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Vincenzo Greco – Greci e Turchi tra convivenza e scontro. Le relazioni greco-turche e la questione cipriota – 2007

Vincenzo Greco
Prefazione di Antonio Varsori, Milano, FrancoAngeli, 400 pp., Euro 28,00

Anno di pubblicazione: 2007

Questo ampio e denso volume fornisce alla comunità scientifica italiana un contributo prezioso, innanzitutto in quanto costituisce un’accuratissima silloge ed espozione della letteratura in lingua greca sulle relazioni greco-turche in età contemporanea e in particolare sulla spinosa questione di Cipro. Si vede nell’a., e si apprezza, l’entusiasmo giovanile, il desiderio di leggere tutto e di dire tutto, il rammarico (in un libro di 400 pagine, dall’andamento assai lento e di non amena lettura) di non poter indulgere in ulteriori particolari.Per quanto riguarda l’aspetto interpretativo, non si può non sottoscrivere quanto afferma a p. 13 il prefatore Antonio Varsori: «Va infine apprezzato lo sforzo dell’autore di assumere un atteggiamento nel complesso equilibrato». Greco infatti non si logora nell’inibente ricerca di un’assoluta obiettività ma persegue più utilmente l’onestà critica. Ciò vuol dire che non nasconde il proprio punto di vista, favorevole all’effettiva unità di Cipro (traduzione: dominio della maggioritaria comunità greca con il riconoscimento alla comunità turca dello status di minoranza con tutte le relative garanzie), ma consente al lettore di valutare serenamente opinioni differenti: quella di De Gaulle, per esempio, a cui bastò uno sguardo sulla faccenda per opinare che la spartizione fosse la soluzione più semplice, nonché, per quanto certamente dolorosissima, l’unica foriera di pace e di stabilità (p. 222).Sessanta anni dopo, appare difficile non associarsi a quell’antica opinione: è lecito supporre che da una sensata, concordata e pacifica spartizione che avesse garantito la massima sicurezza alle rispettive «minoranze» sarebbero con calma emersi tutti gli ottimi motivi per la confederazione e per una sempre maggiore integrazione; e che oggi, in particolare, la spartizione sarebbe di fatto superata dalla comune appartenenza all’Unione Europea.Il libro del Greco, tra i suoi molti pregi, mette bene in luce un aspetto tra i più singolari della vicenda, ossia la frequente mancanza di «gioco di squadra» tra lo Stato greco della madrepatria e la comunità greco-cipriota. Vista dalla parte greca, la controparte turca appare più compatta e sicura nelle sue scelte, ma questo resta da verificare.Come l’a. si inoltra in «cose turche», arrivano, al solito, gli errori e le imprecisioni (per esempio a p. 17). Tanto più rispetto a un’opera veramente seria e meritoria quale quella in oggetto, questo rilievo non ha nessun intento polemico e negativo. Se il presente recensore scrivesse senza consultarsi con nessuno di cose greche, incorrerebbe probabilmente in altrettante inesattezze. Quel che interessa dire è che la mutua e costante consultazione tra esperti dovrebbe essere pratica ovvia, normale, comune e organizzata, e questo potrebbe essere uno dei campi d’azione della SISSCO.

Fabio L. Grassi