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Biagini 2000

Eurasia. Tradizioni storiche e prospettive di politica internazionale

Area 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA ANNO 2000
COMPITI E SUDDIVISIONE DELLE UNITÀ DI RICERCA
Dipartimento Affari Economici


       
Coordinatore     ANTONELLO FOLCO BIAGINI
Titolo della Ricerca     EURASIA. TRADIZIONI STORICHE E PROSPETTIVE DI POLITICA INTERNAZIONALE
Finanziamento assegnato     419 , Euro 216395
Rd+Ra     183 , Euro 94511 (dichiarata all’atto della domanda)   
Durata     24 mesi
 Obiettivo della Ricerca

Questa ricerca ha uno scopo chiaro e preciso: essa intende studiare la rinascita in Russia di un pensiero ideologico sostituitosi di colpo al marxismo, basato sul recupero della nozione geopolitica di Eurasia, e di misurarne tutte le implicazioni riguardo alla scelte della politica internazionale. La ricerca, eminentemente interdisciplinare, combina categorie antropologiche, culturali e storiche e ha per obiettivo di stabilire in che misura la nozione geopolitica di Eurasia sia l’affermazione di una alterità culturale, o di una forma di nazionalismo estremista

Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo

La fine del bipolarismo e della contrapposizione Est/Ovest ha prodotto una evoluzione del concetto di “sistema” internazionale in quello di “Comunità”, quasi a significare l’uguaglianza dei soggetti in un “nuovo” mondo multipolare. La prevalenza del dato economico – soprattutto dopo il collasso delle economie pianificate – ha determinato, nei fatti, una sempre maggiore sovraesposizione dell’unica vera grande potenza rimasta – gli Stati Uniti d’America – nel ruolo di “gendarme” mondiale. La situazione attuale non ha precedenti nella storia delle relazioni internazionali e risulta difficile immaginare un equilibrio sufficientemente stabile mentre si allargano le contrapposizione tra Paesi industrializzati e non e si ripropongono conflitti di carattere territoriale, etnico etc.
Sulla base di questi presupposti risulta fondamentale comprendere quale ruolo si troverà a svolgere in futuro la Russia, erede in tutto e per tutto del ruolo geo-politico dell’URSS e dell’Impero degli Zar, “cerniera” e/o confine tra l’Europa e l’Asia. I Paesi di questo continente hanno avuto un ruolo particolare (positivo e/o negativo) nell’economia mondiale e negli equilibri politici come hanno dimostrato le recenti “crisi” asiatiche. In conseguenza di ciò si è riproposta – in Russia ma non solo – una concezione di Eurasia come vera e propira direttiva di politica estera tanto verso la stessa Asia quanto verso quella che storicamente viene considerata la “porta” verso l’Asia centrale: la penisola balcanica.

Criteri di verificabilità

1) Interdisciplinarieta’

2) Attualita’ del progetto

3) contributo di studiosi e ricercatori di livello ed estrazione internazionali

4) 

Unità di Ricerca

1]  Unità di       Universita’ degli Studi di ROMA
     Responsabile Antonello Folco BIAGINI
     Rd+Ra      M£ 31 , Euro 16010 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 72 , Euro 37184
 
     Compito
     

La ricerca si propone di analizzare le evoluzioni della politica estera della Russia nelle sue direttrici sud-orientali: l’Asia Centrale e i Balcani. Il lavoro verrà articolato tenendo presenti alcune fasi della storia russa recente:
– L’avanzata dell’impero zarista nel Caucaso nel XVIII secolo cui seguiva un’azione determinata da parte del governo zarista per uniformare le Chiese cristiane presenti sul territorio alla Chiesa russa per poi procedere attraverso il canale religioso a una russificazione delle popolazioni locali.
– L’evoluzione del lungo conflitto austro-russo-turco nei Balcani (secc. XVIII-XIX)
– Dal 1917 fino alla guerra di Spagna: consolidamento dello Stato sovietico all’interno dello spazio geo-politico già occupato dall’Impero zarista, con un politica estera attenta a non turbare gli equilibri con le altre potenze europee (“la rivoluzione in un solo paese”) e, quindi, con una presenza attiva e conciliante all’interno della Società delle Nazioni.
– La assunzione, con la seconda guerra mondiale, del ruolo di grande potenza (alleanza antifascista e antinazista)
– 1948-1955/6: in questo periodo a determinare le scelte di politica estera di Mosca sono avvenimenti non solo relativi al confronto con gli Stati Uniti d’America ma anche alle dinamiche interne allo stesso blocco orientale. Matura in questo periodo la rottura con la Jugoslavia di Tito e si verificano le prime rilevanti sollevazioni “popolari” nei paesi dell’Europa centro-orientale assoggettati al dominio sovietico.
– 1956-1982: in questa fase (dominata all’interno dalle questioni relative alla destalinizzazione, alla politica chrusceviana e alla “stagnazione” del periodo brezneviano) si intensifica e si consolida il contrasto con la Cina di Mao che riguarda aspetti tanto ideologici quanto pratici. Il conflitto sui confini tra Cina e URSS e la volontà di Mao di costituire un “Terzo Polo” mondiale (e un “secondo” interno al blocco comunista alternativo a Mosca) sono fattori fondamentali nella valutazione delle scelte internazionali sovietiche nello scacchiere asiatico.
– 1982-1999: mentre si avviano alla dissoluzione i regimi nell’Europa centro-orientale, il cambiamento imposto dalla politica di Gorbaciev conduce la stessa Unione Sovietica all’implosione. Il crollo dell’immenso apparato politico-economico pone alla nuova leadership russa (Eltsin) nuovi immediati problemi. Nell’area asiatica, infatti, alla periferia dell’ex-Unione non tardano a prendere corpo movimenti indipendentisti e rivendicazioni “nazionali” ed esplodono conflitti etnici che sottraggono alla Russia aree politicamente ed economicamente rilevanti. Così anche nei Balcani Mosca si trova a dover ricostruire su nuovi presupposti (non più principalmente ideologici) una politica estera che deve tener conto di una delicatissima situazione (guerra civile nell’ex-Jugoslavia, collasso dell’economia albanese e esplosione della questione del Kosovo).

