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Bollettino SISSCO n.13, dicembre 1994

INDICE
Attività della società

  1. Relazione del Tesoriere
  2. Verbale dell’Assemblea annuale
  3. Riunione del Direttivo

Storici ed Università

Concorsi

Convegni e seminari

Iniziative

Associazioni corrispondenti

  1. I Gruppi di studio italo-tedesco per la storia contemporanea italiana
  2. Association for the Study of Modern Italy
  3. Pubblicazioni promosse dal Centro interuniversitario di Studi e Ricerche Militari (Università di Milano Cattolica, Padova, Pisa e Torino

Attività della società Relazione del Tesoriere Bilancio consuntivo 1993 Si confermano le tendenze già esaminate in occasione dell’assemblea di un anno fa e cioè la tenuta di uno "zoccolo duro" (con potenzialità di espansione) rappresentato dai soci più giovani per età e per carriera. Più "stanca" sembra invece l’adesione della fascia generazionale dei "fondatori". Altra tendenza è l’addensarsi delle entrate effettive attorno alla scadenza dell’anno di esercizio Sissco e cioè in occasione dell’assemblea annuale (il bilancio di cassa è invece su anno solare). Stessa tendenza vale per le iniziative: il che significa che gran parte delle uscite già effettuate si trovano elencate nel bilancio di previsione 1994. Come per l’anno 1992, anche per il 1993 le spese maggiori sono rappresentate dai seminari e dalle prestazioni professionali per il bollettino e la segreteria; praticamente aboliti sono i compensi per i relatori ai seminari e per il direttivo. In questo modo, grazie anche alla cifra ridotta della spesa per il seminario annuale (l’integrazione per il soggiorno dei soci presso I Cappuccini), si è riusciti a conservare il piccolo capitale patrimoniale preesistente, che ritroviamo come saldo attivo per il 1994. Bilancio di previsione 1994 Come si è già spiegato, nel bilancio di previsione troviamo alcune voci che corrispondono a spese già effettuate (i seminari di cui alle voci 2 e 3) o sicuramente da effettuare (il seminario annuale e il bollettino), mentre davvero Ali previsione" sono le entrate (contributo CNR e rinnovo delle quote): si tenga conto che su queste stesse entrate per ora "previste" graveranno anche spese che si effettueranno certamente (per impegni là presi) nei primi mesi del 1995. Ai questo proposito converrà ribadire che è opportuno invitare i soci a rinnovare al più presto l’associazione per il 1994-95 (senza aspettare il maggio 1995!), così come è importante allargare il numero degli iscritti, ovviamente non solo per ragioni contabili. Proprio per favorire la tendenza evidenziata di un potenziale incremento dell’associazione tra i giovani, il direttivo ha preso la decisione di differenziare la quota per il rinnovo annuale anziché ridurla per tutti: pertanto i soci "inquadrati" nell’università continueranno a pagare £. 100.000, mentre i giovani (dottorandi e dottorati) pagheranno £.50.000 (nel bilancio si è calcolato per ora una previsione fifty-fifty). Quanto alle voci di uscite previste, si ribadiscono gli impegni ormai consueti per la Sissco: la voce principale è rappresentata dal Bollettino, l’espressione più evidente e seguita della nostra vita associativa, l’altro impegno è il seminario annuale, che ci proponiamo di tenere ancora in questa sede (S.Miniato) anche per dare un segnale di continuità ai nostri soci; a queste voci si deve aggiungere l’iniziativa per il Premio Sissco e un altro seminario su temi da definirsi prevedibilmente nei mesi invernali. Poiché siamo in argomento di "bilancio", vorrei aggiungere che nei primi mesi del 1994 la Sissco ha organizzato due importanti iniziative – il seminario sul Mezzogiorno nella storia d’Italia e l’incontro sulla riforma universitaria – con una spesa addirittura ridicola se correlata alla qualità dei risultati e all’impegno richiesto ai collaboratori intervenuti; eppure questo non si è tradotto per la Sissco in una "entrata" altrettanto significativa, né dal punto di vista contabile né da quello "morale" visto che i soci che vi team) preso pane erano davvero pochi. Mi sembra un fatto da valutare nel momento in cui in assemblea ci poniamo il problema di come favorire l’adesione attiva dei soci vecchi e nuovi. BILANCIO CONSUNTIVO 1993 ENTRATE 1) Soci a) Nuovi soci (7) £ 1.050.000 b) Rinnovi (97) £. 9.750.000 (3 rinnovo 91-92) (80 rinnovo 92-93) (14 rinnovo 93-94) (1 parte 93-94) Soci. £. 10.800.000 2) Finanziamento CNR £. 5.000.000 3) Interessi attivi £. 197.408 a) c/c postale Bo 58.135 b) c/c bancario 139.273 TOTALE ATTIVITA’ £. 15.997.408 USCITE 1) Spese legali £. 745.500 a) Tassa annuale IVA £. 100.000 b) Spese notarili £. 645.500 2) Spese generali £. 26.888 a) Oneri bancari £. 26.188 3) Cancelleria £. 408.200 4) Spese postali £. 1.466.700 5) Copisteria e fotocopie £. 1.181.370 6) Missioni e trasferte £. 84.200 7) Premio Sissco £. 1.200.000 8) Seminari £. 3.018.000 a) Centro Cappuccini £. 2.238.000 b) Roma £. 781.000 9) Prestazioni professionali £. 4.304.000 a) Segreteria £.3.000.000 b) Bollettino £. 485.000 c) Rit. acconto £. 819.000 TOTALE PASSIVITA’ £. 12.434.858 SALDO ATTIVO £. 3.562.550 RESIDUO ATTIVO AL 31/12/92£. 12.798.806 SALDO ATTIVO 1/3/90 – 31/12/93 £. 16.361.356 BILANCIO DI PREVISIONE 1994 ENTRATE 1) Residuo al 31.12.1993 £. 16.361.000 2) Soci £ 15.000.000 a) rinnovi 1993-94 (144×100.000 o 50.000) £. 7.000.000 b) rinnovi 199A95 (167x 100.000 o 50.000) £. 8.000.000 3) Finanziamento CNR £. 4.000.000 4) Interessi conti correnti £. 800.000 Totale entrate £. 36.161.000 USCITE 1) Spese legali, fiscali e cancelleria£. 2.000.000 2) Seminario Sesto S.Giovanni £. 2.000.000 3) Seminario Bologna (Università) £. 350.000 4) Seminario annuale (S.Miniato) £. 3.000.000 5) Premio Sissco (premi e seminario) £. 2.500.000 6) Bollettino a) stampa n.3 bollettini £. 2.000.000 b) collaborazioni £. 1.000.000 C) spese postali £. 2.500.000 7) Compensi professionali (segreteria) £. 3.500.000 8) Ritenute d’acconto £. 1.400.000 Totale uscite £. 19.750.000 Altre iniziative £. 16.411.000 Totale Uscite £. 36.161.000 Verbale dell’Assemblea annuale dei soci SISSCO San Miniato (Pisa), 13 maggio 1994. Alle ore 19, il presidente POMBENI presenta rapidamente l’attività svolta dalla società nell’ultimo anno. La SISSCO si caratterizza sempre più carne un luogo di dibattito scientifico e professionale tra storici italiani, con una forte prevalenza, sia numerica che di partecipazione agli incontri e alle attività, della componente giovanile. Sono giovani studiosi che non sono entrati solo perchè "portati dai loro maestri", ma perchè stanno scegliendo sempre più d’aderire spontaneamente; sano giovani che stiano trascorrendo gli anni di dottorato o di post-dottorato, estremamente impegnati oggi a definire la loro figura professionale e il loro sbocco nel campo della ricerca e dell’insegnamento. La SISSCO ha pertanto davanti a sé un lavoro lungo da compiere. POMBENI ricorda poi le scadenze dell’Associazione prima tu tutte l’assegnazione dei premi SISSCO per H 1993 e il 1994. Il Direttivo propone di modificare il meccanismo di solo, dando ai uni la possibilità di candidare una rosa di finalisti, che saranno giudicati da una commissione di tre persone, tra i quali dovrebbe comparire un vincitore del premio degli anni precedenti. Un’altra importante scadenza, da rispettare in questa assemblea, è il rinnovo parziale del Direttivo, avendo Giuseppe Barone e Francesco Traniello per troppi impegni, rinunciato a prendervi parte Il Direttivo Propone la persona di Nicola Tranfaglia che si è dichiarato disposto, su invito del Direttivo stesso, a fame parte. Il presidente chiede ai soci presenti di presentare altre candidature. Una scadenza meno urgente, ma sulla quale POMBENI invita a discuterne sin dalla presente assemblea, è la designazione di un nuovo presidente alla scadenza del mandato conferito a Pombeni, nella primavera 1995. Il presidente rappresenta una "carta da visita" dell’Associazione, è quindi importante definire con esso il profilo e il programma futuro dell’associazione stessa. POMBENI propone che si designino dei "saggi" che sondino disponibilità, facciano delle proposte: si pensa ad un ex-presidente, come Luciano Cafagna e ad ex-membri del direttivo, quali Traniello e Barone, per il ruolo di "saggi" e per una prima rosa di candidati alla successione. SALVATI, in qualità dì tesoriere della SISSCO, presenta poi brevemente il bilancio, che, dopo chiarimenti su alcune cifre chiesti da PEZZINO, viene approvato all’unanimità. Si passa poi a discutere delle quote e della campagna iscrizioni. Si apre un’ampia discussione nella quale intervengono PEZZINO, MANTELLI, DOGLIANI, CAFAGNA, CAVAZZA, QUAGLIARIELLO GALLI DELLA LOGGIA, SIGNORELLI, La discussione verte sia sulla quota da far