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Vito Antonio Leuzzi, Giulio Esposito (a cura di) – La Puglia dell’accoglienza. Profughi, rifugiati e rimpatriati nel Novecento – 2006

Vito Antonio Leuzzi, Giulio Esposito (a cura di)
Bari, Progedit, XI-348 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume raccoglie una serie di saggi ? alcuni dei quali già editi in una precedente opera curata ancora da Leuzzi ed Esposito ? che ripercorrono le vicende legate all’approdo sul territorio pugliese di profughi e rimpatriati, lungo un arco di tempo compreso tra gli inizi del XX secolo e il secondo dopoguerra. In particolare i singoli contributi intendono mettere a fuoco le modalità con cui sono state accolte le successive ondate di uomini e donne in fuga, modalità che naturalmente hanno trovato declinazioni specifiche in rapporto sia ai diversi momenti storici presi in considerazione, sia al profilo delle popolazioni a cui l’accoglienza è stata rivolta. Da un lato vengono dunque ricostruiti i diversi percorsi degli italiani espulsi dall’Egitto e da Smirne, degli armeni sfuggiti al genocidio, della moltitudine di persone deportate o costrette ad allontanarsi durante il secondo conflitto mondiale, ma destinate a rimanere profughe ben oltre la sua conclusione: fra di esse, un’attenzione particolare è dedicata agli ebrei. Dall’altro sono indicate nel dettaglio le attività promosse dalle istituzioni pugliesi, dall’associazionismo locale, dagli organi di governo, dagli Alleati e dalle organizzazioni internazionali, ovvero da tutti i soggetti che con l’arrivo dei profughi sono di volta in volta chiamati a provvedere alla prima assistenza, a mantenere l’ordine pubblico e ad affrontare la questione degli alloggi, che dal 1943 in poi assumono principalmente la forma di campi affollati, non di rado allestiti nelle precedenti strutture di internamento. Ad emergere dall’insieme dei contributi ? che presentano i risultati di accurate ricerche archivistiche, utilizzando nello stesso tempo memorialistica e fonti orali ? non è tanto «lo spirito di accoglienza delle popolazioni pugliesi» (p. V), identificato dai curatori come oggetto del proprio lavoro nelle pagine introduttive del volume. Il quadro complessivamente tracciato dai singoli autori riesce piuttosto a mettere in evidenza la peculiarità di una regione che, allungandosi nelle inquiete acque del Mediterraneo, diventa suo malgrado «terra di rifugio» e dunque area di confluenza di popolazioni diverse, ma anche luogo di elaborazione di quei provvedimenti ? spesso destinati a rivelarsi inadeguati ? con i quali le istituzioni rispondono ai problemi sollevati dall’arrivo dei profughi. La specificità e la rilevanza dell’esperienza pugliese avrebbero potuto emergere con maggior forza se, nel delineare l’impianto stesso dell’opera, si fosse riservata una maggiore attenzione tanto all’impatto che la questione dei profughi ha avuto sulla storia della regione, quanto alla collocazione delle strategie di accoglienza delle popolazioni in fuga nel più generale contesto politico locale, nazionale e internazionale.

Silvia Salvatici