2]  Unità di       Università degli Studi della TUSCIA
     Responsabile Gaetano PLATANIA
     Rd+Ra      M£ 5 , Euro 2582 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 11 , Euro 5681
 
     Compito
     

La ricerca intende analizzare la politica estera russa nell’età di Pietro il Grande nelle sue principali direttrici: a nord-ovest, verso il Baltico, e a sud verso l’Asia centrale.
La scelta di questo particolare momento storico della Russia è motivata – oltre che dalle specifiche competenze del respondabile e dei componenti dell’Unità di Ricerca – dalla convinzione che si possano ravvisare proprio qui la prima netta affermazione delle mire espansionistiche russe che verranno confermate tanto dall’Impero zarista nel secolo XIX che dal governo dei Soviet in quello successivo. E’ indubbio, infatti, che le vie all’ampliamento del territorio russo secondo Pietro il Grande – proprio come per gli Zar e, in parte, per l’Unione Sovietica – passano per il Baltico, in direzione dell’Europa del Nord, e per l’Asia centrale, in direzione Costantinopoli. E proprio quest’ultima destinazione rivestiva nei piani del sovrano moscovita una importanza fondamentale, convinto come era che il destino dei suo regno si giocassero nello scontro con il Turco. E’ a questo periodo che torna chi anche oggi in Russia afferma una identità russa da cercare in un rinnovato concetto di “Eurasia” e non ad occidente. Approfondire le motivazioni che condussero il regno di Pietro a Sud può condurre alle radici tanto dello stesso espansionismo russo quanto all’origine di un concetto di “alterità culturale” prettamente russa

3]  Unità di       Università degli Studi di NAPOLI "L’Orientale"
     Responsabile Sergio BERTOLISSI
     Rd+Ra      M£ 12 , Euro 6197 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 28 , Euro 14460
 
     Compito
     

I mutamenti fondamentali dei primi anni del XX secolo determinarono in Russia il superamento del tradizionale binomio slavofili-occidentalisti su cui si era raccolta l’intelligencija dell’Ottocento, ed aprirono il giudizio sul più vasto piano internazionale, nel quale era ormai collocata. Di qui il confronto della Russia con gli Stati e i popoli a oriente, in Asia, e ad occidente con l’intera Europa di cui faceva parte. La guerra russo-giapponese e la rivoluzione del 1905 assumono, in questo quadro, un significato ed una prospettiva originali, che si basano da un lato sulla collocazione geo-politica russa, ma dall’altro si riferiscono alle specifiche influenze storiche che determinarono la formazione e lo sviluppo dello Stato russo.
L’ euroasismo divenne poi un riferimento per un’improbabile terza via della Russia tra Europa e Asia, assumendo significati e rispondenze proprie dell’Europa del primo dopoguerra, ma quel termine – nella sua accezione propria – rimane un momento di riflessione fondamentale sulla strada del superamento dell’idea romantica dell’anomalia russa, arricchendo anzi il complesso panorama della crisi della civiltà europea tra le due guerre.

