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7. Rassegna stampa dal 3 al 16 aprile 2022

A cura di Deborah Paci e Gregorio Taccola
Stampa Estera: Libération, (FR); The Jerusalem Post, (IL)

Nel periodo coperto da questa rassegna l’interesse per la storia dimostrato dalla stampa italiana si è focalizzato sull’approfondimento della guerra russo-ucraina, con particolare attenzione per il tema della violenza a seguito delle notizie sul massacro di Bucha. Altri temi d’interesse storico affrontati sulla stampa riguardano la nuova sentenza sulla strage di Bologna e, tra le ricorrenze, si è data notizia del 170° anniversario della fondazione della Polizia di Stato per quanto non sia stato accompagnato da approfondimenti storici di rilievo. A dispetto del dibattito all’interno della comunità scientifica, non ha ricevuto significativa attenzione neppure l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini. Si segnalano infine numerose recensioni di libri a carattere storico o storiografico pubblicati di recente che occupano soprattutto le pagine culturali dei quotidiani.

Guerra russo-ucraina

L’attenzione storica della stampa si è concentrata pressoché completamente sulla guerra russo-ucraina, seppur con diverse declinazioni.  Quasi marginale in Libération [1], mentre Adriano Roccucci si sofferma sul ruolo diplomatico della Santa Sede [2] . Emanuela Zampa prende in analisi la Gagauzia, territorio nella parte meridionale della Moldavia, legato al suo passato sovietico e alla Turchia [3] ; Fernando Gentilini dedica un focus alla monumentalistica, che in Ucraina rievoca l’epopea dei cosacchi del Dnepr [4] .Una delle chiavi interpretative ricorrenti è l’analogia: le sanzioni alla Russia sono paragonate a quelle all’Italia nel 1935-36 [5] ; l’Ucraina diventa il Vietnam del Sud sulle pagine del Corriere della Sera [6] , mentre il fantasma della pace di Brest-Litovsk aleggia su il Foglio [7]  . Molto spazio viene dedicato anche alla NATO, tra la posizione assunta all’epoca dal presidente Pertini [8] alla denuncia degli «orrori» perpetrati [9] , mentre Antonio Polito ravvisa come in Italia oggi manchi un garante della collocazione atlantica come lo fu la DC tra il 1949 e il 1994 [10] . Uno spazio se lo guadagna la Finlandia, sia riguardo ai rapporti con NATO [11] , sia per la sua epopea resistenziale nel 1939 [12] . Appendice alle riflessioni sulla guerra sono le valutazioni sulla cessione di armi all’Ucraina [13] , tra sostegno militare e pacifismo [14] , anche in riferimento alla Resistenza italiana (con interventi di Giovanni De Luna e Mimmo Franzinelli [15] ). Sul punto, una chiave di lettura parallela viene offerta da Christophe Lafaye che affronta il tema dell’utilizzo delle armi chimiche durante la guerra in Algeria e invita gli storici a esplorare gli archivi [16] . Non mancano infine inviti alla cautela interpretativa, come Antonio Polito che accusa di anacronismo chi applica lo schema della guerra fredda alla guerra in corso [17] , o Luciano Canfora che ricorda come anche Garibaldi, similmente a quanto fa oggi Putin, agì da dittatore nel 1860[18] .

