Stampa estera: Libération (FR)
Nelle settimane oggetto di questa rassegna stampa i giornali hanno dedicato molto spazio al riflesso della vittoria elettorale di Donald Trump, alle sue implicazioni per il futuro dell’Europa, agli effetti che avrà sull’economia e sull’andamento dei principali conflitti in corso [1] (soprattutto quelli in Ucraina [2] e in Palestina [3]).
Riguardo agli eventi in corso a Gaza, ha suscitato polemiche l’articolo con cui la senatrice a vita Liliana Segre è intervenuta nelle pagine del Corriere della Sera a proposito della campagna israeliana in corso e sull’uso, a suo parere improprio e fuorviante, del termine genocidio [4].
Inoltre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, molti sono stati gli articoli che hanno criticato la direzione della fiera della piccola e media editoria tenutasi a Roma (Più libri, più liberi) che vedeva tra gli invitati anche il filosofo Lorenzo Caffo, coinvolto in un processo e poi condannato per lesioni gravi nei confronti dell’ex compagna. La possibile presenza di Caffo alla fiera è stata ritenuta da gran parte dell’opinione pubblica offensiva e inopportuna, dato che l’evento era dedicato alla memoria di Giulia Cecchettin.
Fascismo, seconda guerra mondiale e Resistenza
In occasione di recenti pubblicazioni, anniversari o ricorrenze, i giornali hanno dato un certo spazio ad approfondimenti legati alla storia del fascismo, della seconda guerra mondiale, dell’Olocausto e della Resistenza.
Su la Repubblica Marco Mondini ha ricordato gli eventi chiave che hanno caratterizzato l’ascesa del fascismo in Italia. Partendo da episodi tragici come l’incendio del Narodni dom di Trieste e l’assalto a Palazzo d’Accursio a Bologna il 21 novembre del 1920, Mondini ha ricordato ai lettori come una parte degli italiani, reduce dalla Prima guerra mondiale, impoverita e arrabbiata, fosse ormai profondamente avvezza all’uso della violenza e all’esperienza della morte. Così si spiegherebbero, accanto alle motivazioni ideologiche, molti degli attacchi squadristi che portarono poi all’ascesa del regime [5].
Presentando il volume Il nemico numero uno, a cura di Yael Calò, Lia Toaff e Luciano Zani, edito da Viella, l’Avvenire riprende il tema della Resistenza italiana al nazifascismo. Partendo proprio dal lavoro di Zani, Vincenzo Grienti apre una finestra di approfondimento su una serie di episodi che la storiografia ha poco o in parte considerato, ovvero il ruolo di altre figure, oltre a quelle dei partigiani, che hanno combattuto contro il nazifascismo in Europa. È il caso della banda organizzata dal carabiniere Matteo Mureddu, che operò all’interno del Quirinale. Il nucleo si insediò dopo il 16 ottobre 1943, giorno di uno dei più grandi rastrellamenti di ebrei in città. Della resistenza immediata dopo l’8 settembre ci sono molte testimonianze, ovunque, tra le varie forze dell’ordine che rifiutarono di consegnare le armi e si difesero combattendo contro i tedeschi. Si tratta di piccoli o grandi momenti della storia della Resistenza che la storiografia ha talvolta ignorato [6].
Sempre su questi temi, in occasione della pubblicazione di Storia internazionale della Resistenza italiana, volume di Chiara Colombini e Carlo Greppi edito da Laterza, Simonetta Fiori su la Repubblica parla del ruolo della resistenza “meticcia”, transazionale e migrante durante la guerra di liberazione in Italia. Il lavoro di Colombini e Greppi cerca di riconnettere la memoria pubblica con le molte memorie locali che la storiografia ha intercettato in misura minore, dando spazio alle vicende di tante persone straniere (la stima è di circa ventimila) che presero parte alla resistenza italiana [7].
Sempre su questi temi, Antonio Carioti ha ricordato ai lettori del Corriere della Sera l’appuntamento con il convegno dedicato alla guerra di Liberazione nell’ottantesimo anniversario della nascita del comando generale del Corpo volontari della libertà. L’iniziativa si è tenuta il 28 novembre a Milano, a Palazzo Cusani [8].