4]  Unità di       Università degli Studi di BOLOGNA
     Responsabile Francesco BENVENUTI
     Rd+Ra      M£ 9 , Euro 4648 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 18 , Euro 9296
 
     Compito
     

La ricerca si propone, in primo luogo, di situare lo studio delle relazioni tra Russia e Cecenia nel periodo indicato in un ampio quadro di studio comparato del fenomeno del nazionalismo nell’ex Unione Sovietica-Impero Russo, in epoca moderna e contemporanea. Uno dei principali obiettivi è quello di cercare di contribuire ad allargare in modo sostanziale la base documentaria sulla quale si sono fondati gli studi sulle relazioni storiche russo-cecene fino a questo momento. L’idea sarebbe quella di arrivare alla pubblicazione di un sufficiente numero di documenti originali, capace di offrire agli studiosi un consistente strumento di ricerca e di riflessione approfondita. La pubblicazione dovrebbe essere corredata non solo di un’introduzione storica e filologica adeguata ma anche di un apparato critico e di note inteso a far apprezzare quanto più possibile al lettore il rilievo storico di ciascun documento raccolto e selezionato.

5]  Unità di       Università degli Studi di GENOVA
     Responsabile Roberto SINIGAGLIA
     Rd+Ra      M£ 30 , Euro 15493 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 70 , Euro 36151
 
     Compito
     

Obiettivo della ricerca del gruppo locale è quello di ricostruire le posizioni politiche dell’Italia e della Russia nel penisola balcanica nel decennio precedente la prima guerra mondiale. Si tratta di ricuperare e dare ordine a una massa assai consistente di materiale – documenti, lettere, dispacci, telegrammi, memorie – conservato negli archivi già ricordati.
Il primo anno della ricerca sarà dedicato alla ricognizione del materiale documentario e bibliografico, sia in Italia, sia , grazie ai rapporti intrattenuti dall’unità genovese con le principali università europee, all’estero, privilegiando missioni nei paesi dell’Est.
Il secondo anno sarà dedicato all’elaborazione dei dati cui si perverrà anche grazie all’organizzazione di seminari in cui si discuterà dei primi risultati sia con le altre unità, sia con studiosi italiani e stranieri interessati all’argomento.

6]  Unità di       Università Cattolica del Sacro Cuore
     Responsabile Massimo DE LEONARDIS
     Rd+Ra      M£ 8 , Euro 4131 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 18 , Euro 9296
 
     Compito
     

In particolare l’unità di ricerca locale si concentrerà sul concetto di "Mediterraneo allargato" e sulla crescente importanza del ruolo strategico della Turchia, punto di raccordo tra Europa, Asia e mondo islamico, cerniera tra i Balcani, il Caucaso, il Golfo e il Medio Oriente, alleato chiave degli Stati Uniti e di Israele, che proietta la sua influenza sia sulle repubbliche turcofone ex-sovietiche dell’Asia Centrale e comunque in tutta quell’area, in cocncorrenza con altri attori regionali meno rassicuranti, che sui Balcani.
Storicamente, la regione anatolica ha sempre svolto un ruolo, allo stesso tempo, di cerniera e di cesura fra Est e Ovest. Essa ha esercitato questo ruolo a più livelli, in campo politico, economico e culturale. Nel corso degli ultimi due secoli, gli elementi di discontinuità con l’Europa e con l’Occidente si sono venuti progressivamente attenuando, sino al punto di rendere la Turchia- durante gli anni della guerra fredda- uno dei principali bastioni politici e militari dell’Alleanza Atlantica. Elementi variegati e plurali di cultura, interessi, affari, hanno così finito per incrociarsi e interagire. E lo fanno ancora oggi, seguendo i ritmi incalzanti della globalizzazione e del post-bipolarismo. Resta dunque la centralità della Turchia come una delle ‘cerniere del Mar Mediterraneo’, ‘threshold and gateway to East and West’.

7]  Unità di       Università degli Studi ROMA TRE
     Responsabile Francesco GUIDA
     Rd+Ra      M£ 11 , Euro 5681 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 24 , Euro 12394
 
     Compito
     

la presente ricerca intende descrivere l’entità del distacco di Paesi come la Romania, la Bulgaria, la Macedonia e la Moldavia ex sovietica rispetto all’Europa centro-occidentale; inoltre vuole mettere a fuoco quali siano le eredità “euroasiatiche” o, tout cour, “asiatiche” riscontrabili in tali nazioni, a partire dalle relazioni presenti e del recente passato con la Russia, l’URSS e la CSI. Per raggiungere lo scopo si condurrà un’indagine scevra da pregiudizi ideologici sulla storia politica e i suoi principali fattori, ma si cercherà anche di ricostruire la circolazione delle idee e il dibattito che possa attenere alla questione in causa. Non si dovrà trascurare poi lo studio della presente condizione materiale (economia, treno di vita) delle popolazioni interessate, comparandole con quelle del recente passato sia sotto i regimi comunisti sia in epoca a essi anteriore.