pagare ai soci (MANTELLI propone una quota di L. 50.000 per tutti; DOGLIANI sostiene la scelta fatta dal Direttivo nei mesi precedenti di diversificare le quote tra i dottorandi e post- e gli storici con pieno impiego). PEZZINO ritiene che occorra lanciare una campagna d’iscrizione, aggiornando l’indirizzario, informando maggiormente colleghi e dipartimenti, rendendo maggiormente visibili le iniziative: i Premi, gli incontri, il Bollettino, promuovendo un’inchiesta sullo stato della professione per passare così da una condizione elitaria ad una più vasta nei consensi e nelle adesioni. QUAGLIARIELLO chiede che si accertino le reiscrizioni, in modo che non diventino un semplice condono e propone una doppia quota per chi si reiscrive. GALLI chiede se il problema è d’avere più soci o più soldi. SIGNORELLI chiede maggiore visibilità dell’Associazione anche con una maggiore periodicità delle sue attività (bollettino, corrispondenze, ecc.) , TEODORI (insieme a CAFAGNA) propone all’assemblea che vengano richiamati tutti i soci morosi e che, qualora venga riscontrato un ritardo di più di due anni, essi vengano ritenuti decaduti e chiede all’assemblea di votare in proposito. L’assemblea vota a maggioranza tale decisione e ribadisce l’ammontare delle quote associative differenziate a 100.mila e a Assimila. Si passa a discutere le proposte del Presidente sul premio SISSCO e sui "saggi". Sul primo punti si registrano alcuni interventi: GALLI propone di mantenere H vecchio sistema; SIGNORELLI chiede se sia valido rispettare l’anno solare o piuttosto abbinare più stagioni editoriali senza rispettare l’anno di pubblicazione; CAFAGNA sostiene la norma dell’anno solare. La maggioranza approva la proposta di cambiamento avanzata dal Direttivo, ritiene di mantenere l’anno solare per la classificazione delle pubblicazioni e dà mandato al Direttivo di designare le giurie Per gli anni 1993 e 1994. Si vota inoltre per i saggi. La proposta viene respinta. Si tratta ora dell’argomento del prossimo seminario annuale. Viene letta una proposta lasciata da ROMANELLI nella mattinata sul mestiere di storico e sulla produzione storiografica oggi. LYTTELTON propone di dedicare il prossimo seminario a temi quali consenso, propaganda, mezzi di comunicazione di massa. La proposta viene sostenuta e rilanciata da ROSSI DORIA e da DOGLIANI con un approccio comparato. POMBENI dubita che si possano trovare all’interno dell’associazione storici in grado di affrontare l’intero tema. MANTELLI ritiene importante aprirsi a temi comparati e a storiografie straniere, per coinvolgere maggiormente quei soci che non sono specialisti di storia italiana. GALLI invita ad essere più specifici e circoscritti nel tema prescelto, data anche la scarsità di tempo disponibile per svolgere i seminari annuali. ROSSI DORIA riformula la proposta Lyttelton chiedendo di discutere sul ruolo degli intellettuali nei confronti dell’opinione pubblica negli anni trenta e quaranta; ritiene molto importante oggi discutere di comunicazione, ed anche di categorie quali intellettualismo ed antintellettualismo. SALVATI sollecita ad affrontare in forma comparata problemi ed interrogativi attorno ai quali ruotano i seminari. POMBENI propone un altro tema: la leadership politica. LYTTELTON perviene ad un’altra proposta: le elezioni in Italia e i meccanismi di organizzazione delle campagne elettorali. GALLI propone il cinquantesimo dalla fine della Seconda guerra mondiale. Si accende un dibattito a molte voci sull’opportunità e il taglio metodologico e storiografico delle diverse proposte. Prevale la proposta di discutere delle elezioni nella storia d’Italia con una prospettiva comparata. Tale proposta viene votata ed approvata dall’assemblea. Si passa infine alla votazione dei nuovi membri del direttivo. Alcuni soci propongono Alberto Banti e Roberto Balzani. La votazione ottiene i seguenti risultati: votanti 39, la candidatura Tranfaglia riceve 7 voti, quella di Banti 19, quella di Balzani 10, Rossi Doria viene votata da 2 soci, 1 scheda bianca. Vengono pertanto eletti Alberto Banti e Roberto Balzani. Alle ore 22 l’assemblea si scioglie. Riunione del Direttivo Giovedì 22 settembre 1994 si è tenuto a Bologna al Dipartimento di Politica, Istituzioni e Storia il direttivo della Sissco. Assente giustificata Patrizia Dogliani, presenti il presidente Paolo Pombeni e i membri del direttivo Mariuccia Salvati, Paolo Pezzino, Marco Meriggi, Alberto Banti, Roberto Balzani Questi ultimi due nominati dall’assemblea dei soci del 14 maggio 1994 in sostituzione di Barone e Traniello. Prima di passare ai punti all’ordine del giorno viene accettata all’unanimità la domanda di iscrizione di una nuova socia, Vinzia Fiorino. Si decide di inviare una lettera – sulla base dell’o.d.g. votato dall’assemblea di San Miniato – che inviti i soci in arretrato con i pagamenti delle quote a regolarizzare la loro posizione pena la decadenza dall’associazione. E’ stabilita la data del seminario annuale Sissco che si terrà a San Miniato dal 16 al 18 nano 1995 sul tema: "La questione elettorale nell’Italia unita". E’ accolta da tutti la proposta di Pombeni di affidare l’organizzazione scientifica del seminario a Maria Serena Piretti. Viene ribadita la validità del premio Sissco. Sono nominate le commissioni che dovranno giudicare le opere edite nel 1993 e quelle edite nel 1994. La giuria chiamata a pronunciarsi sulle opere uscite nel 1993 è composta da Ernesto Galli Della Loggia, Bruno Tobia, Brunello Mantelli. La giuria che dovrà valutare le opere uscite nel 1994 sarà invece formata da Marco Meriggi, Anna Rossi Doria e Simonetta Soldani. In accordo con il carattere e gli obiettivi della Sissco viene valutata da tutti l’importanza di seguire da vicino il Progetto di riforma universitaria e il suo iter legislativo cercando di svolgere un ruolo attivo nella discussione. A questo proposito è convocato a Roma per il 13 dicembre un seminario che confronterà varie proposte di riforma universitaria con il ministro Podestà. Storici ed Università Introduzione Il 4 marzo 1994 , si è tenuto, presso i locali della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna, un primo incontro della SISSCO sul problema della riforma dell’università. Il dibattito è stato introdotto, con una breve relazione, qui riprodotta, da Paolo Pombeni, e da un lungo intervento di Nicola Tranfaglia sulla modifica delle prassi concorsuali. A queste due relazioni è seguito un intenso dibattito tra i presenti, molti dei quali appartenenti alla fascia dei ricercatori in università italiane e in istituti superiori (erano presenti ricercatori dell’Istituto universitario europeo), collaboratori esterni e cultori della materia o frequentanti programmi di dottorato e di post-dottorato. II dibattito, nel quale hanno preso la parola, tra gli altri, M. Salvati, Dogliani, Vera Zamagni, Santanbrogio, Anania, Mantelli, Sorba, Cammarano, Spagnolo, ha preso in esame diverse questioni: la riforma dei concorsi per la I e la II fascia, relative al ruolo di professori, e per ricercatori, alla luce delle ultime esperienze concorsuali e del dibattito accesosi sulla stampa; criteri di giudizio scientifico; autonomia delle università anche nella programmazione e nella scelta del personale docente ed eventuale competizione tra università nel reclutamento da liste d’idoneità nazionali; rapporto tra didattica e ricerca e forme di controllo scientifico sull’operato e sulla produzione del personale universitario; analisi del mercato del lavoro universitario e previsioni di reclutamento e di mobilità; eventuale maggiore articolazione dei titoli universitari (diploma, master, dottorato) e relativa differenziazione dei compiti e delle competenze dei docenti; l’università italiana nel contesto del sistema accademico europeo; fondi alla ricerca e loro distribuzione a centri e dipartimenti (inter)universitari. Infine il dibattito si è soffermato sull’analisi del titolo di dottorato, sul suo valore in rapporto anche ad esperienze straniere e su una sua possibile riforma in stretta connessione con l’accesso alla carriera universitaria e al mercato del lavoro intellettuale. La discussione è apparsa troppo vasta e frammentata per permettere la stesura di un documento di sintesi e di valutazione da far circolare tra i soci assenti. Si decide pertanto di trovare nuovi momenti d’incontro e d’approfondimento. I partecipanti, prima di lasciarsi, chiedono al presidente della SISSCO, Pombeni, di farsi interprete dell’esigenza di riprendere il dibattito tra gli storici e in ambiti universitari e politici e ad un membro del Direttivo, Patrizia Dogliani, di raccogliere e registrare le posizioni emerse per un futuro lavoro d’approfondimento.
(p.d.)
Una proposta per l’Università