Sul tema della seconda guerra mondiale in Italia, Paolo Mieli presenta ai lettori del Corriere il volume L’ultimo inverno di guerra. Vita e morte sul fronte dimenticato, di Gastone Breccia, pubblicato recentemente dal Mulino. Il libro si concentra sulle vicende della battaglia combattuta sulla Linea gotica nell’ultimo inverno della seconda guerra mondiale e ricostruisce i tentativi di entrambi gli schieramenti in campo di “prendere tempo” sul fronte italiano, a dispetto delle grandissime perdite, impiegando il massimo sforzo per distrarre il nemico da altri fronti [9].
Sull’Olocausto Frediano Sassi racconta ai lettori del Corriere della Sera l’importanza di un’opera appena riedita da Giuntina. Si tratta di Anus Mundi. Cinque anni ad Auschwitz-Birkenau, una cronaca scritta dal polacco Wieslaw Kielar, prigioniero per cinque anni “in quello che divenne il sistema concentrazionario e il centro di sterminio simbolo dell’Olocausto”. L’opera di Kielar, ripubblicata con una nuova traduzione di Alessandro Pugliese, spicca tra le altre cronache per la capacità di restituire in maniera profonda “il lato umano e la forza di vita di una parte dei prigionieri e delle detenute e insieme la quieta normalità con cui i tedeschi perpetuarono i loro crimini” [10].
Violenza sulle donne
Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, pertanto nei giornali delle ultime settimane il tema – purtroppo attualissimo – è stato sollevato con frequenza. Accanto alla questione della violenza si è discusso diffusamente della disparità tra generi e su quanto ancora resta da fare per superare certi retaggi. Sull’Avvenire è stato trattato il tema del patriarcato e dei passi fatti nel corso dei decenni per eradicarlo dalla legislazione: abolizione dello ius corrigendi nel 1956, del delitto d’onore nel 1981, lo stupro diventato reato contro la persona nel 1996, quando peraltro fu codificata una visione allargata e “inclusiva” di violenza sessuale. Nonostante ciò, come sappiamo e come ricorda anche l’Avvenire, il patriarcato non è mai scomparso e condiziona ancora con forza la vita quotidiana delle donne [11].
Nelle pagine de il manifesto Cristina Galasso presenta il volume L’autodifesa delle donne. Pratiche, diritto, immaginari nella storia, curato da Simona Feci e Laura Schettini e pubblicato recentemente da Viella. Composto da tredici saggi scritti da quindici autrici, il volume si presenta come una ricostruzione di lunghissimo periodo che va dall’età moderna ai nostri giorni. Attraverso fonti molto diverse (giudiziarie, letterarie, orali), l’autodifesa delle donne “viene ricostruita in un ventaglio ampio e approfondito di sensi e contesti: come pratica politica, collettiva e individuale, di resistenza, autoliberazione, autodeterminazione, come affermazione del proprio diritto a proteggersi e a mettersi in sicurezza, a reagire e a salvarsi dalla violenza maschile” [12].
Intorno a questi temi sono molto suggestive le immagini contenute in un’altra novità editoriale, il volume fotografico di Paola Agosti, realizzato in collaborazione con Benedetta Tobagi: Covando un mondo nuovo. Viaggio tra le donne degli anni Settanta (Einaudi). Il libro racconta per immagini un pezzo di storia dei movimenti femministi in Italia [13].
Sciopero generale e lavoro
In vista del grande sciopero nazionale del 29 novembre, promosso dalle maggiori sigle sindacali italiane, alcune testate hanno rilevato un certo allarmismo, spesso ingiustificato, da parte di organi di governo e di alcuni dei media. Su il Fatto quotidiano, riprendendo un’intervista a Luigi Manconi al Corriere, Antonio Padellaro giudica eccessivo l’atteggiamento del governo nei confronti delle odierne manifestazioni di piazza, paragonate in maniera del tutto impropria a quelle degli anni Settanta [14].
Sempre sul Fatto quotidiano, Giuliano Garavini ripercorre le tappe che dai primi anni Novanta hanno cambiato il mondo del lavoro e delle relazioni sindacali in Italia. L’analisi parte da quello che l’autore chiama “peccato originale” dei sindacati italiani, ovvero la sottoscrizione di una serie di misure: “l’abolizione della ‘scala mobile’, la rinuncia alla contrattazione e l’impegno alla moderazione salariale a oltranza con riferimento alla ‘inflazione programmata’, come via maestra per abbattere l’inflazione, rafforzare la stabilità del cambio e rendere più competitive le imprese italiane”. Accanto a questi provvedimenti, che portarono a una frattura netta tra sindacati, lavoratori e cittadinanza, Garavini elenca tutta una serie di promesse mai mantenute, come gli interventi sulle tariffe, la lotta all’evasione, la promozione dell’occupazione e gli investimenti nel pubblico [15].
