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Bollettino SISSCO n.3, febbraio 1991

INDICE


L’avvio della SISSCO
L’avvio della SISSCO si è svolto sotto ottimi auspici. Ampi e rapidi i consensi, che si sono espressi in 130 adesioni circa (nominativamente indicate in questo bollettino), ottenute peraltro senza speciali e assillanti campagne. Minime le diffidenze, che pur sempre accompagnano iniziative di questo tipo. Qualcuno, che ha voluto esprimere una preferenza per l’attesa, lo ha fatto sempre (salvo un caso) con garbo e con rispettabili motivazioni. Il punto della scommessa era l’esistenza, o meno, di una comunità degli storici della età contemporanea, dotata di un denominatore comune di problemi, capace di una civile convivenza interna e in grado di impostare e affrontare obiettivi comuni, pur nella inevitabile diversità di idee, scelte di ricerca, metodi, pur nella variegazione di “scuole” e di collegamenti accademici.
Bisogna dire che il modo in cui questo campo di lavoro si è venuto affermando in Italia negli ultimi 30 anni conteneva, al riguardo, elementi non incoraggianti: un proliferare un po’ caotico, largamente sollecitato dalle intense passioni dei tempi, che ha mostrato difficoltà a separare il momento professionale della ricerca dagli originari stimoli ideologici, soprattutto nel confronto critico fra orientamenti diversi. Di qui tensioni, intolleranze, veri e propri separatismi che si sono prolungati oltre gli anni di una gioventù inquieta, e quando molti percorsi, in realtà, si facevano, ormai, nettamente individuali, e comunque si divaricavano per tracciati diversi, sotto disparate influenze di metodi e suggestioni, non più consequenziariamente deducibili da premesse di ideologia o di scelta politica.
Di una ennesima sede nella quale organizzare e inquadrare per settori politici gli studiosi non vi era certamente bisogno: negli anni, ciascuna area ideologica si è data le sue, assai spesso qualificate e apprezzabili e, bisogna dirlo, sempre meno orientate alla preclusione e al ghetto. II terreno di raccordo, che invece mancava, era quello professionale. E qui il problema si presenta sotto due aspetti. Vi sono i profili organizzativi, come questioni degli archivi, delle fonti in genere, delle biblioteche, della editoria, delle strutture universitarie e di ricerca, delle fondazioni private, e che, nell’area del contemporaneo, come in altre, hanno dimensioni e caratteri peculiari. E vi è il momento della comunicazione e dello scambio fra risultati di ricerca, valorizzazioni tematiche e di fonti, tecniche di interpretazione e di ricostruzione, relazioni con altre aree disciplinari: campi di interesse professionale che, per essere ormai caratterizzati da uno sventagliamento pluralistico, tendono ad attraversare orizzontalmente le aree di “appartenenza”.
li bollettino della SISSCO, nei diversi numeri successivamente pubblicati, ha già fornito una indicazione sufficiente, crediamo, di come ci si debba muovere nella direzione dei problemi tecnico-organizzativi. I temi trattati sono significativi, ma valgono non solo in sé, bensì anche come esempio e sollecitazione a tutti i soci per contribuire o suggerire. Si noterà che la trattazione è, per ora, prevalentemente informativa. Ma di informazione esatta e minuta c’è un gran bisogno. Un settore professionale non può progredire se questa manca. Però l’informazione -che di per sé già ci sembra giustificare, come servizio, la nascita di una SISSCO – non esaurisce l’ambito dei problemi tecnico-organizzativi. Vi sono, lo sappiamo bene, esigenze di costruzione istituzionale, di efficienza e di qualità, di innovazione legislativa, di miglioramento di servizi. Qui il lavoro della SISSCO è tutto da impostare, e con serietà e riflessione, poiché richiede la massima concordia di intenti.