Dare un senso alla violenza

Alle notizie dall’Ucraina sul massacro di Bucha e sul ritrovamento di fosse comuni seguono riflessioni sul perché di tanta efferatezza [19] . Non manca l’invito a distinguere (ad esempio, l’Ucraina dal Kosovo [20] ), ma generalmente nelle guerre del passato si cercano gli strumenti per comprendere la violenza odierna: richiamando la «lezione dell’assedio di Sarajevo» o altri massacri (Guernica, 1937; Dresda, 1945; Srebrenica, 1995) [21] ; ripercorrendo l’uso dello stupro, a partire dalla seconda guerra mondiale, quale arma contro il nemico [22] ; rievocando il proprio vissuto ad Auschwitz, come fa la scrittrice Edith Bruck [23] . Maurizio Crippa, vicedirettore de Il Foglio, individua le radici della brutalità russa nella differenza antropologica che distingue l’Europa dell’Est, per millenni dominata da popolazioni nomadi e senza un organismo istituzionale in grado di controllare la violenza [24] ; Sergio Romano lega la violenza alla crisi d’identità della Russia dopo la fine della guerra fredda [25] ; Donald Sassoon riflette sulle conseguenze della caduta dell’«impero russo» (il riferimento è all’URSS), puntualizza l’«errore storico» commesso da Putin, che con la guerra ha rinvigorito il nazionalismo ucraino, e distingue il concetto di genocidio da quello di eccidio  (uno sforzo definitorio affrontato anche in altri articoli [27] ). Tra gli strumenti di denuncia della violenza si ricorda infine l’«archivio» Russia’s war crimes (https://war.ukraine.ua/russia-war-crimes/) [28] , ulteriore elemento che sollecita la domanda per «una nuova Norimberga» da aprire dopo la guerra [29] .

Interviste a storici, studiosi e scrittori

Sulla scorta delle tragiche notizie provenienti dall’Ucraina storici e altri studiosi intervengono con commenti e analisi. Timothy Garton Ash afferma l’alternativa di accettare per Ucraina l’ennesimo «martirio est-europeo» (es. Ungheria, 1956; Cecoslovacchia, 1968; Polonia, 1981; Bosnia, anni Novanta), oppure di allargare l’Unione Europea [30] . Heinrich August Winkler riconduce la costruzione di una nazione ucraina indipendente al XIX secolo e rifiuta l’opzione di una aggiornata “Ostpolitik” tedesca accondiscendente verso una «grande Russia nazionalista» [31] . Yaroslav Hrytsak (autore di una Storia globale dell’Ucraina, in corso di traduzione in italiano) rileva che la diversità tra Russia e Ucraina non sia tanto in lingua, religione e cultura, ma nelle tradizioni politiche [32] . Andrea Santangelo interpreta le campagne militari contro il territorio russo (quella svedese nel Settecento, quelle di Napoleone e di Hitler) come «i tre momenti di formazione del modo di pensare russo» contraddistinto dall’importanza di evitare di essere accerchiati [33] . Lo scrittore francese Mathias Enard differenzia Putin da «altri dittatori, penso a Hitler o Mussolini» perché non propugna un’ideologia ma invece sfrutta il sentimento di «nostalgia» caratteristico della cultura russa [34] . 

Simboli e immagini

Le foto dei cadaveri nelle strade delle città ucraine e nelle fosse comuni sollecitano una riflessione sul ruolo e sull’uso delle immagini nel dibattito pubblico, dove non hanno un significato univoco [35] . Antonio Gurrado, su Il Foglio, assimila le foto dei cadaveri di Bucha a quelle dell’esecuzione di Cesare Battisti [36], mentre il ruolo delle fotografie nella storia militare è messo in luce con il racconto dei fatti di Gleiwitz del 31 agosto 1939 [37] , ma anche a proposito dei prigionieri ucraini ripresi da un filmato russo [38] . Accanto alle fotografie sono considerate altre forme di trasfigurazione simbolica della realtà, come quelle della propaganda putiniana che trova nella data del 9 maggio un orizzonte di significato [39]; ma, in questo ambito, Putin è interpretato come una vittima della sua stessa propaganda [40] . I simboli sono anche impiegati per riassumere le storie nazionali: è il caso di Stefano Cingolani che restituisce una sintesi della storia russa attraverso il treno, oggetto-simbolo dal profondo significato identitario [41] .