Cancel culture, “crisi” della società occidentale e dintorni
Il Foglio traduce un articolo pubblicato di recente nella rivista francese Causeur, in cui la demografa francese Michèle Tribalat presenta il volume The War Against the Past: Why the West Must Fight for Its History (Polity, 2024) del sociologo di origine ungherese, naturalizzato canadese, Frank Furedi. Nel volume l’autore analizza e attacca “le ideologie decoloniali in voga e la cancel culture”, sostenendo che il passato vada difeso a ogni costo “dagli archeologi del rancore alla ricerca di una punizione collettiva” [16].
Nello stesso giornale, che dedica con frequenza spazio a commenti critici contro la cancel culture e contro quella che definisce “cultura woke”, si riprende il tema in un articolo più vasto scritto dal filosofo francese Rémi Brague, il quale individua una serie di presunti fattori di crisi nelle società di Europa e Nord America, che a suo avviso porteranno alla scomparsa “dell’uomo occidentale”. Il primo fattore sul banco degli imputati è l’immigrazione, messa in relazione con la crisi di natalità dell’Occidente. Il secondo punto chiama in causa la percezione della storia occidentale, vista e percepita solo “come una serie di crimini”. Come terzo fattore di crisi Brague indica l’odio verso il cristianesimo, descrivendolo come un “desiderio positivo di estinguere la Chiesa e la religione”. Successivamente chiama in causa l’attività di “decostruzione” della famiglia, del corpo e della “divisione sessuale”, a suo avviso teorizzati da “certe” scuole sociologiche. In ultimo il filosofo mette sotto accusa le visioni “ecologiste”, che a suo avviso hanno dipinto l’uomo come un predatore insaziabile e quella umana come la specie più dannosa per il pianeta [17].
Nei giorni successivi all’articolo di Brague, sempre su il Foglio, sono comparsi altri contributi di commento e discussione dell’articolo precedente, ma sostanzialmente sulla stessa linea ideologica, come dichiarato nel titolo: “Odio e risentimento, libertà mal compresa e wokismo imperante. Repliche e spunti sul saggio di Rémi Brague” [18].
Scomparse, anniversari
Nelle sue pagine il Corriere della Sera ha salutato Gianfranco Calligarich, scomparso il 25 novembre all’età di 85 anni. Lo scrittore, giornalista e sceneggiatore, venne reso popolare dal suo primo romanzo, L’ultima estate in città (Garzanti, 1973), un lavoro che conobbe un duplice successo, sia all’esordio sia nelle sue ristampe più recenti [19].
Il Giornale dedica invece un articolo alla scomparsa di Filippo Panseca, artista siciliano vicino al Partito socialista, collaboratore di Craxi e autore del celebre garofano rosso [20]. Allo stesso è dedicato anche un ricordo di Filippo Ceccarelli su la Repubblica [21].
Il 30 novembre ricorreva l’anniversario dei centocinquanta anni dalla nascita di Winston Churchill, sia il manifesto che il Giornale ricordano la ricorrenza, insistendo però su aspetti diversi della biografia dell’ex politico britannico. Francesco Perfetti ricorda ai lettori de il Giornale una figura molto positiva, vincitore della seconda guerra mondiale, conservatore “naturale” capace di unire il popolo britannico nella battaglia contro il nazismo [22]. Sulla stessa linea è anche un altro articolo de il Giornale, scritto da Eleonora Barbieri, che offre ai lettori alcuni aspetti più personali e intimi della vita di Churchill, dalla passione per il brandy alla vita lussuosa [23]. Pur non negando questi aspetti, che appartengono ormai a un diffuso e acritico culto che riguarda la figura dello statista, nelle pagine de il manifesto Guido Caldiron ricorda ai lettori le parti più oscure e critiche della sua biografia, utilizzando alcuni spunti tratti, tra gli altri, anche dal lavoro dello storico Tariq Alì, Vita e malefatte di Winston Churchill, recentemente tradotto in Italia da Leonardo Clausi per l’editore DeriveApprodi [24].
