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Vittorio Paolucci – La democrazia repubblicana nel Pesarese – 2006

Vittorio Paolucci
Urbino, Argalia, 242 pp., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2006

Giuseppe Mazzini e i repubblicani italiani, oltre a proporre un preciso disegno politico di unificazione nazionale (alternativo alla soluzione monarchico-dinastica poi prevalsa), erano anche sostenitori di un progetto sociale a difesa dei diritti dei lavoratori e dei ceti popolari. Non a caso all’interno della Prima Internazionale il dibattito e lo scontro, lungi dall’esaurirsi nella contrapposizione tra Karl Marx e Michail Bakunin, avevano in Mazzini un protagonista di primo piano. Ne seguì un’aperta rivalità tra marxisti e mazziniani. Tanto che, quando i primi dirigenti socialisti avviarono la propria opera di proselitismo e organizzazione sul territorio, in alcune zone d’Italia trovarono un temibile rivale proprio nei repubblicani. Il libro di Paolucci ricostruisce con molta precisione la natura dell’insediamento repubblicano in una di queste aree, le Marche e soprattutto il Pesarese. Grazie a una microanalisi territoriale molto minuziosa, il volume dimostra infatti la profondità del radicamento repubblicano nella zona e ne spiega le molteplici ragioni. Non si trattava soltanto dell’eco, intrisa di nostalgia, di una radicata tradizione risorgimentale. L’obiettivo della repubblica rispondeva piuttosto a una duplice esigenza: da un lato appariva la forma politica più rispondente agli ideali di libertà propugnati; dall’altro costituiva un progetto di organizzazione sociale egualitario ma non collettivista, più vicino alla mentalità e ai bisogni sociali dei lavoratori manuali della zona, prevalentemente piccoli artigiani. L’indagine dell’autore prende le mosse dalle campagne elettorali degli anni Settanta dell’Ottocento ? quando i funzionari di polizia del giovane Stato monarchico guardavano ai militanti repubblicani con molta più preoccupazione che non ai socialisti ? e prosegue attraverso l’analisi della evoluzione e del progressivo consolidamento del Partito repubblicano nella zona, fino alla nascita negli anni Novanta della Unione democratica sociale. È a questo punto che i rapporti con l’appena fondato Partito socialista si fanno tesi e ambivalenti: una tensione che deriva dal frequente acuirsi di antiche rivalità; una ambivalenza che trae origine dalla comune minaccia rappresentata dalla politica repressiva del governo. Sicché, per meglio illustrare la natura di queste dinamiche, l’autore completa il lavoro con un’analisi della stampa politica pesarese, fornendo così un’immagine esauriente del dibattito che animava la lotta politica della zona.

Paolo Mattera