The Jerusalem Post

Il quotidiano israeliano The Jerusalem Post dedica particolare attenzione al tema della memoria dell’Olocausto e a quello della diaspora, sia in relazione al conflitto russo-ucraino sia in occasione della “Diaspora Week”. L’Olocausto emerge quale riferimento storico fondamentale per orientarsi nel presente: alla responsabilità della testimonianza dei sopravvissuti, custodi della memoria autentica [42] , sono opposti i tentativi di assimilazione dell’Olocausto alla Nakba palestinese [43] , oppure all’iniziativa promossa dall’US Holocaust Museum che è intervenuto durante le Olimpiadi di Pechino a sostegno della minoranza uigura (occasione che permette anche un approfondimento sulla «diplomazia dell’Olocausto» tra Israele e Cina) [44] . Il bombardamento russo a BabynYar sollecita una riflessione sulla cancellazione e la preservazione della memoria: la “cancellazione” russa è assimilata a quella nazista, a quella sovietica e a quella dell’odierno movimento “Boycott, Divestiment and Sanction”, per converso la “conservazione” della memoria è attualizzata nell’accoglimento dei rifugiati ucraini [45] . L’imbrattamento del memoriale dell’Olocausto di Ponary (Lituania) è invece letto come testimonianza di un’altra forma di attualizzazione, quella dell’accusa di giudeo-bolscevismo che assimilerebbe, ancora oggi, gli ebrei ai russi [46] . La “Diaspora Week” sollecita infine una riflessione sull’Esodo, individuando temi universali della storia ebraica (pur senza dimenticarne specificità ed eccezionalità) ai quali ricondurre anche i corridoi umanitari in Ucraina [47] .

Strage di Bologna

Cattura l’attenzione della stampa la notizia della condanna all’ergastolo dell’ex neofascista di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini [48] , letta come «un salto di qualità» sui mandanti della strage perché per la prima volta la sentenza afferma il coordinamento tra più formazioni eversive di destra (Nar, Terza posizione e Avanguardia nazionale), finanziate secondo l’accusa dalla P2 di Lucio Gelli [49] . Sul tema interviene anche Agostino Giovagnoli su Avvenire, dove domanda «se tanto parlare di “misteri d’Italia” [abbia, in realtà, finito] per oscurare verità faticosamente raggiunte» e afferma come sia «importante riconoscere pienamente la realtà storica del neofascismo italiano, anche per meglio contrastarne le eredità odierne» [50] .

Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini

A dispetto della grande attenzione suscitata in ambito storico – con le associazioni che si sono rivolte ai presidenti di Senato e Camera [51] – i giornali non hanno dato rilievo alla questione. Tomaso Montanari scrive della nuova data del calendario civile come la scelta di «conservare la memoria dell’eroismo mostrato dagli alpini nella battaglia di Nikolajewka» combattuta a fianco dei nazisti [52] ; mentre Davide Conti in riferimento alla scelta del 26 gennaio si è espresso nei termini di «uso (e abuso) politico della storia» [53] .

Burkina Faso

Grazia Le Mura riporta la notizia della condanna in contumacia all’ergastolo di Blaise Compaore per l’omicidio del presidente Thomas Sankara avvenuto in Burkina Faso durante il colpo di stato dell’ottobre 1987 [54] , una notizia ripresa anche da Libération, che riporta la notizia della sentenza definita come «verdetto per la storia» [55] .

 

1 Gilles Renault, Expo/Femmes photographes de guerre, du pareil aux mecs, Libération, 03/04/2022.

2 Andrea Galli, Roccucci: «Posizione ragionevole. C’è una diplomazia riservata», Avvenire 05/04/2022.

3 Emanuela Zampa, Gagauzia, snodo filorusso nel cuore della Moldavia, il manifesto, 14/04/2022.

4 Fernando Gentilini, Terra e libertà l’anima cosacca che fece l’Ucraina, la Repubblica, 13/04/2022.

5 Federico Fubini, Le sanzioni e l’effetto 1936 da evitare, Corriere della Sera, 06/04/2022.

6 Paolo Salom, «È scontro tra sistemi, come nel mio Vietnam. La guerra ci trasfigura», Corriere della Sera, 09/04/2022.

7 Sigmund Ginzberg, L’Ucraina, la trattativa e quella pace voluta a ogni costo, Il Foglio, 16/04/2022

8 Andrea Nanni, Alleanze “Già Pertini era contro la Nato”. “Ma Allora si sbagliava”, il Fatto Quotidiano, 06/04/2022.

9 Massimo Fini, E la Norimberga sui nostri orrori?, il Fatto Quotidiano, 08/04/2022.

10 Antonio Polito, La scelta occidentale. Il timone della vecchia Dc che manca all’Italia, Corriere della Sera, 04/04/2022.