Quanto alla comunicazione e allo scambio c’è da sviluppare l’informazione reciproca, come stiamo facendo con la raccolta di schede personali. E c’è da allargare, nelle occasioni e nei modi, il contatto culturale, andando oltre le occasioni per lo più, e sempre più, strettamente specialistiche, o sub-specialistiche, cui tende a restringersi l’incontro fra quanti operano nella disciplina. Si è scelto di aprire la strada con la discussione di libri rappresentativi della produzione storiografica contemporaneistica in collaborazione con strutture accademiche di tutto il territorio nazionale. È parso il modo migliore e più semplice per avviare la costruzione di una rete di contatti basati sullo scambio di idee nei luoghi della struttura accademica, la cui natura oggettivamente sfugge alle “appartenenze”, tentando, al tempo stesso, di sottrarre la discussione sul libro alla ormai prevalente occasione del “lancio” editoriale. Ma certamente l’espressione maggiore di questo tentativo SISSCO di ampliare la “sociabilità” interna alla disciplina vuole essere il seminario annuale, impostato come una discussione agilissima, vero scambio di idee su un grande tema orientativo, luogo di confronto fra il distillato concettuale del lavoro di ciascuno e non deposito orale di ricerche particolari. II tema che si è scelto quest’anno – “La nazionalizzazione culturale degli italiani” – dovrà testimoniare la capacità degli storici contemporanei di affrontare un tema rigorosamente storiografico ma di provocatoria attualità, senza infrangere la propria capacità di dialogare sulle muraglie della “appartenza” e verificando se e come sia possibile raccogliere il frutto delle ricerche per farne idee protese a ricerca nuova e, al tempo stesso, mostrando se e come sia possibile, altresì, intendere senza confusioni il passato nel presente e il presente nel passato, con l’ambizione di fare una qualche maggior chiarezza sull’uno come sull’altro.
Luciano Cafagna
Nuove linee di sviluppo per le biblioteche italiane
1. Il Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)
Basta dare un rapido sguardo all’Annuario delle biblioteche italiane per rendersi conto della grande ricchezza del patrimonio bibliografico del nostro paese, ma anche della sua estrema dispersione. Come è noto, al di là delle grandi concentrazioni di materiale librario presenti nelle biblioteche nazionali, esistono sul territorio, numerose biblioteche di medie dimensioni, che conservano fonti preziose per la ricostruzione storica nei diversi ambiti disciplinari, ma spesso non sono in grado di svolgere un servizio e rendere disponibili i fondi se non per una ristretta utenza locale. L’appartenenza a diverse amministrazioni – stato, enti locali, accademie, università e enti ecclesiastici – rende ancor più difficile ricomporre il quadro bibliografico in funzione dei contenuti e della produzione editoriale piuttosto che delle varie burocrazie amministrative. Quanto questa situazione sia stata e sia di ostacolo alla ricerca è evidente a chiunque debba approfondire un tema per il quale si riveli indispensabile il servizio bibliotecario. Finora infatti, lo studioso ha dovuto organizzare i propri itinerari di ricerca in modo artigianale, senza avere la possibilità di programmare i tempi con sufficiente approssimazione nè la certezza di poter consultare tutti i documenti utili. D’altra parte, questa situazione di grande frammentazione ha costituito anche un ostacolo oggettivo al funzionamento e allo sviluppo delle stesse biblioteche, così come la mancanza di un coordinamento ha fatto sì che per anni siano state disperse notevoli risorse sia a livello di incremento patrimoniale sia a livello di forza lavoro.
Da un esame approfondito di questa frastagliata realtà bibliotecaria italiana ha preso le mosse la costruzione del sistema SBN, sorto con l’intento di utilizzare le tecnologie informatiche per la razionalizzazione del lavoro all’interno delle biblioteche, la promozione di una cooperazione stabile tra di esse, l’attuazione di servizi più efficaci per il lavoro di ricerca
II progetto SBN comincia a delinearsi nella seconda metà degli anni ’70 nell’ambito del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. La commissione per l’automazione delle biblioteche, istituita dallo stesso Ministero, dopo aver esaminato le varie soluzioni adottate in Italia e all’estero indicò come modello più idoneo da sviluppare la macroanalisi elaborata dall’Istituto Universitario Europeo e affidò all’Istituto Centrale per il Catalogo Unico la responsabilità tecnica della realizzazione del sistema SBN, mentre allo sviluppo del progetto dal punto di vista informatico avrebbero provveduto ditte specializzate. Sin dall’inizio fu prevista la stipula di convenzioni tra 1’ICCU e gli uffici regionali responsabili del settore beni librari per garantire il necessario decentramento in quanto prevalse la scelta di realizzazioni distribuite sul territorio come più rispondenti alla situazione italiana ed alla storia delle nostre raccolte librarie.