1. La Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), che raggruppa studiosi operanti nelle varie Università del nostro paese, si rivolge alle forze politiche varie Università del nostro paese, sì rivolge alle forze politiche che stanno affrontandosi nella attuale campagna elettorale per attirare la loro attenzione sui gravi problemi dell’istruzione superiore nel nostro paese, problemi che paiono essere finiti nella totale disattenzione.

2. Al di fuori di qualsiasi logica settoriale e corporativa la SISSCO fa rilevare che non esiste paese civile che sottostimi come l’Italia il problema dell’istruzione superiore e della ricerca, non riuscendo a comprendere che non v’è crescita né formazione di classe dirigente per un paese che non sia dotato di un efficiente sistema universitario.

E se qualche attenzione si può talora percepire per i problemi legati allo sviluppo tecnologico (e – un po’ meno – allo sviluppo scientifico), la sordità diventa totale di fronte a quelle che sono le scienze umane all’interno delle quali rientra pure la ricerca storica.

3. In realtà non si può immaginare alcuna scissione fra la ricerca umanistica e la ricerca scientifica, né si conoscono esempi illustri di paesi dove si coltivi un ramo a detrimento dell’altro. Per fortuna la nostra tradizione culturale ha mantenuto consapevolezza di una certa unità delle scienze.

4. I problemi aperti sono molti ed i più pressanti riguardano senza dubbio la riorganizzazione complessiva di un sistema cresciuto in maniera disordinata ed abnorme in anni di abbondanza economica, sotto l’improvvida idea che il raggiungere una laurea fosse un “diritto” da garantire al maggior numero possibile di persone, anziché uno dei modi (perfettamente equivalente e paritario con tanti altri) di formare quadri dirigenti per un paese.

Noi chiediamo alle forze politiche che nell’affrontare i problemi dell’università si superi questa vecchia perversa logica di supposti “diritti” (quelli di tutti ad avere la laurea, dei precari ad avere il posto all’università, degli aspiranti professori a diventare professori, ecc. ecc.) per muovere invece a disegnare un serio modello di istruzione superiore in cui si garantisce il vero diritto di fondo, che è quello del paese ad avere un sistema universitario all’altezza delle sfide che un futuro assai incerto e la competizione internazionale ci pongono.

5. Il primo problema da affrontare in quest’ottica pare a noi essere quello della riorganizzazione degli studi rispetto ad una maggiore articolazione di presenze rispetto alla attuale monoliticità dei curricula. Dovrebbero essere previsti, sull’esempio di quanto avviene già in molti sistemi, tre livelli generalizzati: un sistema di massa, articolato su un massimo di tre anni, per la vera e propria scolarizzazione superiore. Non dovrebbe essere il sistema dei diplomi attuali, ma la trasformazione in questo livello di base degli attuali corsi di laurea, inutilmente lunghi e dispersivi. Ad esso dovrebbe seguire un livello biennale di master, che dovrebbe puntare a quella specializzazione disciplinare che oggi è garantita dal solo strumento della tesi di laurea, che si sta rivelando troppo ristretto ed ormai banalizzato dalla fruizione di massa. Dovrebbero concludere i curricula le possibilità, altamente selettive, di avere dottorati triennali (od eccezionalmente quadriennali) che potrebbero considerarsi autentiche palestre di formazione alla ricerca, tanto teorica quanto applicata (superando l’attuale assurda restrizione dei dottorati alle carriere accademiche).

