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War Films. Interpretazioni storiche del cinema in guerra

Stefano Pisu (a cura di)
Società Italiana di Storia militare, «Quaderno 2015», Milano, Acies edizioni, 695 pp., € 35,00

Anno di pubblicazione: 2015

I war movies sono stati, soprattutto nel mondo anglosassone, uno dei temi più fre- quentati nell’ambito dei Film studies e della storia contemporanea. Anche perché la pro- paganda di guerra – nel libro, ovviamente, si muove da un’idea di cinema a tutto campo, e si discute anche di televisione – e il cinema sulle guerre del passato hanno costituito un capitolo importante della storia del ’900. Non era facile, dunque, offrire qualcosa di ori- ginale. Un obiettivo pienamente raggiunto dalla raccolta di saggi curata da Stefano Pisu. La panoramica di contributi, infatti, delinea un ampio spettro di modi di discutere i film di guerra senza risultare per questo una miscellanea dispersiva o una semplice traduzione di cose già dibattute.
Nella prima sezione del libro, si parte dai «fondamentali», dalle premesse generali su cui scrivono G. Alonge, M. Ilari e P. Sorlin. Quest’ultimo, in particolare, fa un’osserva- zione dirimente: «Si può, su uno schermo, osservare la “realtà” di una guerra? La risposta, evidentemente, è no» (p. 67). I documenti audiovisivi possono essere utili – per Sorlin
– per illuminare aspetti, momenti di un conflitto e soprattutto rappresentano «un modo di giudicare e di interpretare» (p. 79), di influire sulla nostra comprensione delle guerre e del mondo.
Nelle sezioni seguenti, studiosi appartenenti a generazioni e ad ambiti di studi di- versi affrontano case studies, generi, singoli film, programmi televisivi, sulla base di un concetto molto ampio di guerra, che parte dal Medioevo (M. Merlo), passando per Napo- leone (L. Cuccoli e G. Buontempo) e arriva fino alle guerre più recenti (la «Video-Jihad», su cui scrive L. Donghi o la Guerra del Golfo, di cui parla P. Taylor) e a conflitti non combattuti sul campo di battaglia (come la «guerra fredda», nel gustoso contributo di M. Del Pero sulla serie The Americans) o a quelli spaziali, a cui è dedicato il saggio, veramente originale, di E. Terzuolo.
Accanto a tematiche più tradizionali (il cinema e la propaganda del fascismo), ve ne sono altre meno battute in ambito italiano. Come quella sul «Cinema Impero», in cui vanno segnalati i contributi di A. Argenio sul cinema francese e la guerra d’Algeria e quello di M. Zinni sul cinema coloniale inglese e francese; o come gli anime giapponesi (M. Teti). Naturalmente la data di pubblicazione ha fatto sì che il primo conflitto mon- diale avesse uno spazio rilevante sia per quanto riguarda il cinema (Alonge, Ghigi), sia per quanto concerne la televisione (V. Roghi).
Da segnalare, infine, i saggi di V. Zagarrio che riesce a ritagliare un percorso origi- nale attraverso i film sulla guerra del Vietnam, quello di D. Ellwood sugli americani e la campagna d’Italia e, infine, quello di F. Chiara sulle co-produzioni italo-jugoslave, prima fra tutte La battaglia della Neretva.

Ermanno Taviani