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Warren J. Samuels (a cura di) – European economists of the early 20th century, vol. 2: Studies of neglected continental thinkers of Germany and Italy – 2003

Warren J. Samuels (a cura di)
Cheltenham, Edward Elgar, pp. XIV-307, £ 75,00

Anno di pubblicazione: 2003

Questo volume, che si avvale per l’Italia della collaborazione editoriale di Riccardo Faucci, fa seguito a un altro (1998) dedicato a economisti ?dimenticati? di Belgio, Francia, Olanda e paesi scandinavi. Il progetto della serie è esposto da Samuels in una Introduzione che prende le mosse dall’insoddisfazione per la ricostruzione dell’evoluzione della scienza economica canonizzata soprattutto nei manuali angloamericani, che per il periodo a cavallo tra Otto e Novecento concentra la propria attenzione sulla cosiddetta ?rivoluzione marginalista? e sulle principali ?scuole? neoclassiche (l’anglosassone, l’austriaca, quella di Losanna e quella svedese). In questa ricostruzione l’unica voce dissonante è spesso quella della Scuola Storica tedesca, chiamata in causa in virtù del Methodenstreit degli anni 1880 tra Menger e Schmoller, mentre scarso è lo spazio dedicato agli istituzionalisti americani e agli autori socialisti. L’idea è dunque quella di andare a cercare nelle varie tradizioni nazionali autori che abbiano contribuito non solo a settori importanti della teoria economica, ma anche a definire impostazioni teoriche e metodologie complementari o alternative al mainstream.
Gli autori italiani proposti nel volume sono, nell’ordine (sic!), Costantino Bresciani Turroni (1882-1963), di cui Piero Bini ricostruisce in particolare gli studi sull’iperinflazione tedesca; Gustavo Del Vecchio (1883-1972), i cui diversi campi di studio, dalla storia delle teorie economiche, alla dinamica economica, agli studi su moneta, credito e interesse sono tratteggiati da Riccardo Realfonzo; Giovanni Demaria (1899-1998), di cui Aldo Montesano presenta il tentativo di costruire una teoria generale della dinamica economica sulla base dei concetti di ?entelechiani? (nuovi e inattesi eventi che influenzano le variabili economiche) e ?propagatori? (strutture che rappresentano l’organizzazione sociale e danno vita ai fenomeni economici); Achille Loria (1857-1943), che Riccardo Faucci e Stefano Perri propongono attraverso un’analisi del filo conduttore che lega tra loro le principali opere e una ?ricostruzione razionale? del contributo alla teoria del valore e della distribuzione (collocabile nella linea teorica Ricardo-Marx-Sraffa); Angelo Messedaglia (1820-1901), di cui Anna Pellanda delinea gli interessanti contributi alla metodologia economica, alla finanza pubblica, alla popolazione e alla moneta (omettendo purtroppo quelli relativi alla statistica); infine Umberto Ricci (1879-1946), l’analisi dei cui originali lavori sui controversi temi del capitale, della domanda e del risparmio è affidata ancora a Piero Bini.
Viene da pensare che questi saggi vogliano preludere alla costruzione di un manuale ?allargato? di storia del pensiero economico di cui ambiscano a diventare altrettanti capitoli. Qualche dubbio rimane sugli economisti selezionati: tutti indubbiamente interessanti, ma per alcuni, come Loria e Messedaglia, è discutibile la collocazione primonovecentesca. Tra gli assenti ingiustificati spiccano Marco Fanno e Luigi Einaudi.

Marco E.L Guidi