Nato dalla collaborazione fra informatici ed esperti in campo biblioteconomico, il sistema SBN si presenta, innanzitutto, come un modello da utilizzare per la gestione delle biblioteche. Le procedure elaborate consentono di gestire tutte le fasi attraverso le quali un documento passa dal momento del suo ingresso in biblioteca fino a quando diventa “visibile” all’utente. Anche per i non addetti ai lavori è importante sottolineare che uno dei cardini del sistema è l’uniformità dei criteri adottati per la descrizione del documento. La descrizione bibliografica di una stessa pubblicazione viene eseguita un’unica volta dalla biblioteca che per prima ne entra in possesso: le altre biblioteche potranno recuperare la notizia nel proprio catalogo.
L’obiettivo primo del servizio è dunque la costruzione di un catalogo unificato delle principali biblioteche italiane, consultabile in linea da ciascuna delle sedi che abbiano aderito al SBN. A tal fine sono state messe a punto procedure standard applicabili su hardware prodotti da ditte diverse. E’ stata prevista la costituzione di basi dati locali, munite di propri elaboratori, i quali comunicheranno tra loro tramite là rete pubblica italiana di trasmissione dati. Un indice centrale automatizzato (e costantemente aggiornato) consentirà di individuare la biblioteca che possiede un determinato documento e di attivare la richiesta di prestito o riproduzione.
Anche da questa sintetica esposizione dovrebbero risultare evidenti i vantaggi che il SBN pienamente realizzato offrirà alle biblioteche e agli utenti. Le prime potranno razionalizzare la propria organizzazione di lavoro, coordinare con metodo la politica delle acquisizioni, consentire una rapida circolazione di informazioni sui documenti e, tramite le procedure di prestito, dei documenti stessi; i secondi eviteranno lunghe e dispersive ricerche localizzando con facilità il documento che interessa. . Come è stato di recente ribadito in una nota redatta dalla commissione paritetica di esperti per SBN, “ogni biblioteca aperta al pubblico sul territorio nazionale deve essere concepita come unità di servizio di un unico sistema, pur con tutte le articolazioni opportune e nel rispetto delle singole autonomie”.
Allo stato attuale va detto che, se alcune basi dati locali hanno già superata la fase di sperimentazione e funzionano a regime, a livello nazionale il servizio è lontano dalla sua completa realizzazione. I finanziamenti erogati in base alla legge 449/87 hanno notevolmente accelerato i lavori per la costruzione dell’indice e per la messa a punto di alcune procedure, ma non poche difficoltà andranno ancora superate. Le biblioteche che finora hanno aderito al SBN sono un nucleo ormai consistente; avviato inizialmente presso la Biblioteca nazionale di Firenze, il sistema è stato adottato in seguito dalla Nazionale di Roma e di Torino, poi da quelle di Napoli, Cosenza e Venezia dove è in fase di attuazione. Attive sono anche le basi locali che raggruppano biblioteche pubbliche di medie dimensioni, in Lombardia ed Emilia Romagna. Le Univetsità hanno mostrato fin dall’inizio un notevole interesse verso il progetto ma al tempo stesso qualche difficoltà di adesione e diffidenza verso soluzioni maturate al di fuori e vissute in qualche modo come esterne. L’oggettiva complessità di un’architettura così ambiziosa che deve crescere su soggetti differenti, con una lunga tradizione di isolamento, e far colloquiare stato, regioni e privati, ha destato comprensibile scetticismo su una sua reale attuazione. Di fatto il progetto è riuscito a mobilitare le risorse e competenze esistenti ed è quindi decollato, attirando man mano l’adesione delle università anche in considerazione del fatto che le biblioteche “storiche” centrali di molte università italiane dipendono dal Ministero per i Beni Culturali e quindi istituzionalmente all’interno del SBN. Scelte diverse dal SBN finirebbero per cristallizzare l’incomunicabilità fra le raccolte, mentre una forte presenza delle Università all’interno del Servizio può portare senza dubbio un contributo determinante per orientare sempre più lo sviluppo del software verso le esigenze della ricerca e delle specializzazioni. Anche le biblioteche di importanti Istituti Culturali, come la Fondazione Cini, la Querini Stampalia, la Feltrinelli ed altri, hanno aderito al SBN.