6. Attorno a questa riorganizzazione dei curricula andrebbero ristrutturate le presenze delle sedi, togliendo la automaticità per tutte di potere attivare qualsiasi livello di istruzione. Solo il livello di base sarebbe automaticamente consentito, mentre per la possibilità di istituzione dei due livelli successivi dovrebbero potere essere esibite strutture adeguate. Per esempio nel nostro settore la presenza di biblioteche con una certa consistenza di patrimonio biblioteconomico e l’obbligo di investimenti non inferiori a parametri stabiliti su questi laboratori. Inoltre il corpo docente dovrebbe rispondere a parametri triennalmente controllati di alta qualificazione scientifica.

7. Questo sistema presupporrebbe infatti la soluzione del problema, oggi giustamente agitato dell’opinione pubblica, del controllo del lavoro degli accademici, non risolvibile con le risibili applicazioni di tecniche di controllo temporale-burocratico (cartellini et similia). A tutti i livelli attuali di docenza (ricercatori, associati, ordinari) dovrebbe essere riconosciuta ex lege solo la capacità all’insegnamento di base. Per l’insegnamento agli altri due livelli dovrebbero essere fissate delle verifiche biennali o triennali da affidarsi a commissioni nazionali ristrette di valutazione (ma sarebbero valutabili solo coloro per i quali esista una proposta di inserimento in un master o in un dottorato: per cui si introdurrebbe un doppio momento di filtro, quello dei colleghi che cooptano, e quello nazionale che da l’assenso). Solo a chi è ritenuto produttivo almeno a livello di master dovrebbe essere riconosciuta l’indennità di tempo pieno (oggi semplicemente data in base ad un non-svolgimento di altra attività), mentre per i docenti ritenuti a livello di dottorato dovrebbero essere aggiunti incentivi non stipendiali, ma di dotazioni di ricerca ad hoc (finanziamenti di periodi di studio all’estero, acquisizione di attrezzature particolari, ecc.).

8. Una riorganizzazione di questo tipo sdrammatizzerebbe il problema dei concorsi, poichè si tratterebbe in ogni modo di un accesso a posizioni di docenza destinate al primo livello dei curricula. Le attuali scansioni su tre livelli dovrebbero rimanere, in quanto legate a diversi livelli di responsabilità nella gestione delle programmazioni, progettuali e di coordinamento (ordinari), esecutive (associati), di collaborazione (ricercatori).

Si potrebbe tranquillamente accedere in quest’ottica all’ipotesi per tutti questi livelli delle commissioni nazionali d’esame che con cadenza periodica compilano le liste di idoneità da cui le università possono poi liberamente scegliere per le loro chiamate.

L’incentivo a scegliere i migliori verrebbe ovviamente in questo sistema dalla necessità di avere a disposizione personale che non solo sia nell’immediato atto ad avere l’idoneità per l’insegnamento nei master e nei dottorati (altrimenti non attivabili), ma che dia anche serie garanzie di non perdere poi la qualifica nel prosieguo delle verifiche successive (altrimenti si sarebbe costretti a chiudere i master ed i dottorati già avviati).

9. Ovviamente il punto delicato si sposta all’identificazione dei sistemi periodici di vaglio, in modo che questi diano garanzie di serietà. Pur rendendoci conto che anche qui siamo di fronte all’eterna battaglia della lancia contro lo scudo, riteniamo che non sia oggi impossibile fissare seri parametri oggettivi che consentano una valutazione meno facilmente manipolabile (per esempio la pubblicazione di un saggio presso una qualificata casa editrice che si assume i costi non può essere parificato alla pubblicazione di un saggio a proprie spese presso un editore che non fa diffusione; si possono monitorare le recensioni; c’è il riscontro offerto dal mercato accademico straniero, ecc.).

Questo lavoro di progettualità legislativa va ovviamente rinviato ad un momento successivo: ci preme solo al momento fare appello alle forze politiche che si apprestano a competere per il rinnovamento politico del nostro paese a che si avvii un impegno serio per una riforma vera del sistema dell’istruzione superiore nel nostro paese. Ci pare di poter ricordare in coscienza che esso non è un’optional, ma un elemento essenziale per quella rinascita che tutti auspicano.

Paolo Pombeni

Concorsi

I Vincitori del concorso per professore ordinario


a) Storia moderna:

AMBROSOLI Mauro

BARBERIS Walter

BENIGNO Francesco

DE FRANCESCO Antonino

FRAGNITO Gigliola

LONGHITANO Saro

MANGIO

MICCOLI Ottavia

MUSI Aurelio

RAO Anna Maria

VIOLA Paolo

b) Storia contemporanea:

BEVILACQUA Piero

CARDINI Antonio

LEVRA Umberto

MAZZONIS Filippo

ROMANELLI Raffaele

SALVATI Mariuccia

SOFRI Gianni

ZAPPONI Nicolò

Convegni e seminari

Invitiamo nuovamente i soci a segnalare, con molto anticipo, per il Bollettino convegni, seminari, iniziativa che stanno organizzando, ai quali sono invitati, dei quali hanno notizia. I programmi, anche provvisori, possono essere inviati alla sede SISSCO di Bologna, all’attenzione di Patrizia Dogliani o affidati ad altri membri del Direttivo.
Donne, guerra, resistenza nell’Europa occupata

Seminario internazionale, Milano, 14-15 gennaio 1995.

Organizzato dalla SIS in collaborazione con l’Unione Femminile Nazionale e l’Istituto nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.

– Predappio: una città simbolo? (titolo provvisorio)

Predappio, 24-25 febbraio 1995. Convegno organizzato dal Comune di Predappio in collaborazione con la rivista “Memoria e Ricerca”.

Il convegno si articolerà in una mezza giornata di dibattito storico (il pomeriggio del 24: sono previsti interventi di Anania, Baioni, Dogliani, Isnenghi, Ridolfi, Tranfaglia) sul valore simbolico dei “luoghi della memoria”, sull’uso pubblico della storia, su fascismo ed antifascismo, e in una giornata di dibattito con giornalisti e mass-mediologi.

– II mito della Resistenza

Convegno di studi organizzato dalle riviste “Padania”, “Storia in Lombardia”, “Storia e problemi contemporanei”, “Ricerche storiche”.

Fiesole, 9-10 marzo 1995

Presentazione: Simona Colarizi e Claudio Pavone

Relazioni (alcune da confermare) di: Nicola Gallerano, Maurizio Degl Innocenti, Angelo Varni, Antonio Parisella, Roberto Chiarini, Marco Revelli, Gianni Rondolino, Gianni Isola, Anna Finocchi, Gianni Borgna, Cesare Bermani, Massimo Legnani, Luciano Casali, Alberto De Bernardi, Gianni Oliva, Roberto Balzani.

Tavola rotonda finale con: Ernesto Galli Della Loggia, Franco Della Peruta, Luciano Cafagna, Pietro Scoppola, Paolo Pombeni.

Pedagogia nazionale in Italia dall’Unità alla prima guerra mondiale. Esempi e percorsi.

Convegno di studi organizzato dall’Ecole française di Roma e dal Dipartimento di studi storici dell’Università di Roma.

Roma, 10-11 marzo 1995

Introduzione di C. Brice e di B. Tobia.

