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Viviana Rossi – Prima e dopo la violenza. Movimenti di popolazione nella disgregazione della Jugoslavia – 2001

Viviana Rossi
Napoli, L’ancora del Mediterraneo, pp. 160, euro 14,46

Anno di pubblicazione: 2001

Dopo un decennio di guerre in ex Jugoslavia, cominciano ad apparire lavori storici di sintesi e di analisi, mentre fin’ora l’iniziativa è stata di giornalisti, sociologi, antropologi, scrittori. Il volume di Viviana Rossi, che affronta il tema importante dei movimenti di popolazione, si colloca a cavallo tra storia ed antropologia. L’autrice analizza il caso di Plavno, una piccola comunità della Krajina, passata nel 1991 dalla Repubblica Socialista Jugoslava di Croazia alla Repubblica Serba di Krajina e nel 1995 alla Repubblica di Croazia. L’operazione militare Tempesta (Oluja), che con la sua violenza si è abbattuta sulla popolazione serba dell’area costringendola ad un esodo tragico, immediato e quasi completo, rappresenta, nel volume di Viviana Rossi, il vero spartiacque tra ?prima e dopo?. Dalla fonte principale della ricerca, le interviste, l’autrice accoglie questa scansione temporale e simbolica che mette in secondo piano spazi di tempo importanti nella storia recente della regione (la grave crisi politica e di ordine pubblico del 1990 e il periodo di guerra e di sovranità serba 1991-1995). Gli intervistati sono quasi esclusivamente serbi ritornati o di passaggio a Plavno, paese che nel censimento del 1991 presentava una popolazione di nazionalità esclusivamente serba ma che era inserito in un ambito assai intricato a livello etnico e nazionale. È la stessa Rossi a rivelare nella prima parte del libro, che precede l’analisi delle testimonianze, la complessità della Krajina. La sua attenta ricostruzione storica, accompagnata da una lucida e documentata analisi descrittiva dei vari movimenti di popolazione, rileva anche i passaggi che, come ovvio, sono tralasciati dai racconti dei testimoni. I punti di attrito tra ricostruzione storica e rievocazione dei testimoni avrebbero meritato più attenzione, ed è un peccato che l’autrice non abbia sistematicamente raccolto testimonianze in altri paesi della Krajina. L’analisi condotta su due piani (su scala regionale e microanalitica) offre un quadro difficile da gestire, per l’autore e per il lettore. I risultati dell’esperienza sul campo propongono spunti di riflessione nuovi ed interessanti sugli aspetti teorici dei processi e fenomeni di nazionalizzazione, identificazione etnica, conflitto etnico; al tempo stesso le vicende raccontate dai protagonisti chiariscono e complicano il quadro offerto nella prima parte del libro e stimolano domande cui i serbi di Plavno non potrebbero dare risposta. Forse qualcosa di più ci avrebbero potuto dire soggetti di altri paesi della Krajina, con diverse esperienze e visioni della realtà e degli avvenimenti. Una efficace chiusura, con uno sforzo interpretativo e di discussione teorica, riesce in ogni modo a integrare le diverse prospettive dell’autrice (di sintesi storica e di analisi e commento del materiale raccolto) e quelle dei soggetti intervistati, dando omogeneità al lavoro, certamente valido ed interessante.

Giovanni D’Alessio