2. Il polo SBN IEI – Istituti Culturali romani
È il primo polo interbibliotecario SBN del Lazio, sorto nel 1987 su iniziativa dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, della Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco e della Fondazione Istituto Granisci; vi ha aderito in seguito l’Istituto Sturzo e, recentemente, la Società Geografica Italiana; è previsto che altri istituti con caratteristiche simili entrino a farne parte.
La costituzione del polo è stata resa possibile dalla decisione dell’IEI di mettere a disposizione delle biblioteche degli altri Istituti il proprio centro di calcolo e dall’appoggio dato all’iniziativa dall’Assessorato alla cultura della Regione Lazio che, successivamente, ha stipulato una convenzione con fICCU per la realizzazione del SBN nel Lazio. A promuovere l’iniziativa è stata la volontà comune dei responsabili di queste biblioteche di rendere più agevolmente fruibili le loro raccolte. Sin dall’inizio degli anni ’80 l’esame dei problemi comuni (carenza di spazi, difficoltà di un aggiornamento costante, necessità di migliorare il servizio al pubblico, ecc.) in una situazione “difficile” come quella romana ha portato ad individuare nella cooperazione lo strumento più efficace per superare difficoltà comuni. Avendo scelto di realizzare la cooperazione attraverso l’adozione di tecnologie informatiche, l’adesione al SBN è apparsa la via migliore per impostare nuovi rapporti interni ed esterni, in un’ottica non legata all’immediato presente. L’operazione è stata agevolata – e resa, a nostro avviso, più rilevante -dal fatto che veniva stabilito un rapporto di collaborazione tra biblioteche affini e complementari, con un’utenza relativamente omogenea ma al tempo stesso con radici culturali ampiamente differenziate.
Le raccolte bibliografiche e documentarie del polo costituiscono, a giudizio di numerosi studiosi ed esperti sia italiani che stranieri, un prezioso patrimonio di grande interesse per la collettività. Esse rappresentano in modo significativo la produzione culturale e scientifica dei secoli XVIII-XX (per alcuni fondi di notevole interesse storico il punto di partenza è il sec. XVI) in un vasto arco di discipline tra loro collegate: storia moderna e contemporanea, economia, sociologia, politica, filosofia (con particolare riguardo alla loro evoluzione storica), storia della scienza, linguistica, nonché un vasto apparato di fonti biobibliografiche e repertoriali per ciascun ambito disciplinare. Questo patrimonio è contraddistinto dal suo carattere internazionale e da un costante flusso di acquisizioni che ha garantito e garantisce l’aggiornamento e la continuità delle raccolte.
La cooperazione in SBN tra le biblioteche di questo polo dà la possibilità di fornire un servizio bibliografico che ciascuna di esse, presa singolarmente, non sarebbe in grado di offrire; e ciò proprio in virtù del fatto che i fondi posseduti sono tra loro complementari.
Da quando il polo ha incominciato a funzionare a regime (1989), dei 300.000 volumi circa che compongono questo patrimonio librario ne sono stati descritti nel catalogo collettivo in linea circa 30.000. Molto è dunque il lavoro che resta da fare. D’altra parte, il raggiungimento del potenziale scientifico e informativo di queste biblioteche potrà essere ottenuto solo con il completo recupero nella base dati del catalogo retrospettivo, il che implica un notevole impegno di risorse economiche e professionali, con finanziamenti mirati. A tal fine, le biblioteche (e gli archivi) del polo hanno di recente costituito un consorzio, come strumento per una gestione più funzionale delle raccolte e dei finanziamenti.
