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Vincenzo Saba – Il problema storico della CISL. La cittadinanza sindacale in Italia nella società civile e nella società politica (1950-1993) – 2000

Vincenzo Saba
Edizioni Lavoro, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Un lavoro che apertamente propone al dibattito storiografico sul sindacato una compiuta ipotesi interpretativa: è questo il carattere del libro che analizza la presenza della Cisl nella società italiana alla luce del “canone di interpretazione del divenire sindacale” (p. 16) proposto da Mario Romani, noto storico dell’economia.
Certamente, in esso si ripercorre la storia della Cisl attraverso quattro fasi che segnano un percorso per nulla unilineare. Agli anni cinquanta, che furono di rottura col passato e che vollero essere di fondazione di un “sindacato nuovo”, seguì un periodo di incertezze in cui si manifestarono i limiti di una dirigenza coinvolta più nella gestione organizzativa che nell’impegno ereditato; si propiziarono così gli anni dell’anomia interna, in cui la Cisl sembrò scoprire la classe come tratto distintivo della sua politicità, prima che un faticoso recupero di razionalità conducesse a rilanciare una soggettività sociale tra tentazioni neocorporative e consapevolezza della transizione, socio-economica prima che politica, rivelatasi nel 1989.
Soprattutto, però, l’essenziale e puntuale ricostruzione delle vicende della Cisl, spesso innovatrice nel campo delle relazioni industriali, viene condotta a sintesi attraverso l’ipotesi del “modello romanzano”: l’esistenza di uno stretto vincolo tra il sindacato nella sua dimensione associativa e l’allargamento della democrazia politica, in una società plurale e in un mercato capitalista che vede una graduata presenza dei poteri pubblici in economia. Si tratta di un’impostazione dalle significative ricadute tanto sul piano storiografico, quanto sul piano della lettura degli sviluppi futuri del movimento sindacale. Una proposta, insomma, aperta al confronto, ma che non può essere ignorata.
La ponderata riflessione di Vincenzo Saba, presidente della Fondazione Giulio Pastore e in passato docente di Storia del movimento sindacale alla Luiss, dona al lavoro il prestigio di uno storico che padroneggia come pochi altri contenuti e problematiche del suo oggetto d’analisi – ordinato in quattro distinte parti, scandite da agili e leggibili paragrafi interni. Il fatto che Saba sia stato per lungo tempo anche direttore del Centro Studi della Cisl a Firenze aiuta a comprendere la sua capacità di porre nella riflessione storiografica la concreta fisionomia del sindacato come soggetto collettivo; una attenzione, peraltro, che non ha nulla a che vedere con la produzione di storia militante che spesso ancora piega studi e studiosi a giochi di “bassa cucina” interna alle organizzazioni sindacali.
È, invece, alla più ampia attenzione degli studiosi della storia contemporanea che si segnala il valore del volume di Saba: una coerente ricostruzione storica che intende evidenziare le connessioni tra la piena cittadinanza del sindacato dei lavoratori e il rinvigorimento delle libertà e della democrazia nella società poliarchica dell’attuale transizione.

Andrea Ciampani