Novità editoriali
Lo storico Donald Sasson, in un’intervista all’Avvenire, parla del suo ultimo volume dedicato alle rivoluzioni (Rivoluzioni. Quando i popoli cambiano la storia, Garzanti). Nel volume l’autore decide di sfatare alcuni miti consolidati su questi eventi, prendendo in esame alcune delle rivoluzioni che più hanno segnato il corso della storia [25]. Nella stessa testata è recensito il volume di Lutz Hachmeister, Hitlers Interviews. Der Diktator und die Journalisten (Kiepenheuer & Witsch). Un lavoro che ha raccolto molta della documentazione prodotta negli anni Trenta (interviste prevalentemente rilasciate a testate anglofone) in cui Adolf Hitler fa comprendere in tempi non sospetti la portata delle sue idee e il posto che avrebbe cercato di ottenere nel mondo, le sue concezioni sulla razza e sul concetto di nazione [26].
Sull’onda della grande avanzata delle destre in Europa, il volume di Olivier Mannoni, Coulée brune, comment le fascisme inonde notre langue, porta l’attenzione del lettore sul linguaggio utilizzato nelle campagne di propaganda, manipolazione, semplificazione del ragionamento e vocabolario ridotto, continui sofismi che nell’insieme accomunano molti dei leader della storia recente [27].
Nelle pagine del Corriere della Sera Aldo Cazzullo presenta il volume Jerusalem suite. Un hotel in prima linea tra Israele e Palestina di Francesco Battistini, appena pubblicato da Neri Pozza. Inviato in prima linea in diversi conflitti, l’autore racconta oltre un secolo e mezzo di vicende mediorientali viste dall’American Colony di Gerusalemme, uno degli alberghi storici della città [28].
Per la rubrica “Il chierico vagante”, su Il Fatto quotidiano, viene recensito il volume di Gaetano Quagliarello sulla Storia d’Italia in dodici romanzi. Il racconto del Paese dall’unità al terrorismo (1860-1980). L’autore sceglie Todo modo di Sciascia per analizzare il processo di “secolarizzazione” che coinvolse l’Italia democristiana [29].
Sempre a un altro particolare evento della Prima Repubblica è dedicato il volume Si può si deve. L’ufficiale democratico che ha sfidato l’infedeltà di Stato, edito da Pigreco, di Mario Ciancarella. Autore e protagonista del volume, egli descrive i fatti che lo hanno coinvolto a partire dal 1977, anno della strage del monte Serra, la condanna ricevuta, le indagini poco chiare, e il successivo coinvolgimento nelle inchieste per la strage di Ustica, quando fu arrestato e poi rilasciato per estraneità dei fatti [30] .
Il Fatto Quotidiano dedica invece uno spazio a Eravamo come fratelli di Daniel Schulz (traduzione di Federico Scarpin, Bottega Errante Edizioni, 2024), romanzo di formazione per le generazioni che hanno vissuto il crollo del muro, un lavoro quasi autobiografico che racconta della società tedesca, le contraddizioni del Paese e le crepe lasciate dalla DDR [31].
Il Foglio pubblica un estratto de La repubblica dei fucili, una raccolta di saggi scritti dallo storico statunitense Richard Hofstadter (1916-1970) e recentemente pubblicata in italiano da Luiss University Press, con un’introduzione di Emanuele Bevilacqua. Nel volume sono raccolti gli scritti che il celebre studioso statunitense dedicò al rapporto, spesso ambiguo, che gli Stati Uniti hanno con le armi da fuoco e la violenza, fattori che giocano un ruolo centrale nell’immaginario statunitense [32]. La figura di Hofstadter, per decenni docente alla Columbia University e vincitore di ben due Premi Pulitzer, è ricordata per la stessa uscita editoriale anche dal Manifesto, ma in un più articolato percorso di letture sugli Stati Uniti contemporanei proposto da Guido Caldiron [33].
Su il Foglio Giancarlo Mancini presenta il volume Inganno di Stato (Einaudi, 2024), un lavoro recente di Giorgio Boatti che ricostruisce storie e vicende di alcuni uomini che fecero parte della polizia politica del regime fascista, illuminando la continuità tra fascismo e Repubblica [34].
Nelle pagine de il manifesto Chiara Giorgi ha tratteggiato brevemente la figura di Giulio Alfredo Maccacaro, uno dei principali innovatori nel campo delle scienze mediche tra anni Sessanta e Settanta, che contribuì “alla messa in discussione di una scienza medica che non riconosceva l’essere umano come soggetto libero e consapevole”. Alla figura di Maccacaro il 26 novembre 2024 a Roma è stato dedicato un convegno all’Accademia dei Lincei, organizzato da proprio da Chiara Giorgi con Annalisa Rosselli e Paolo Vineis [35].