Una volta superata la prima e più difficile fase di applicazione di un progetto che ha comportato una completa trasformazione del lavoro, resta costante la preoccupazione di verificare in concreto la validità dei risultati via via raggiunti, di non perdere mai di vista gli obiettivi inizialmente fissati. Se poi in futuro la rete SBN consentirà un rapporto diretto a livello nazionale tra le biblioteche di istituti culturali affini, l’attuazione, già a livello romano, di questo progetto di cooperazione può essere considerato, a nostro avviso, un esempio significativo di scelte biblioteconomiche orientate verso la crescita coordinata delle raccolte e il potenziamento dei servizi.
Madel Crasta e Lucia Zannino
Archivi del Novecento: Cultura e politica italiana negli archivi privati del ‘900
Gli Archivi dell’Istituto della Enciclopedia Italiana (Treccani), della Fondazione L. e L. Basso-Issoco, della Fondazione Istituto Gramsci e dell’Istituto Luigi Sturzo hanno così denominato un progetto informatizzato di cooperazione tra archivi privati che si propone come esperimento pilota nell’ambito di una più ampia progettazione volta ad avviare una corretta salvaguardia e valorizzazione delle fonti per la ricostruzione della storia del ‘900.
L’idea della cooperazione sembra l’unica strada da percorrere per far uscire gli archivi privati italiani del nostro secolo dal limbo più dimenticato dell’area dei beni culturali. Ultima testimonianza di documentazione cartacea in una società che produce quasi solo fonti informatizzate, tali archivi hanno bisogno di adeguati investimenti con un piano d’intervento mirato a un puntuale lavoro di riordinamento e di preparazione di strumenti per la ricerca; in caso contrario si corre il rischio che su alcuni di essi si desti l’attenzione solo per polemizzare sulla loro consultabilità in una particolare congiuntura di discussione politica. Un progetto comune di descrizione analitica e inventariazione dei complessi archivistici privati del ‘900 può realizzare, attraverso descrizioni in un certo senso standardizzate e con l’ausilio di tecnologie informatiche, un collegamento tra fondi che presentino complementarità storica. Nel campo degli archivi la complementarità tipologica e spazio-temporale della documentazione è a nostro parere la conditio sine qua non per elaborare un qualsiasi progetto di collegamento.
Un’analisi complessiva della documentazione negli Archivi dei quattro Istituti ha fatto rilevare l’esistenza di tale complementarità: infatti si tratta di documenti del nostro secolo, di produzione italiana, riguardante la storia del movimento operaio e socialista, del movimento cattolico, del pensiero politico nonché dell’organizzazione della cultura, con particolare riferimento al rapporto tra intellettuali e potere. Una volta verificata la premessa, i quattro istituti culturali romani, consorziatisi per svolgere un lavoro di cooperazione sui rispettivi patrimoni bibliografici e archivistici, hanno promosso un progetto comune di informatizzazione degli archivi, onde evitare il pericolo insito nello sviluppo dell’industria informatica di creare una miriade di programmi che disperdono le fonti invece che organizzare dei collegamenti. Ma un progetto del genere potrà essere avviato solo con l’intervento finanziario del Ministero dei Beni culturali al quale è stato presentato ai sensi della legge 19/4/ 1990, n.84 e con il necessario coordinamento della Soprintendenza archivistica del Lazio, in quanto gli archivi in questione sono archivi privati dichiarati di notevole interesse storico ai sensi del DPR 30/9/1963, n.1409.
1 fondi comprendono carteggi, documenti vari di partiti, istituti e associazioni, memorie, diari, quaderni, appunti, progetti culturali, materiali editoriali, fotografie e così via, appartenenti a intellettuali, uomini politici e imprese culturali che, a vari livelli, hanno influenzato la vita culturale e politica del nostro paese. Tra questi fondi, i quattro archivi ne hanno selezionato alcuni da inserire nel progetto comune. La scelta copre un campo volutamente ampio come campionatura di materiali relativi alla politica e alla cultura nel ‘900.
