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Vezio Crisafulli. Politica e Costituzione. Scritti «militanti» (1944-1955)

Sergio Bartole, Roberto Bin (a cura di)
FrancoAngeli, 212 pp., € 27,00

Anno di pubblicazione: 2018

L’idea di raccogliere in un’antologia gli scritti che Vezio Crisafulli pubblicò sulla stampa non scientifica negli anni della sua militanza comunista merita senz’altro un plau- so. Il progetto, fortemente voluto da Sergio Bartole (come spiega Roberto Bin a chiosa della sua Introduzione), è agile e assai curato: raccoglie oltre ai numerosi scritti pubblicati sulla stampa di partito periodica e quotidiana, alcuni pareri resi da Crisafulli direttamente a Palmiro Togliatti su questioni costituzionali relative alla Corona, al Concordato, alla legge elettorale. E oltre che dalla già citata Introduzione di Bin, il volume è arricchito an- che da un più corposo saggio di Bartole intitolato Militanza politica e scienza giuridica nei contributi di Vezio Crisafulli alla stampa comunista e da una preziosa sitografia conclusiva, dalla quale è possibile accedere a una versione digitalizzata di tutti gli scritti militanti (anche di quelli non inseriti nel volume) pubblicati da Crisafulli nel periodo considerato.
Ma è soprattutto il valore scientifico di questa antologia di scritti che occorre sot- tolineare. Lungi dall’apparire «un’inopportuna incursione in un passato da [Crisafulli] successivamente ripudiato» (come nota Bartole, quasi temendo di dispiacere il maestro che il Pci abbandonò nel 1956), il volume offre invece uno sguardo su un decennio fon- damentale, ricchissimo di progettualità e non meno ricco di spunti di riflessione.
Uno di questi riguarda, ad esempio, la cultura costituzionale del Partito comunista. Che il Pci fosse, tra le forze antifasciste, quella maggiormente diffidente nei confronti del- la cultura giuridica e – parallelamente – quella presentatasi all’appuntamento costituente con minor preparazione teorica è un fatto noto. Tuttavia, lo iato si colmò progressivamen- te in corso d’opera e le iniziali affermazioni di principio lasciarono il posto a un più sano pragmatismo costituzionale. Di questa evoluzione, la cui storia è per buona parte ancora da scrivere, Crisafulli fu certamente uno dei principali artefici. Ma, di converso, riper- correre l’attività di divulgatore di temi costituzionali sulla stampa di partito del grande giurista contribuisce anche a illuminarne la complessiva traiettoria di pensiero. Anzitutto perché le restituisce storicità. La produzione militante degli anni ’40 e ’50, infatti, arric- chisce di senso quella più strettamente scientifica coeva e successiva (e probabilmente, ma questa è un’altra e più complessa vicenda, anche quella giovanile della fine degli anni ’30). A sorreggerle entrambe stava infatti una sincera esigenza palingenetica che Crisafulli con- divideva con tanti giuristi della sua generazione (Mortati in primis) e la cui realizzazione integrale essi affidavano non a questa o quella ideologia di partito (che al più poteva rap- presentare il contingente osservatorio dal quale si esprimeva un punto di vista), ma a una più ampia e generale ideologia della Costituzione, intesa però non solo e non tanto come cornice di garanzia, ma piuttosto come ambizioso progetto di trasformazione sociale.

Gregorio Massimiliano