Sempre nelle pagine de il manifesto Costanza Margiotta ha anticipato ai lettori uno stralcio del suo intervento al convegno organizzato all’Università di Camerino, il 28 e il 29 novembre, dedicato alla figura e all’eredità di Norberto Bobbio [36].
Nelle pagine de il manifesto Goffredo Fofi presenta ai lettori un interessante lavoro di ricerca appena pubblicato da Donzelli: L’alba dell’antimafia. Palermo, «L’Ora» e le prime inchieste sull’«onorata società», un libro di Ciro Dovizio che ricostruisce la storia di un giornale fondamentale per guardare e comprendere le vicende siciliane, le trasformazioni della mafia e un pezzo importante della storia d’Italia [37].
Lelio La Porta presenta ai lettori de il manifesto un saggio che ricostruisce la vita, il lavoro e le idee di Mario Alighiero Manacorda; intellettuale, pedagogista e storico dell’educazione che offrì un contributo fondamentale alla politica culturale del Partito comunista italiano. In particolare viene ricordata la profonda elaborazione teorica fornita da Manacorda al Pci, specialmente in occasione del dibattito sulla riforma della scuola secondaria. La biografia intellettuale del pedagogista è stata ricostruita da Luca Silvestri nel volume Una vita onnilaterale. La riflessione pedagogica di Mario Alighiero Manacorda (1914-2023), pubblicato dall’editore Unicopli. [38]
Al Torino film festival è stato presentato il film Controluce, di Tony Saccucci, dedicato alla vita e all’opera di Adolfo Porry-Pastorel (1888-1960), uno dei padri del fotogiornalismo italiano, nonché uno dei primi “paparazzi”. Onorando il motto che aveva fatto incidere sui suoi biglietti da visita, “fotografo ovunque tutto”, a partire dagli anni Dieci del Novecento praticò il mestiere di fotoreporter per alcuni decenni, muovendosi con libertà, intelligenza e molti rischi anche durante il regime fascista, collaborò con la Resistenza e nel dopoguerra dopo il ritiro dal lavoro divenne sindaco di Castel San Pietro Romano, in cui “convinse Vittorio De Sica a girare Pane, amore e fantasia”. Annunciando la proiezione del film a lui dedicato, Gian Antonio Stella ne racconta la figura e l’opera in un articolo sul Corriere della Sera [39].
In occasione di un convegno organizzato a Napoli, Antonio Carioti ricorda nelle pagine del Corriere della Sera la vita e l’opera di Giuseppe Galasso, studioso e docente di storia medievale e moderna all’Università Federico II di Napoli [40]. Nelle stesse pagine si dedica spazio a una tre giorni di convegno (21-23 novembre) dedicata alla figura e al lavoro di Angelo Del Boca, promossa dall’Isrec di Piacenza insieme con l’Istituto Parri [41].
Note
[1] Leonardo Becchetti, Gli atti di “de-escalation” che servono a far cessare le guerre, Avvenire, 23/11/2024
[2] Paolo Benanti, Benanti: la democrazia alla prova del potere dei calciatori, Avvenire, 21/11/2024
[3] Anna Maria Brogi, Foa. Genocidio? Parola tabù in Israele. Bene che il Papa l’abbia pronunciata, Avvenire, 19/11/2024; Anna Maria Brogi, I giudici preliminari dell’Aja: «Arrestare Netanyahu e Gallant», Avvenire, 21/11/2024.
[4] Liliana Segre, Genocidio: la parola malata, Corriere della Sera, 29/11/2024.
[5] Marco Mondini, Mussolini e l’assalto fascista che svelò lo squadrismo nero, la Repubblica, 20/11/2024.
[6] Vincenzo Grienti, La Resistenza al Quirinale fu fatta dai carabinieri, Avvenire, 19/11/2024.
[7] Simonetta Fiori, Gli “altri” che fecero la Resistenza, la Repubblica, 19/11/2024.
[8] Antonio Carioti, E il Corpo volontari della libertà festeggia ottant’anni, Corriere della Sera, 26/11/2024.