L’Archivio storico dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G.Treccani, al contempo archivio d’impresa, archivio editoriale e archivio di istituto culturale, conserva documenti che coprono l’intero arco cronologico del ‘900 e, con sistematicità dal 1925, anno della fondazione dell’Istituto Treccani, i documenti relativi alla pubblicazione della Enciclopédia Italiana, ai contributi degli studiosi che vi collaborarono, oltre a fondi personali (Gaetano De Sanctis, Aldo Ferrabino) e di progetti culturali ed editoriali (Commisione nazionale per l’edizione delle opere di F.Petrarca, Fondo Ersilio Michel sugli Esuli italiani del Risorgimento, Fondo C.Spellanzon su un Dizionario storico del Risorgimento, progetto di un Dizionario Biografico dei Risorgimento, primo progetto Dizionario Biografico degli Italiani 1925-1943, ecc.). I fondi prescelti per l’avvio del progetto comune sono l’archivio della Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, 1925-1943 e l’archivio dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da G.Treccani, s. Organi direttivi, 1933-1943.
Il primo fondo comprende corrispondenza, lemmari, materiali editoriali, schede. Fu trasferito a Bergamo nel novembre 1943, pur avendo natura giuridica privata ma d’importanza nazionale segui il destino degli archivi pubblici trasportati a nord dopo la costituzione della Repubblica di Salò. Venne recuperato con molte lacune nel dopoguerra. Ad esso è aggregato l’archivio della “Enciclopedia minore”, 1939-1943, opera in lavorazione in quegli anni e mai pubblicata, i cui materiali editoriali furono parzialmente riversati nel Dizionario enciclopedico italiano (19551961). E’ stato inserito nel progetto comune per la sua caratterizzazione di fonte relativa al rapporto tra intellettuali e potere durante il fascismo. Una schedatura analitica sull’unità base documento è determinante per colmare le lacune di un fondo particolarmente provato.
II secondo fondo, l’archivio dell’Istituto-serie Organi direttivi, salvato dal trasferimento a Bergamo nel 1943, comprende corrispondenza, i verbali del Comitato di amministrazione e del Consiglio scientifico, progetti culturali ed editoriali elaborati negli anni ’30 dalla direzione scientifica della Treccani. La maggior parte di tali progetti non furono realizzati, ma di alcuni esistono le prove di stampa o i lemmari già compilati.
Gli Archivi della Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, creata nel 1969 da Lelio Basso come istituto di ricerche sulla società contemporanea ed eretta in ente morale con DPR 18/6/1974 n.503, si compongono di due sezioni: l’una, di carattere internazionale, comprendente manoscritti di protagonisti della rivoluzione francese, di esponenti della socialdemocrazia tedesca e russa, nonché documenti relativi alla I e II Internazionale; l’altra, riguardante la storia dell’Italia contemporanea, comprende l’intero archivio Basso, le carte di Bruno Misefari, Domenico Fioritto, Gerardo Bruni, del movimento cristiano sociale e una consistente documentazione riguardante la legislazione sugli anarchici nel primo Novecento. Di questa seconda sezione sono stati prescelti per il progetto comune una parte dell’archivio Lelio Basso e l’archivio Gerardo Bruni e del movimento cristiano-sociale.
L’archivio Lelio Basso copre gli anni 1904-1978 e comprende corrispondenza, foto e documenti vari relativi al PSI, al PSIUP, ai rapporti tra Chiesa e Stato, alla lotta contro i crimini di guerra e per il rispetto delle libertà fondamentali, nonché programmi editoriali e materiale vario. Una minima parte dell’archivio, circa 300 documenti del periodo della Resistenza, è stata pubblicata negli Annali della Fondazione.
