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Vittorio Vidotto (a cura di) – Roma capitale – 2002

Vittorio Vidotto (a cura di)
Roma-Bari, Laterza, pp. 523, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume ripercorre la progressiva costruzione e affermazione di Roma quale capitale dello stato unitario italiano. Questa qualificazione nazionale della ?capitale? è essa stessa parte della vicenda ricostruita, giacché la ?Città eterna?, simbolo di un universalismo politico e religioso alimentato dal ricordo della grandezza imperiale e dalla presenza del Papato, è animata ? come ebbe a dire Mommsen e come riaffiora nelle pagine del volume ? da ?propositi cosmopoliti?. L’idea di una ?terza? Roma, non più imperiale né cristiana, collega invece indissolubilmente la metropoli all’Italia unita e al Risorgimento.
Anche per tale motivo il lettore può apprezzare la scelta del termine a quo operata nel volume; scelta che non cade sul 20 settembre 1870, ma sul 1846 con l’ascesa al soglio pontificio di Pio IX e con il ?rivelarsi? della missione nazionale della città. Da tale data la storia di Roma viene esplorata fino alla caduta del fascismo e al dissolversi del mito di Roma coltivato nel ventennio, attraverso un ampio numero di saggi che affrontano, con una pluralità di approcci, i profili demografici, sociali e culturali, i rapporti tra giunte capitoline e maggioranze parlamentari, la complessità e contraddittorietà della trasformazione urbana, le relazioni tra la città e il suo territorio, la debolezza del tessuto economico romano, lo sviluppo dei servizi.
Trattandosi di Roma, non poteva mancare un’accentuazione relativa alla dimensione religiosa (si vedano i saggi di Andrea Riccardi e Stefano Caviglia) e a quella monumentale (rivisitata con la consueta sensibilità da Bruno Tobia). Queste diverse prospettive e numerose sfaccettature sono saldate dalla densa Introduzione del curatore, nella quale vengono illuminati gli strumenti analitici utilizzati e prospettate alcune rivisitazioni critiche delle interpretazioni storiografiche correnti.
Il volume, essenzialmente orientato a una ricostruzione ?interna? della città e della rivoluzione da essa subita per adeguarsi al nuovo assetto unitario, lascia sullo sfondo alcune questioni che potrebbero essere utilmente riprese. Ad esempio, gli accenni alla atipicità di Roma ? capitale dello stato nazionale, ma priva del ruolo economico rivestito da altre capitali europee ? sollevano il problema dei suoi rapporti con le altre grandi città italiane.
Lo studio del passato si salda anche con argomenti di stringente attualità, offrendo una chiave per riflettere sulla realtà e sulle scelte presenti. In particolare, la nuova situazione istituzionale, che valorizza le metropoli regionali ? e, dunque, il tradizionale policentrismo italiano ? mostra l’urgenza di ripensare sia l’identità sia il ruolo della capitale, messi in ombra anche da un allargato contesto sovranazionale. Da questo punto di vista, pare a chi scrive che il volume suggerisca, soprattutto nel bel saggio dedicato da Vidotto alla Roma capitale del fascismo, una vena nostalgica, non ? ben s’intende ? per il fascismo e la sua ideologia ? ma per lo status nazionale allora rivestito dalla capitale.

Elisabetta Colombo