Per la sezione “Il punto di vista delle élites”, relazioni di P Pombeni, V Vidotto, I. Porciani. Per la sezione “Le forme della pedagogia nazionale”, sulla Simbologia, relazioni di B. Tobia, C. Brice, Ph. Boutry, P Dogliani. Sul tema Scuola ed esercito: U. Levra, M. Raicich, S. Soldani, G. Conti, M. Isnenghi, G. Pécout, S. Pivato.

Infine sul tema Istituzioni culturali, parleranno M. Moretti, G. Fiocca, M. Meriggi e S. Lanaro.

– “La guerra partigiana in Italia e in Europa” , 20-21
Marzo 1995, organizzato dalla Fondazione Micheletti. Sede: Brescia

La Romagna e la padania dalla Resistenza alla Repubblica

Convegno di studi promosso dall’Università di Bologna – sede di Ravenna, dal Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali, Lega Provinciale delle Cooperative, Biblioteca Ente Casa Oriani, “Memoria e Ricerca”

Ravenna, 20 e 21 aprile 1995

Il convegno è suddiviso in quattro sezioni di lavoro:

Guerra, Resistenza e dopoguerra

Relatori: G. Crainz (relazione introduttiva), M. Baioni, D. Gagliani, M. Dondi, M. Storchi, A. Canovi, L. Casali

Ambiente, Economia e società:

Relatori: V Zamagni (relazione intr.), P Fabbri, L. Gambi, A. Giuntini, F. Cazzola, P.P. D’Attorre, S. Nardi, F. Conti, S. Mattarelli.

Culture, rappresentanza e organizzazioni politiche:

Relatori: P Pombeni (Relaz. intr.), A. Veltrone, M. Ridolfi, S. Noiret, L. Baldissara, M. Fincardi, G. Tassani, A. Luparini.

Società e cultura:

Relatori: S. Pivato (rel. intr), R. Cerrato, A. Battistini, G. De Santi, C. Spadoni, P Meldini, P Dogliani, G. Bosi Maramotti, E. Dirani.

Discussione finale con C. Brezzi, N. Gallerano, M. Legnani, L. Lotti.

– “Letteratura e Resistenza”,
maggio 1995, organizzato dall’Istituto pesarese per la storia del movimento di liberazione.

Sede: Fano.

I gruppi studenteschi e la formazione della classe politica in Italia ed in Francia: da un dopoguerra all’altro

L’Archivio per la storia dell’associazionismo e delle istituzioni studentesche ha in programma per l’anno accademico 1997-981’organizzazione di un convegno internazionale sulla formazione della classe dirigente nell’Europa del secondo dopo-guerra. Lo scopo dell’iniziativa è d’indagare, in un contesto comparativo, i percorsi formativi delle classi dirigenti dei quattro paesi più rilevanti dell’Europa occidentale (Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia) al fine d’individuare somiglianze e divergenze nei processi di selezione e formazione. Il convegno vorrebbe rappresentare il punto d’approdo di una ricerca comune portata avanti da gruppi che in questi tre anni svilupperanno esperienze di studio parallele, ispirate da problematiche comuni.

Nel quadro di tali iniziative, sono state previste tre serie di seminari italo-francesi (1994-95, 1995-96, 1996-97) per fare il punto sulle ricerche già esistenti sul tema dell’associazionismo universitario e studentesco nei due Paesi, e per impostare un primo tentativo d’indagine comparata.

La prima serie sarà consacrata ai movimenti giovanili – con un particolare riguardo per l’associazionismo universitario – fra le guerre. L’indagine su tale fase storica è indispensabile per fornire alla ricerca una prospettiva di longue durée che consentirà in seguito di cogliere ed evidenziare le novità strutturali che la tematica presenta a partire dal secondo dopo-guerra.

Programma dei seminari italiani


5 Dicembre 1994 ore Il

– Introduzione metodologica: Elites studentesche, élites giovanili, élites politiche

Proff. Gilles Le Béguec, Univ di Nancy

Gaetano Quaglieriello, Univ de L’Aquila

18 Gennaio 1995 ore 17

– I Gruppi Universitari fascisti e la cultura del ventennio

Prof. Niccolò Zapponi, Univ di Lecce

1 Febbraio 1995 ore 17

– Il mito dello studente nell’Italia liberale e nel fascismo

Proff. Emilio Gentile, Univ di Roma “La Sapienza”

Stefano Cavazza, Univ di Bologna

Gaetano Quagliariello, Univ de L’Aquila

9 Marzo 1995 ore 17

– Gli studenti socialisti e comunisti e la formazione della classe dirigente negli anni del fascismo

Prof. Patrizia Dogliani, Univ di Bologna

– Gli studenti cattolici e la formazione della classe dirigente negli anni del fascismo

Prof. Renato Moro, Univ di Camerino

4 Maggio 1995 ore 17

– I cadetti della Repubblica: le formazioni giovanili e studentesche filo-governative nella Francia della Terza Repubblica.

Prof. Gilles Le Béguec, Univ di Nancy

7 Giugno 1995 ore 17

– Da un dopo-guerra all’altro: percorsi e formazione della classe dirigente all’indomani dei due conflitti mondiali Proff. Giovanni Sabbatucci, Univ di Macerata

Paolo Pombeni, Univ di Bologna

Tutti i seminari si svolgeranno presso la LUISS – Sala riunioni del Centro di Metodologia delle Scienze Sociali (Via Parenzo, 11 – 00198 ROMA), salvo il seminario del prof. Gilles Le Béguec del 4 maggio che si terrà presso la Facoltà di Lettere dell’Università dell’Aquila-Palazzo Camponeschi. Archivio per la Storia dell’Associazione e delle Istituzioni Studentesche (A.S.A.I.S.) Centro di Metodologia delle Scienze Sociali della LUISS Dipartimento di Culture Comparate dell’Università dell Aquila Institut d’Histoire du Temps Présent (I.H.T.P. )

Centre de Recherche en Histoire Moderne et Contemporaine de l’Université de Nancy

(C.R.H.M.C.)

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA


Centro di Metodologia delle Scienze Sociali – Università LUISS

Via Parenzo, 11 – 00198 ROMA – Tel. 06-67486892 – Fax 06-85351238

SECRETARIAT D’ORGANISATION
c/o G. Le Béguec, 12 rue d’Acacias 75017 Paris – Tel. (1) 47631660

Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea Università 1 Pisa Provincia di Pisa Regione Toscana Convegno su strutture e metodi del consenso nell’Italia repubblicana

Pisa, 29 marzo – 1 aprile 1995

29 marzo ore 15

“Funzione e finanziamento del sistema politico”.

Relatore: Ernesto Galli della Loggia

Discussant: Alessandro Pizzorno

Interventi programmati: Franco Cazzola, Donatella Della Porta, Diego Gambetta, Mariuccia Salvati, Alberto Vannucci.

30 marzo ore 9

“Il Welfare State all’italiana”

Relatore: Luciano Cafagna

Discussant: Massimo Paci

Interventi programmati: Ugo Ascoli, Franco Bonelli, Fedele Ruggeri.

30 marzo ore 15

“Forme e modi della modernizzazione culturale”.

Relatore: Peppino Ortoleva

Discussant: Omar Calabrese

Interventi programmati: Alberto Abruzzese, Remo Ceserani, David Ellwood, Silvio Lanaro, Maurizio Ridolfi.

