gli eventi narrati in un contesto storico e geografico generale, ovvero, nazionale. L’avvocato Riccardo Luzzatto, ebreo, repubblicano, garibaldino della prima ora, viene eletto per la prima volta nel paese di San Daniele nelle file repubblicane attirando su di sé aspri strali da parte della comunità cattolica locale. Cosa rappresenta per essa Luzzatto? Le fonti proposte da Marchi non mostrano dubbi: rappresenta non solo l’inserimento dell’ebraismo emancipato nell’agone politico della nazione; incarna altresì quegli ideali avversi al pensiero intransigente cattolico attivo sul posto con propri, agguerritissimi, organi di stampa. Questi ultimi rappresentano uno dei principali e originali nuclei documentari, di cui lo studioso si è avvalso, che mette chiaramente in luce la stretta interdipendenza esistente fra la cultura dell’antiebraismo di matrice religiosa con quella dell’antisemitismo strettamente politico. Luzzatto in questa pubblicistica e in alcuni dei suoi esponenti più popolari ? su tutti spicca Illuminato Cecchini detto Paron Stefano di Massarioto ? è denotativamente definito come il serpente biblico evocando, con tale espressione, una semantica religiosa piegata ad attestare la pericolosità dell’ebreo, il cui accesso in seno allasocietà e alla vita italiane, gli era stato lecitamente vietato fino a metà ‘800. Non bisogna dimenticare, infatti, che proprio alla fine del secolo XIX l’antisemitismo prendeva le forme sempre più definite di componente essenziale per la mobilitazione propagandistica sul terreno elettorale: così l’ebreo Luzzatto non è solo il deicida, ma anche, aggiornando il serbatoio antiebraico, il massone, il liberale, l’anticlericale, l’avversario tout court dei valori incarnati dalla Chiesa. La battaglia elettorale richiama, come Marchi evidenzia ad ogni pagina, quelle forme di un pensiero stereotipato, sedimentatosi lungo i secoli, che fa dell’ebreo l’assoluto negativo di tutto ciò che sovverte un ordo universalis cristiano ritenuto il solo capace di governare le cose mondane così come le cose celesti.Il pregio ulteriore del volume sta in quell’allure narrativa, asciutta e vivace, che testimonia il piacere dell’a. nel narrare le vicende studiate. La «parabola» personale e politica di Luzzatto si inserisce in un quadro articolato che ci fa accedere a quel lembo d’Italia da una via apparentemente secondaria in cui si sono in realtà consumate dinamiche storiche di tutto un secolo.

Elena Mazzini