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Antichi Stati e società antiche: una riscoperta ambigua alla prova del Sud

Daniela L. Caglioti

Daniela Luigia Caglioti

La storiografia sul Mezzogiorno è stata impegnata, a partire dagli scritti di Manlio Rossi Doria, a destrutturate l’oggetto Mezzogiorno, a frammentarlo, a definirne la varietà, la molteplicità ecc. provando a uscire dalle secche degli stereotipi, Per far questo, però, ha, nella quasi totalità dei casi, come osservava qualche hanno fa Enrica Di Ciommo, concentrato la sua attenzione sulle trasformazioni economiche e sociali, accantonando il politico. La ricomparsa di un interesse per la stagione risorgimentale è il risultato della concomitanza di più fattori: un nuovo interesse per la storia politica, che negli ultimi anni è stata profondamente fecondata da quella sociale; gli echi, anche in Italia, del linguistic turn e l’attrazione esercitata dalle pratiche discorsive, che ha soppiantato l’interesse per le pratiche sociali. Il ritorno alla centralità del politico e la ripresa degli studi sul risorgimento deve però fare i conti anche con l’onda revisionista, per usare una parola ormai troppo abusata, che sta promovendo un’ambigua rivisitazione e riscoperta del Regno delle due Sicilie. Mentre si mette sul banco degli imputati buona parte della storiografia sul Mezzogiorno rea di aver dimenticato gli sconfitti, i vinti, gli oppositori, si ribalta l’immagine di arretratezza cucitagli per decenni addosso attraverso una complessiva, e per questo discutibile, rivalutazione del contesto politico, sociale ed economico.