11 Vincenzo Camporini, Helsinki è bene armata: il suo esercito è già integrabile, Corriere della Sera, 14/04/2022.

12 Aldo Cazzullo, 1939, Russia contro Finlandia nel racconto di Montanelli, Corriere della Sera, 16/04/2022.

13 Silvia Truzzi, I pavidi costituenti che non volevano più guerre per l’Italia, il Fatto Quotidiano, 14/04/2022.

14 Nando Dalla Chiesa, Senza Elmetto. Pacifisti sì, ma dalla parte del Vietnam, del Cile, di Praga e oggi di Kiev, il Fatto Quotidiano, 04/04/2022.

15 Matteo Pucciarelli, De Luna “La Resistenza non è stata pacifista La Nato è solo una scusa”, la Repubblica 14/04/2022.

16 Christophe Lafaye, Leverlestabous sur l’utilisation de l’arme chimique pendant la guerre d’Algérie, Libération, 11/04/2022 ; Lorenzo De Cicco, Franzinelli “Basta retorica è resistenza anche quella di Kiev” , la Repubblica, 16/04/2022.

17 Antonio Polito, Gli errori dei nostalgici della guerra fredda, Corriere della Sera, 11/04/2022.

18 Lorenzo De Cicco, Luciano Canfora: “Non impreco contro il demonio-Putin, pure Garibaldi fu dittatore”, la Repubblica, 13/04/2022.

19 Sulla violenza da un punto di vista filosofico e letterario, Ugo Nespolo, L’urlo che non c’è, Il Foglio, 16/04/2022

20 Lendita Haxhitasim, Le atrocità di Milošević del ‘99 non si riscrivono, il Fatto Quotidiano, 07/04/2022.

21 Antonio Gregolin, Trent’anni fa l’assedio di Sarajevo. La lezione dimenticata è già stata dimenticata, Avvenire, 06/04/2022; Gianni Riotta, Da Dresda a Srebrenica i massacri che la Storia non potrà cancellare, la Repubblica, 04/04/2022; Daniele Zappalà, «Continuità con Stalin. La paura è di nuovo usata come un’arma politica», Avvenire, 05/04/2022; Sonya Faure, «La guerre en Ukraine est terriblement liée aux violences des guerres du passé», Libération, 11/04/2022.

22 Marco Perduca, Lo stupro usato come arma contro il nemico, il manifesto, 14/04/2022; Linda Laura Sabbadini, Lo stupro della dignità, la Repubblica, 13/04/2022.

23 Simonetta Fiori, Bruck “La notte non dormo sto rivivendo Auschwitz Inquietante il negazionismo”, la Repubblica, 07/04/2022

24 Maurizio Crippa, Rus’, una storia di violenza, Il Foglio, 09-10/04/2022.

25 Sergio Romano, Mosca, il ritorno della Storia e il mito violento del nuovo impero, Corriere della Sera, 03/04/2022.

26 Luigi Ippolito, «Da Putin un errore militare e politico. Mosca pagherà caro», Corriere della Sera, 08/04/2022.

27 Monica Ricci Sargentini, Un concetto messo da tempo in discussione, Corriere della Sera, 14/04/2022; si veda anche: Massimo Fini, Le viscide guerre del secolo buio, il Fatto Quotidiano, 13/04/2022.