Il secondo fondo prescelto, l’archivio di Gerardo Bruni e del movimento cristiano-sociale, copre gli anni 1914-1975. Militante della sinistra della sezione romana del Partito popolare, Bruni se ne distaccò mantenendo rapporti di amicizia con Luigi Sturzo. Il suo archivio comprende, oltre i documenti personali di Bruni relativi all’attività didattica e accademica, i carteggi, i documenti di partito, gli appunti,le memorie concernenti l’attività del Partito e del movimento cristiano sociale, i rapporti tra il partito cristiano sociale ed altre organizzazioni politiche e culturali. Sono presenti inoltre una raccolta di scritti politici e della stampa periodica e non del partito e del movimento cristiano sociale.
L’Istituto Luigi Sturzo, eretto in ente morale con DPR 25/11/1951 n. 1408, fu fondato per volontà di Luigi Sturzo, che per primo ne ricoprì la carica di presidente, con la finalità di realizzare una istituzione per gli studi e le ricerche nel campo delle scienze politiche storiche e sociale. La documentazione in esso conservata si caratterizza nel complesso come l’Archivio dei Popolari. Si tratta di archivi di numerose personalità politiche del ‘900, tra cui spicca l’archivio di Luigi Sturzo che permette di seguire tutta l’attività del fondatore del Partito popolare italiano dalla fine dell’Ottocento fino alla morte e che comprende documenti relativi alla crisi dello Stato liberale, all’avvento del fascismo, agli anni dell’esilio e ai problemi della ricostruzione. Tra gli altri archivi acquisiti sono da segnalare l’imponente quantità dell’archivio di Filippo Meda, uno dei maggiori esponenti del movimento cattolico italiano degli inizi del secolo fu tra i primi cattolici ad entrare in Parlamento; e inoltre gli archivi di Giuseppe Spataro, di Giovanni Gronchi, di Mario Scelba ed altri, fondamentali per la ricostruzione della nascita e attività del Partito popolare italiano. Il fondo prescelto per il progetto comune è l’archivio più importante, cioè quello di Luigi Sturzo, relativamente alla II sezione.
L’archivio Sturzo, che copre gli anni 1891-1959, è suddiviso infatti in quattro sezioni: I) 1891-1924; II) 1924-1946; III) 1946-1959; IV) Scritti. La I sezione è già schedata, ordinata, inventariata, fornita di mezzi di corredo. La II sezione, 1924-1946, si presenta naturalmente come la più problematica e richiede una descrizione analitica.
Il patrimonio archivistico della Fondazione Istituto Gramsci, riconosciuta con DPR 5/12/1984 n.1188, è un complesso di documenti dalle caratteristiche assai varie. Conserva infatti documenti di organismi e personalità politiche di rilievo del Partito comunista italiano accanto ai fondi di importanti personalità della cultura italiana del Novecento.
Tra i vari fondi, che vanno dall’archivio delle Brigate Garibaldi all’archivio Palmiro Togliatti all’archivio del PCI fino al 1956 e altro, sono stati prescelti per il progetto di informatizzazione comune: 1) l’archivio Gramsci; 2) l’archivio della sezione italiana della III Internazionale; 3) l’archivio Luchino Visconti; 3) la serie fotografica dell’archivio Sibilla Aleramo.
L’archivio Gramsci, soggetto peraltro ad incremento con l’acquisizione già prevista di materiali da fondi privati, comprende i Quaderni, le lettere dal carcere, i carteggi con Sraffa e con Tatiana Schucht, documentazione varia.
Il secondo fondo prescelto, l’archivio della sezione italiana della III internazionale 1917-1940, contiene documentazione talmente preziosa che, pur trattandosi di riproduzioni degli originali conservati in URSS, è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica.
L’archivio di Luchino Visconti comprende materiali databili tra il 1936 e il 1975: corrispondenza, progetti realizzati e non, bozzetti di scena, schizzi per i costumi, fotografie, documenti vari relativi all’attività di Visconti, regista di teatro lirico, di prosa e cinematografico. E’ stata inserita infine la serie fotografica, la parte non riordinata dell’archivio Sibilla Aleramo, che nel complesso copre gli anni 1926-1977.