8]  Unità di       Libera Università degli Studi "S. Pio V" ROMA
     Responsabile Antonella ERCOLANI
     Rd+Ra      M£ 30 , Euro 15493 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 70 , Euro 36151
 
     Compito
     

L’analisi in oggetto si svilupperà partendo dal lavoro preliminare e prioritario di reperimento del materiale documentale e bibliografico indispensabile. Sarà quindi necessario iniziare a prendere in esame la documentazione conservata in particolare nell’Archivio Segreto Vaticano, nell’Archivio della Congregazione degli Affari Straordinari, nell’Archivio della Sacra Congregazione di Propaganda Fide, nonché quanto conservato nell’Archivio Storico e Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, Serie Politica. Il confronto analitico documentale sarà quindi condotto nei singoli paesi balcanici, ciascuno in possesso della propria Accademia e dei propri istituti di ricerca storica, con proprie pubblicazioni di volumi e riviste specialistiche, utili anche per fornire ricchi e sistematici repertori bibliografici, come, ad esempio, la Bibliographia Istorica a Romaniei, dal 1944 al 1980, in 5 volumi (con indici e tavole tradotti in francese) oppure il Répertoire d’études balkaniques (1966 – 1975), pubblicato dall’Accademia di Sofia. La ricerca dovrà anche essere espletata presso il Segretariato generale dell’ AIESEE (Associazione Internazionale di Studi nel Sud – Est Europeo), collegata con l’UNESCO, con sede a Bucarest, al quale sono collegati tutti i comitati nazionali presenti in ognuno dei paesi balcanici

9]  Unità di       Università degli Studi di UDINE
     Responsabile Giorgio PETRACCHI
     Rd+Ra      M£ 9 , Euro 4648 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 21 , Euro 10845
 
     Compito
     

Il dibattito sulla collocazione internazionale della Russia, sviluppatosi tra gli intellettuali russi dopo il crollo della Unione Sovietica, ha ripreso il classico processo dialettico fra identità nazionale – interesse nazionale e politica estera: una questione controversa a cui le élites imperiali zariste e quella bolscevica avevano dato risposte diverse e contraddittorie.
La disputa tra <<atlantisti>> e <<neo-eurasisti>>, che per molti aspetti ricorda quella tra <<slavofili>> e <<occidentalisti>> sul destino della Russia imperiale, ruota sempre attorno al rapporto Russia-Europa. Gli Eurasisti considerano l’Europa <<come>> dalla Russia, gli Atlantisti postulano il ritorno della Russia all’Europa o quantomeno la necessità di riprendere uno stretto rapporto con l’Europa.
La definizione dell’identità culturale determinerà il posto della Russia, in Europa, nel mondo, nel sistema internazionale.
In questo sfondo, consapevolmente semplificato, l’unità di ricerca locale intende studiare la relazione dialettica fra identità nazionale della Russia e politica estera, impostata negli anni Venti dal movimento degli Eurasisti storici, riscoperta nel periodo stalinista, e ripresa dal movimento Neo-eurasista negli anni Novanta. In particolare, il proposito è quello di delineare l’interpretazione di questa relazione dialettica data dalla più accreditata storiografia occidentale sulle metamorfosi subite all’interno del dibattito dell’intelligencija russa </come></occidentalisti></slavofili></neo-eurasisti></atlantisti>

10]  Unità di       Libera Univ. Inter.le Studi Sociali "Guido Carli" LUISS-ROMA
     Responsabile Giuseppe SACCO
     Rd+Ra      M£ 5 , Euro 2582 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 10 , Euro 5164
 
     Compito
     

Argomenti considerati dal progetto di ricerca :
– Evoluzione di rapporti tra Europa e Asia orientale (i vincoli dell’eredità coloniale)
– L’intensificazione dei rapporti economici durante lo sviluppo asiatico come strategia di resistenza a tentativi di marginalizzazione politica
– Evoluzione dell’Asia Russa
– Trasformazione del Caucaso in un baricentro geopolitico globale
– Rapporti triangolari tra Europa, Asia e Stati Uniti

11]  Unità di       Università degli Studi di BARI
     Responsabile Antonio Giulio Maria DE ROBERTIS
     Rd+Ra      M£ 33 , Euro 17043 (dichiarata all’atto della domanda)
     Finanziamento   M£ 77 , Euro 39767
 
     Compito
     

Il programma intende chiarire i meccanismi e gli obbiettivi della politica di "Reconstruction" degli assetti dell’Asia settentrionale e centrale, pianificati dai governi delle tre maggiori potenze della coalizione antinazista, e accertare le ragioni dello scollamento di un’alleanza che sino al termine del conflitto sembrava animata da omogeneità di programmi nonostante le profonde differenze tra i rispettivi sistemi politici. In particolare l’apertura delle fonti sovietiche offre l’opportunità di accertare i passaggi essenziali della politica condotta da Stalin verso la Cina e i comunisti cinesi e la sua rispondenza alle intese che intanto andava negoziando con Roosevelt e con il suo successore e i di lui collaboratori.