28 Pietro Minto, L’archivio dei crimini, Il Foglio, 14/04/2022.

29 Marta Serafini, Odessa, 10 aprile. 78 anni dopo, la guerra è contro i russi, Corriere della Sera, 11/04/2022.

30 Viviana Mazza, «Non forziamo l’Ucraina ad accettare una pace punitiva», Corriere della Sera, 03/04/2022.

31 Paolo Valentino, «Se non difende Kiev l’Occidente democratico nega sé stesso», Corriere della Sera, 05/04/2022.

32 Federico Varese, Hrytsak “Ormai siamo uniti il nazionalismo civico vincerà”, la Repubblica, 10/04/2022

33 Gianni Santamaria, «Dai russi una rincorsa agli eserciti occidentali», Avvenire 09/04/2022.

34 Luca Mastrantonio, «Putin è solo e non ha ideologia. Ma sfrutta la nostalgia dei russi», Corriere della Sera, 11/04/2022.

35 Raul Gabriel, Immagini di guerra ambigue bandiere della vittoria, Avvenire, 15/04/2022.

36 Antonio Gurrado, C’è tanta Bucha negli “Ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, Il Foglio, 07/04/2022.

37 Siegmund Ginzberg, Le trappole dell’orrore, Il Foglio, 09-10/04/2022.

38 Antonio Carioti, L’idea di far sfilare gli sconfitti come nel 1944, Corriere della Sera, 15/04/2022.

39 Blandine Lavignon, Le 9 mai dans le viseur de Poutine, Libération, 09/04/2022.

40 Giovanni Belardelli, Le ossessioni di Putin non sono poi così diverse da quelle di Hitler e Stalin, Il Foglio, 13/04/2022.

41 Stefano Cingolani, Treni di guerra, Il Foglio, 09-10/04/2022.

42 Alan Rosenbaum, Holocaust survivor passes torch of responsibility in emotional ceremony, The Jerusalem Post, 04/04/2022.

43 Tovah Lazeroff, Israel accuses UNHCR’s new investigator of comparing Nakba to Holocaust, The Jerusalem Post, 04/04/2022.

44 Jordyn Haime, Why Chinese media keeps referencing the Holocaust, The Jerusalem Post, 05/04/2022.

45 Paul Packer, On erasing ad protecting heritage, The Jerusalem Post, 05/04/2022

46 Zvika Klein, Holocaust memorial in Lithuania defaced, The Jerusalem Post, 08/04/2022

47 Benji Levi, The empathy of Exodus, The Jerusalem Post, 08/04/2022; Amotz Asa-El, Exodus, now and then, The Jerusalem Post, 15/04/2022; Mendy Chitrik, Jewish past and future in the Mideast, The Jerusalem Post, 14/04/2022; Shuky Friedmand, Inclusive Jewish nationalism, The Jerusalem Post, 14/04/2022; Warren Goldstein, It’s time to rethink the Zionist dream, The Jerusalem Post, 15/04/2022.

48 Gianni Barbacetto, Sarah Buono, Bologna, ergastolo per Bellini: “è il quinto autore della strage”, il Fatto Quotidiano, 07/04/2022.

49 Andreina Boccaro, Gianluca Rotondo, Strage di Bologna, ergastolo a Bellini. «Era il quinto uomo alla stazione», Corriere della Sera, 07/04/2022; si veda anche: Chiara Pazzaglia, Bologna, nuovo ergastolo per la strage, Avvenire, 07/04/2022; La strage di Bologna ha il quinto colpevole ergastolo a Bellini “Assoldato da Gelli”, la Repubblica, 07/04/2022.

50 Agostino Giovagnoli, Non chiamiamolo mistero, ma fascismo, Avvenire, 16/04/2022.

51 Angelo Picariello, Anche la Giornata degli Alpini diventa un “caso”, Avvenire, 14/04/2022.

52 Tomaso Montanari, “Eroi contro i russi”, l’insulto revisionista ai nostri Alpini, il Fatto Quotidiano, 11/04/2022.

53 Davide Conti, Nikolajevka. Uso (e abuso) politico della Storia, il manifesto, 15/04/2022.

54 Grazia Le Mura, Thomas Sankara, una sentenza storica in Burkina Faso, il manifesto, 07/04/2022

55 Agnès Faivre, Mort de Thomas Sankara, un verdict pour l’histoire, Libération, 07/04/2022.