31 marzo ore 9

“Famiglie e familismo nella storia d’Italia”

Relatore: Paul Ginsborg

Discussant: Marzio Barbagli

Interventi programmati: Simona Argentieri, Laura Balbo, Gabriella Gribaudi, Gabriella Turnaturi.

31 marzo ore 15

“Nord e Sud”

Relatore: Carlo Trigilia

Discussant: Giuseppe Barone

Interventi programmati: Franco Barbagallo, Lea D’Antone.

1 aprile ore 9

Tavola rotonda su “Carta costituzionale e costituzione materiale”.

Coordina: Claudio Pavone.

Intervengono: Giuliano Amato, Sabino Cassese, David Hine, Alessandro Pizzorusso, Pietro Scoppola.

Per proposte, informazioni, suggerimenti, rivolgersi a Paolo Pezzino, Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, P.zza Torricelli 31a, 56126 – Pisa. Tel. 050-911434, fax 501017. Abitazione: via delle Lenze 41, 56122 – Pisa. Tel. 050-525492.

Iniziative

Il seminario internazionale d’archivistica

Tra il 31 agosto e il 2 settembre 1994 si è svolto a S. Miniato (PI) il Seminario internazionale sugli Standard della descrizione archivistica, per l’iniziativa dell’Archivio storico del Comune di S. Miniato, dell’Ufficio centrale per i Beni archivistici del Ministero Beni culturali, della Regione Toscana, durante il quale si sono confrontati i maggiori esperti italiani e stranieri.

II tema dibattuto è indubbiamente centrale nel settore degli archivi e si trova sul tappeto già da molto tempo. Si tratta dell’annoso problema della normalizzazione della descrizione archivistica che ha incontrato resistenza soprattutto nei paesi dove il patrimonio storico è più antico e ricco. Eppure, paradossalmente, è molto più complesso ridurre a standard la descrizione dei materiali contemporanei che non i materiali più antichi e consolidati. L’archivistica contemporanea non ha avuto il tempo di assumere una sua dignità e autonomia come archivistica della previsione, nel senso che, superata “la carta”, avrebbe dovuto tener conto anche di quanto appariva all’orizzonte. Questa sottovalutazione viene oggi pagata nei termini di distruzioni sempre più massicce di documentazione delle tipologie più disparate, prodotta a ritmi sempre meno governabili.

Le norme ISAD(G) – International standard of archival description – proposte dalla Commissione ad hoc dell’International Council on Archives nel 1988 sono almeno uno schema generale cui fare riferimento. Ma il problema dell’Italia come di altri paesi europei di antica storia è anche quello di non essere riusciti a innescare un processo per l’elaborazione di norme nazionali prima del passaggio alle ISAD, come è avvenuto invece durante gli anni ’80 negli Stati Uniti (AACR), in Canada (RAD), più pragmatici, che si attestano a favore di una archivistica come “tecnica”, laddove questa è difficilmente separabile dal contenuto dell’archivio stesso.

L’informazione ha reso palese l’insufficienza della riflessione nell’intero panorama internazionale. Il fatto che l’informazione si trasversalizzi su tutto l’orizzonte documentario a prescindere dalle tipologie, comporta da un lato che la riflessione sia puntata a un approccio comune verso la possibilità di un’interconnessione tra sistemi informativi diversi; da un altro lato, che i complessi documentari (bibliografici, archivistici, storici o artistici) non siano stravolti in funzione delle strategie di ricerca. Non si tratta quindi di affrontare l’informatizzazione come piatta immissione dei dati, ma di utilizzare l’informatica per l’intero processo di riordinamento, vale a dire di costruire la banca dati partendo dalla struttura stessa di un complesso documentario. In questo senso le norme ISAD sono una indicazione preziosa, ma al contempo solo un punto di partenza per l’approfondimento e il confronto.

Abbiamo peraltro assistito in questi ultimi anni alla creazione di reti di network, quali Internet, utili ma fortemente inquietanti, apparentemente fornitrici della possibilità “democratica” di una crescita del “sapere di massa” perché offrono dati raggiungibili in tutto il mondo. In realtà sarebbe seriamente da comprendere quale sia la misura di assottigliamento della piramide della crescita culturale. Si acuisce infatti l’impressione di prospettiva che chi sa, saprà sempre di più e chi non sa, sarà sempre di meno. 30.000 reti interconnesse accessibili oggi attraverso Internet possono determinare, senza una solida formazione dell’utente e senza la mediazione di strategie di ricerca mirate, una tale valanga di dati da rischiare un analfabetismo di ritorno nonché l’impiantarsi di un’oligarchia “culturale”.

Tali nodi problematici, dibattuti o solo emersi a S. Miniato, sono in fase di analisi e coinvolgono tutte le figure che ruotano intorno alle fonti contemporanee, ma il procedere della riflessione è troppo lento rispetto alla rapidità della produzione e forse le soluzioni non potranno essere che minime e parziali.

Gabriella Nisticò

(Direttrice dell’Archivio storico

Istituto della Enciclopedia Italiana)

La memoria dei partiti

Nell’attuale fase di crisi attraversata dai partiti politici italiani, cresce, in modo solo apparentemente contraddittorio, l’interesse per la loro storia e si diffonde la preoccupazione di salvarne la memoria per avere la possibilità di tentare una ricostruzione delle loro vicende che getti nuova luce sul ruolo da essi svolto in cinquant’anni di vita della repubblica. Una delle testimonianze di questo rinnovato interesse è stata l’affluenza di pubblico al seminario dal titolo “Per una storia dei partiti nell’Italia repubblicana. Forma-partito, organizzazione della rappresentanza e identità nazionale. Le fonti e gli strumenti”, svoltosi il 30 giugno 1994 a Roma nella sede dell’Archivio Centrale dello Stato.

Organizzato dal Consorzio Biblioteche e Archivi-Istituti culturali di Roma in collaborazione con l’Archivio Centrale dello Stato, il seminario è nato dall’incontro tra componenti diverse: una équipe di storici che, sotto la guida di Pietro Scoppola e Giuseppe Vacca, lavora a una ricerca sulla storia dei partiti nell’Italia repubblicana; il Consorzio Baicr impegnato da alcuni anni – come ha detto il presidente Vincenzo Cappelletti nel suo saluto iniziale – in un’azione di recupero e di ricostituzione di archivi di partiti e movimenti e nella realizzazione di un progetto volto alla costruzione di una rete di archivi privati conservati presso gli Istituti culturali (“Archivi del Novecento”); la Sovrintendenza dell’Archivio Centrale dello Stato che, nella persona di Mario Serio, ha avuto un ruolo prezioso nella salvaguardia di queste fonti, provvedendo, da una parte, al riordinamento di fondi archivistici essenziali per la storia dei partiti, dall’altra incoraggiando e seguendo con interesse le iniziative prese nello stesso campo dagli istituti culturali.

Come ha ricordato lo stesso Serio nel suo intervento introduttivo, la preoccupazione che la crisi attraversata dai partiti possa portare a una dispersione e a una perdita dei loro archivi era già stata espressa nel febbraio 1994 in un appello firmato dalla maggior parte degli storici contemporaneisti italiani, e poi trasmesso al Ministero per i beni culturali dai presidenti degli istituti aderenti al Consorzio Baicr (Fondazione Basso e Gramsci, Istituto dell’Enciclopedia Italiana e Sturzo): gli storici chiedevano che il Ministero si facesse carico del problema o direttamente, accogliendo nelle sedi istituzionali carte destinate altrimenti ad andare perdute, o indirettamente, stabilendo un rapporto di collaborazione con quegli istituti culturali in grado di. provvedere al recupero e alla conservazione di tale materiale.

