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Archivio Presidenza Consiglio

Mozione del direttivo Sissco approvata il 1 settembre 2005

Mozione approvata dal Direttivo della Sissco il 1 settembre 2005

Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Al Presidente della Corte costituzionale Piero Alberto Capotosti
Al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi
Al Ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione
Ai Capigruppo della Camera dei Deputati

Il 30 luglio la Camera dei Deputati ha convertito in legge il Decreto 30.06.2005 n. 155, recante disposizioni urgenti per assicurare la funzionalità di settori della pubblica amministrazione. Un punto aggiunto in questa occasione stabilisce che “La Presidenza del Consiglio dei ministri conserva i suoi atti presso il proprio archivio storico, secondo le determinazioni assunte dal Presidente del Consiglio dei ministri con proprio decreto. Con lo stesso decreto sono stabilite le modalità di conservazione, di consultazione e di accesso agli atti presso l’archivio storico della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

La Sissco – Società italiana per lo studio della storia contemporanea – segnala la gravità dell’innovazione così introdotta e ne chiede l’abrogazione. In tutte le democrazie moderne e nei moderni sistemi di diritto, la creazione di un sistema archivistico unitario, pubblico, e sottoposto alle medesime garanzie e regole trasparenti relative alla selezione, conservazione e consultazione dei documenti storici è momento essenziale della garanzia della ricerca e dunque della formazione una memoria storica libera e aperta. Alla legge generale sugli archivi, che disciplina la materia, sono già sottratti, per superiori interessi istituzionali i documenti dei ministeri degli Esteri e della Difesa, nonché i soli organi costituzionali. La ulteriore sottrazione di materiale documentario alle leggi comuni, in questo caso anche al di fuori della normativa vigente, l’attribuzione al Presidente del Consiglio del potere di regolamentare l’accesso ai fondi storici della Presidenza è atto grave, che accentua la frammentazione degli enti preposti alla gestione del patrimonio archivistico dello Stato, depaupera l’Archivio centrale dello Stato delle funzioni alle quali assolve da decenni con competenza ed efficienza, minaccia di rendere più difficile e discrezionale la consultazione da parte degli studiosi e dei cittadini.