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Vittorio Vidotto – Italiani/e: dal miracolo economico a oggi – 2005

Vittorio Vidotto
Roma-Bari, Laterza, pp. IX-156, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume ripubblica, ampliato e aggiornato, il saggio La nuova società comparso nel VI volume della Storia d’Italia a cura di Sabbatucci e Vidotto (Laterza 1999), dedicato al periodo successivo al 1963. Il termine ?società? non convince l’autore che ritiene opportuno, in premessa, ?sottolineare l’ambito convenzionale e artificiale nel quale ci si muove quando si parla di ?società’ o di ?società italiana’. È un concetto privo di uno statuto definito e tanto meno definitivo? (p. VI). Contro il rischio di rappresentazioni impressionistiche e dunque arbitrarie, meglio affidarsi al ?rigore numerico delle statistiche?, che tuttavia sono inadeguate come chiave di lettura di una situazione complessa, poiché talvolta ?offrono un quadro deformato per eccesso di nitidezza e di certezze? (p. 29). È innegabile che statistiche e classificazioni diano conto in misura attendibile delle trasformazioni degli aggregati familiari e della presenza minoritaria ma consistente di forme diverse dalla famiglia nucleare e, ancora, attestino con evidenza la fine dell’Italia rurale a vantaggio di un pieno sviluppo industriale: si rivelano invece non sempre perspicue a descrivere altri aspetti della scena sociale. Due densi capitoli sono dedicati alla definizione delle classi e delle stratificazioni sociali e all’indagine su consumi e stili di vita. Classi e ceti medi urbani, a partire dai classici saggi di Sylos Labini, sono al centro delle rappresentazioni degli analisti sociali, segnate tuttavia dalle ?difficoltà derivanti da problemi di denominazione? che portano con sé ?il retaggio di una connotazione valutativa, in genere di origine ottocentesca, spesso di segno negativo, che ha radici profonde nelle tradizioni culturali e ideologiche europee? (p. 58): è il caso dei termini ?borghesia? e ?piccola borghesia?. E la soluzione terminologica comunemente adottata ? classi medie/ceti medi ? ?rappresenta in fondo anche un compromesso concettuale per uscire dal problema? (p. 59). Realtà ed esperienze della vita urbana trovano talvolta ?negli scrittori, in virtù dei meccanismi propri dell’invenzione letteraria, esempi di sintesi inconsapevole? (p. 51): lo sguardo obliquo di Marco Lodoli si posa efficacemente sui nonluoghi metropolitani e Luigi Meneghello restituisce il senso della perdita di linguaggi condivisi nella sua comunità d’origine. Sgretolatosi il valore euristico del concetto di ?classe?, esauritasi quella dimensione politica e organizzativa che, secondo Bourdieu, rende tale una classe, non esiste un modo condiviso di definire le gerarchie sociali. Forse si deve ?accettare che una società frammentata e poliedrica adotti criteri articolati e frammentati per descriversi? (p. 74). Il volume si chiude con una riflessione sull’identità italiana e sulla permanenza di quei tratti ? individualismo, mammismo, familismo, particolarismo, mancanza di etica pubblica ? che, benché costitutivi dello stereotipo sul carattere nazionale, sono pur sempre, secondo l’autore, ?il sale delle ricorrenti riflessioni? di colti e meno colti nel confronto tra ?noi e gli altri?.
Una sintesi senz’altro efficace quella compiuta da Vidotto con Italiani/e, il cui titolo, tuttavia, contiene una promessa verso la dimensione di genere che il volume solo parzialmente mantiene.

Rosanna De Longis