[9] Paolo Mieli, Il proclama alleato che gelò i partigiani, Corriere della Sera, 26/11/2024.
[10] Frediano Sassi, Tre fette di pane, decine di calci. Diario dall’abisso, Corriere della Sera, 18/11/2024.
[11] Viviana Daliso, Antonella Mariani, Chiara Vitali, Quella violenza sommersa sulle donne che non va normalizzata, Avvenire, 23/11/2024.
[12] Cristina Galasso, Le donne e l’autodifesa, percorsi di studio e attivismo, il manifesto, 23/11/2024.
[13] Simonetta Fiori, Le ragazze che fecero la rivoluzione, la Repubblica, 23/11/2024.
[14] Antonio Padellaro, I paragoni imbecilli con gli anni ’70, Il Fatto quotidiano, 24/11/2024; Giovanni Dosi, Università, dal taglio dei fondi, l’addio all’istruzione pubblica, Il Fatto quotidiano, 25/11/2024.
[15] Giuliano Garavini, Il “peccato originale” del 1992 e la “rivolta sociale” di Landini, Il Fatto quotidiano, 25/11/2024.
[16] Fare tabula rasa del passato, Il Foglio, 25/11/2024.
[17] Rémi Brague, Perché l’uomo occidentale si è ridotto a odiare sé stesso, Il Foglio, 27/11/2024.
[18] Il Foglio, 29/11/2024.
[19] L’ultima volta di Calligarich, voce del Novecento, Corriere della Sera, 27/11/2024.
[20] Roberta Damiata, Addio a Filippo Panseca, l’artista che inventò il garofano rosso simbolo del Psi, Il Giornale, 24/11/2024.
[21] Filippo Ceccarelli, Addio Filippo Panseca, l’artista del garofano che trasformò Craxi in un faraone, la Repubblica, 24/11/2024.
[22] Francesco Perfetti, Nel nome di Winston, Il Giornale, 30/11/2024.
[23] Eleonora Barbieri, I brandy, i lussi, i viaggi… Vita inimitabile di Churchill, Il Giornale, 30/11/2024.
[24] Guido Caldiron, Winston Churchill, le ombre oltre il mito di un eroe incerto, il manifesto, 28/11/2024.
[25] Silvia Guzzetti, Donald Sassoon: «Si fa troppo presto a dire “rivoluzione”», Avvenire, 25/11/2024.
[26] Gianni Santamaria, Il gioco di Hitler con i corrispondenti della stampa estera, Avvenire, 01/12/2024.
[27] Nicolas, Massol, Cinque ouvrages pour penser le risque de l’extrême droite, Libération, 21/11/2024.
[28] Aldo Cazzullo, Camere con vista sulla storia, Corriere della sera, 18/11/2024.
[29] Fabrizio D’Esposito: Secolarizzazione. La Dc era già defunta nel 1974: “Todo modo” di Scaiscia è un capitolo di storia, Il Fatto quotidiano, 18/11/2024.
[30] Gaia Scacciavillani, Caso Ciancarella, il Quirinale si defila, Il Fatto quotidiano, 22/11/2024.
[31] Michela AG Iaccino, Politica, botte, ingiustizie: gli abissi tedeschi anni ’90, Il Fatto quotidiano, 01/12/2024.
[32] Violenta eppure faro del mondo. Il paradosso dell’America armata, Il Foglio, 19/11/2024.
[33] Guido Caldiron, Un cuore di tenebra all’ombra del mito, il manifesto, 21/11/2024.
[34] Il Foglio, 27/11/2024.
[35] Chiara Giorgi, Giulio A. Maccacaro, una visione sistemica e politica del modello di cura e sanità, il manifesto, 23/11/2024.
[36] Costanza Margiotta, Norberto Bobbio e la sua «apertura» al marxismo, il manifesto, 27/11/2024.
[37] Goffredo Fofi, Storia siciliana di un quotidiano e delle sue lotte, il manifesto, 30/11/2024.
[38] Lelio La Porta, La riflessione pedagogica di Mario Alighiero Manacorda, il manifesto, 29/11/2024.
[39] Gian Antonio Stella, Clic! E Mussolini s’infuriava, Corriere della Sera, 23/11/2024.
[40] Antonio Carioti, Giuseppe Galasso, storia viva, Corriere della Sera, 20/11/2024.
[41] L’Italia e le colonie, la strada aperta da Angelo Del Boca, Corriere della Sera, 20/11/2024.