Le diverse “anime” che avevano dato vita a questa giornata di studi sono merse nel corso dei lavori, non in contrapposizione tra loro, ma trovando un terreno di intesa e di utile discussione nella proposizione da parte degli storici di precise metodologie e finalità della ricerca, nella convinzione, comune a storici e archivisti, che l’innovazione nel campo della ricerca non può prescindere dal modo in cui sono organizzate le. fonti, e infine nell’esigenza, espressa soprattutto dagli archivisiti, di un progetto di coordinamento cui fare riferimento per poter rispondere adeguatamente alle nuove domande.

Certo, nel corso del seminario, è emerso anche con chiarezza il divario esistente fra nuovi indirizzi di ricerca e stato delle fonti. Da parte degli storici è stato infatti prospettato, un salto in avanti con l’affermazione dell’esigenza di studiare i partiti politici non più solo dal punto di vista del contributo dato alla vita politica italiana e agli equilibri politici governativi, ma da quello del contributo, mancato o limitato, alla formazione dell’identità collettiva del paese, all’educazione al senso della cittadinanza (Scoppola), valorizzando sia la dimensione politica del sociale che la centralità della sfera politica nella storia contemporanea (Ridolfi) e studiando i partiti come centri di aggregazione e di socializzazione politica (Ventrone), pur partendo dalla consapevolezza che si ha a che fare con una realtà che non è del tutto riconducibile a ciò che è comparabile (Parisella). A fronte di ciò, dalle relazioni degli archivisti è emerso prima di tutto un quadro preoccupante dello stato in cui versano le fonti per la storia dei partiti (per qualsiasi tipo di storia), soprattutto per quanto riguarda i documenti da essi direttamente prodotti. Infatti, se presso l’Archivio Centrale dello Stato le fonti pubbliche offrono una ricca e utilissima documentazione (accanto alla quale, come ha ricordato Paola Puzzuoli, molto importanti sono gli archivi di personalità che hanno svolto attività di rilievo nella vita politica nazionale, così come la documentazione prodotta da gruppi politici non costituiti in partito come la sinistra indipendente, di cui ha parlato Annalisa Zanuttini), le “carte” prodotte dai partiti, fatta qualche eccezione, risultano disperse in varie sedi e in qualche caso non esistono più. D’altra parte le possibilità di intervento dello Stato nella salvaguardia di questo tipo di fonti – ha detto Lucia Principe, soprintendente archivistico per il Lazio -sono minime, per cui è auspicabile che si facciano sempre più carico del problema gli istituti culturali.

Particolarmente grave è la situazione degli archivi delle destre; come ha affermato Giuseppe Parlato, non esiste più un archivio del movimento dell’Uomo Qualunque, è andata quasi tutta perduta la documentazione riguardante i vari partiti monarchici, non esiste un archivio organizzato del MSI, mentre i singoli esponenti di questo partito, o le loro famiglie, hanno conservato una ricca documentazione cui non è facile accedere. Ugualmente drammatica è la situazione degli archivi del partito liberale per cui Beatrice Rangoni Machiavelli ha lanciato un pressante appello. Frammentata è la documentazione del partito repubblicano e quella del partito socialista anche se, per il primo, l’ACS conserva l’archivio La Malfa e la Fondazione La Malfa svolge un’opera di reperimento e conservazione e, per il secondo, 1’ACS ha in deposito l’archivio Nenni, mentre la Fondazione Basso, la Fondazione Feltrinelli, la Fondazione Nenni e la Fondazione Turati – che ha raccolto un importante complesso documentario – sono da anni dedite a un lavoro meritorio di reperimento e conservazione della documentazione.

In un panorama così poco confortante fa eccezione il partito comunista, il più attento alla conservazione della propria memoria, il cui archivio storico ha sì delle lacune, ma non paragonabili a quelle degli altri partiti; come ha ricordato Linda Giuva, dopo il recupero della documentazione conservata a Mosca e il reperimento di fondi importanti per la storia del partito fino agli anni ’43-’45, i documenti successivamente prodotti vengono via via depositati (parte in originale, parte in fotocopie) presso la Fondazione Gramsci di Roma, che provvede al loro ordinamento rendendone possibile la consultazione. Un’importante integrazione a questa documentazione è fornita dalle carte del Fondo Secchia, conservate presso la Fondazione Feltrinelli. Un’altra lodevole eccezione è costituita dagli archivi del partito radicale, conservati e ordinati sia in supporto cartaceo che audiovisivo.

Il primo dei due maggiori partiti italiani, la democrazia cristiana, non ha invece dimostrato una particolare attenzione alla propria storia e solo nel 1990 ha istituito un archivio storico vero e proprio; in precedenza era attivo solo un ufficio documentazione, cui va il merito di aver conservato collezioni complete di molte testate pubblicate dalle varie correnti del partito. Questo ritardo, come ha ricordato Carlo Dané, ha fatto sì che la documentazione sia stata conservata in sedi diverse e che molto materiale non sia stato ancora inventariato. Tuttavia, di recente, la maggior parte dell’archivio storico di quello che era fino a poco tempo fa il maggiore partito italiano è stata depositata presso l’Istituto Sturzo, la cui sezione archivistica, sviluppatasi intorno all’archivio del suo fondatore e in continuo incremento, provvederà a riordinarlo.

Essendo questo lo stato delle fonti, alla maggior parte degli esperti in materia archivistica è apparso da tempo chiaro che, per superare almeno il problema della frammentazione, è necessario ricorrere a metodi innovativi che non facciano solo perno sulle tecnologie informatiche ma si ispirino a una diversa politica della organizzazione delle fonti. Varie iniziative, ha ricordato Serio, sono state prese a livello statale, prima fra tutte l’anagrafe, o censimento, di tutto il patrimonio archivistico conservato sia presso gli archivi di Stato, sia presso i comuni, enti vari, ecc. che fornirà uno strumento di lavoro prezioso.

L’esigenza di superare il dato strutturale della pluralità delle sedi di conservazione delle fonti e di fornire risposte adeguate alle nuove domande poste dalla ricerca storica è stata anche all’origine del programma di cooperazione “Archivi del Novecento” (per il quale cfr. anche il n. 3 di questo “Bollettino”), con la cui dimostrazione non a caso si sono chiusi i lavori del seminario. Nel suo intervento introduttivo alla dimostrazione Gabriella Nisticò ha ricordato che il progetto si propone di collegare le fonti archivistiche per complementarità storica e omogeneità di fondi non solo per rendere più agevole la ricerca storica, ma soprattutto per integrare le fonti documentarie recuperando anche quelle di tipo nuovo che caratterizzano il `900, e da cui il lavoro dello storico non può ormai prescindere.

Il seminario ha visto tutta una serie di altri interventi (sui movimenti, su formazioni politiche minori come quella dei cristiano-sociali, ecc.) ai quali non è stato possibile qui accennare, che saranno tutti raccolti negli Atti la cui pubblicazione sarà curata dall’ufficio centrale per i beni archivistici.

Lucia Zannino

Associazioni corrispondenti

I Gruppi di studio italo-tedesco per la storia contemporanea italiana

Il Gruppo di studio per la storia contemporanea italiana esiste dal 1974. Esso è sorto quale associazione scientifica cui collaborano senza formale impegno principalmente storici, ma anche rappresentanti di altre discipline collaterali. Il Gruppo ha sede a Colonia (Repubblica Federale Tedesca) ed è presieduto dal prof. Wolfgang Schieder. Esso opera in stretta collaborazione con l’Istituto Storico Germanico di Roma.

Il Gruppo di studio ha lo scopo di facilitare le possibilità di ricerca sulla storia contemporanea italiana, in genere piuttosto scarse per i singoli studiosi residenti fuori d’Italia. A tal fine esso favorisce gli scambi d’informazioni fra i suoi membri su problemi relativi alle indagini storiografiche internazionali sull’Italia, incoraggia ed appoggia i contatti reciproci e cerca collegamenti con gli studiosi italiani.

Quattro volte all’anno il Gruppo distribuisce il periodico “Informazioni bibliografiche sulla storia d’Italia nei secoli XIX e XX” a cura e sotto la responsabilità del dott. Jens Petersen, Vice-direttore dell’Istituto Storico Germanico di Roma (Via Aurelia Antica 391, I-00165 Roma). Dal 1974 in poi sono stati elencati quasi 30000 titoli. All’informazione dei membri del Gruppo di studio è poi destinato il semestrale “Storia e Critica. Die italienische Zeitgeschichte im Spiegel der Tages – und Wochen-presse”, anch’esso a cura del dott. Jens Petersen.

Inoltre, in collaborazione con l’Istituto Storico Germanico di Roma, ad intervalli di circa due anni, il Gruppo di studio indice convegni scientifici su temi riguardanti la storia contemporanea italiana. Finora sono stati organizzati convegni sui temi seguenti: “Stato e società italiana nel periodo del nazionalismo” (1976); “Problemi del regime fascista in Italia” (1978); “L’Italia durante il periodo di transizione dalla dittatura fascista alla repubblica 1943-1948” (1980); “Problemi di storia sociale del Risorgimento” (1983); “Italia in realtà ed immagine. Problemi di identità storica nell’Ottocento” (1985); “Il sistema politico della Repubblica d’Italia in prospettiva storica” (1987); “Illuminismo e rivoluzione in Italia intorno al 1800” (1989); “Italia e Germania fra alleanza e occupazione: 1943-1945” (1992).

L’adesione al Gruppo di studio è gratuita. Le “Informazioni bibliografiche” e la “Storia e Critica” potranno essere richieste alla sede del Gruppo sulla base di un contributo annuo. Le rimesse potranno essere effettuate tramite versamento bancario sul conto 19832179 della Stadsparkasse Köln (codice bancario 370 501 98) oppure tramite vaglia postale sul conto corrente postale 324372-500 del Postgiroamt Köln (codice bancario 370 100 50), ambedue intestati al prof. Wolfgang Schieder.

L’indirizzo del Gruppo di studio per la storia contemporanea italiana è:

Professor Dr. Wolfgang Schieder

Universitát zu Köln, Historisches Seminar

Albertus-Magnus-Platz

D-50923 Köln

Telefon (02 21) 4 70 44 45, Telefax (02 21) 4 70 51 48

Association for the Study of Modern Italy

The Association was founded in November 1982 with the following purposes, as defined in its constitution:

a)to bring together persons in the U.K. who are interested in modern Italy, from whatever discipline or profession;

b) to organise conferences, meetings, seminars, lectures and exhibitions;

c) to publish newsletters and other material;

d)to seek co-operation with appropriate institutions and individuals in Italy and the U.K.

The membership on 31 December 1993 was 236

The annual subscription for institutional members is £. 25.00, for ordinary members is £. 10.00; and for students and the unwaged £. 3.00.

The Association has held ten Annual Conferences: the last three were: 1991 Women in Twentieth Century Italy 1992 Regionalism in Italy: Past, Present and Future 1993 Italy and Migration.

In addition ASMI has held several one-day regional conferences, most of them in collaboration with university departments or other associations; the most recent were:

1993 Rome – Recent Historiography of Contemporary Italy

1993 Cambridge – Organised Crime in Modern Italy

1994 Bath – Culture and Society in Southern Italy.

The Association has issued twenty five Newsletters.

The Officers of the Association are:

John PollardChairman

Christopher DugganSecretary

Jonathan Morris Treasurer

Enquiries should be addressed to the Secretary at: Dept of Italian Studies, University of Reading, Whiteknights, READING, RG6 2AA.

ASMI is pleased to announce the launch of its new journal

MODERN ITALY

Marking an important turning point in the development of the association’s twelve year history

– The journal will be published annually and will contain the best in contemporary and modern Italian studies in the fields of history, social and political sciences, and cultural studies.

– Each issue will contain several full length articles, occasional shorter review articles, round table discussions on topical themes, and an extensive book reviews section. Articles submitted for publication will be subject to blind peer review.

– Under the general editorship of Professor John Pollard of Anglia Polytechnic University, the journal will be managed by an editorial team with interests in history, politics, sociology, geography, economics, anthropology and cultural studies. An editorial board comprising leading international scholars of Italy in the humanities and social science fields will act as advisors and referees.

– ASMI will own and publish the journal, ad its 250 plus membership will receive MODERN ITALY as part of their membership subscription. The journal will also be available to academic libraries and other institutions on a subscription basis. ASMI aims to distribute its journal as widely as possible and to actively promote MODERN ITALY in relevant university departments and other research and teaching establishments throughout the world.

– The first issue of MODERN ITALY will be published in 1995 and will focus on the theme of “The Italian Crisis 1989-1994” which is the subject of ASMI’s 1994 conference. Many leading writers on contemporary Italy will contribute to this special launch issue.

For further information please contact: The General Editor, MODERN ITALY, Prof. John Pollard, Faculty of Humanities, Arts and Education, Anglia Polytechnic University, Cambridge, CBI 1PT, United Kingdom.

Telephone +44 (0)223 63271 Fax +44 (0)223 352935 Pubblicazioni promosse dal Centro interuniversitario di Studi e Ricerche Militari (Università di Milano Cattolica, Padova, Pisa e Torino La storiografia italiana negli ultimi venti anni, a cura di G. Rochat, relazioni e comunicazioni presentate al convegno organizzato dal Centro a Lucca nel 1984, le quali offrono un quadro articolato a commentato dalla produzione italiana sulla storia militare contemporanea a sui settori affini. Editore F. Angeli, Milano, 1985, pp. 238. Bibliografia italiana di storia e studi militari 1960-1984, selezione di 2905 titoli dedicati alla storia militare contemporanea (dalla Rivoluzione francese ad oggi) ed ai settori affini, con indici per materia. Lavoro collettivo nato dalla collaborazione di oltre cinquanta studiosi, che, malgrado tutte le confessate lacune, costituisce un punto di partenza per tutti gli studi sistematici in materia a un invito a un approfondimento. Editore F. Angeli, Milano, 1987, pp. 580. Ufficiali e società. Interpretazioni a modelli, a cura di G. Caforio e P De Negro, relazioni a comunicazioni presentate al convegno organizzato a Lucca nel 1986, con una selezionata partecipazione straniera, interventi che offrono un quadro generale dell’evoluzione della professione di ufficiale a vari approfondimenti settoriali, in chiave sia storica sia sociologica. Editore F. Angeli, Milano, 1988, pp. 571.