Il progetto, qui sinteticamente descritto, intende partire da una sperimentazione in Roma con l’idea di inserire in un secondo tempo i rimanenti fondi dei quattro istituti e di estendere successivamente la sperimentazione ad altre istituzioni affini. II programma di intervento prevede il riordinamento con descrizione analitica dei fondi prescelti sull’unità base documento rispettando una uniformità di criteri con l’adozione di una scheda standardizzata. L’elaborazione del software basato sulle conclusioni tratte dall’analisi dei quattro archivi verrà affidata al Consorzio IRIS per la Valorizzazione dei Beni culturali. Il prodotto finale del progetto saranno gli schedari analitici dei vari fondi interrogabili indifferentemente presso ciascuno dei quattro Istituti, con i relativi strumenti per la ricerca (indici autori, antroponimi, toponimi, ecc.) assemblati anche in forma da poter localizzare con una sola ricerca documenti conservati in istituti diversi.
Tutto ciò se lo Stato Italiano ne favorirà l’avvio.
Gabriella Nisticò
Archivio Storico Istituto della Enciclopedia Italiana
P.S. Il progetto non è stato approvato dal Ministero per i Beni Culturali
INFORMAZIONI
La Asociación de Historia Contemporánea
Agli inizi del 1990 è stata fondata una associazione spagnola per la storia contemporanea. A termini dello statuto, sua finalità principale è “stimolare e promuovere la ricerca, l’insegnamento e le pubblicazioni relative al settore scientifico della storia contemporanea, nonché contribuire alla conservazione di ogni tipo di fonte storica”. A questo fine, organizza congressi e colloqui su temi specifici e ogni quattro anni un congresso dell’associazione. E’ previsto che il I congresso si svolga nel 1992 a Salamanca, sul tema “Mezzo secolo di storia (1940-1990)”.
L’associazione pubblica un Bollettino periodico e una Rivista di storia contemporanea, il cui primo numero uscirà nel 1991. Avrà un formato simile a quello di “fast and Present”, ampiezza di circa 200 pagine e cadenza trimestrale. II numero di aprile di ciascun anno sarà dedicato a offrire una immagine di ciò che ha prodotto la ricerca storica nell’anno precedente. Tre articoli saranno dedicati allo studio della storiografia spagnola, europea e americana. La seconda parte sarà dedicata alla critica delle 10/12 opere più significative e a dare più breve notizia delle altre. Gli altri tre fascicoli avranno invece carattere monografico. Ciascun numero avrà un direttore responsabile.
I soci possono essere ordinari e onorari; questi ultimi, proposti dalla giunta per i loro meriti scientifici, godranno di tutti i diritti ma saranno esentati dal pagamento della quota associativa, che per ora è fissata in 5.000 pesatas e in 2.000 per gli studenti. I soci devono devono avere interesse scientifico o professionale nella storia contemporanea. Per essere ammessi occorre essere accettati dalla giunta direttiva, che è eletta dall’assemblea. E’ ammesso il voto per corrispondenza. La giunta è composta da un presidente, due vicepresidenti, un segretario, un tesoriere e quattro membri. Il presidente e il segretario sono scelti dalla giunta. Le cariche durano quattro anni e si rinnovano per metà. Non si può essere eletti per più di due periodi consecutivi.
L’attuale giunta è composta da Miguel Artola, presidente, Juan Pablo Fusi e Ramón Villares, vicepresidenti, Maria Jesús Matilla, segretaria, Teresa Carnero, tesoriera, Francesc Bonamusa, Carles Forcadell, Manuel Gonzáles de Molina e Antonio Rodríguez de las Heras, membri.
La associazione ha sede a Valencia, Avda Blasco Ibanez, 28, Facultad de Geografia e Historia, Departamento de Historia contemporánea.
Presentazione di libri
Per iniziativa della SISSCO e del Dipartimento di Studi Storici dal Medioevo all’Età Contemporanea della Università “La Sapienza” di Roma lo scorso martedì 29 gennaio, alle ore 17,30, Renato Moro ha presentato il libro di Luisa Mangoni In partibus infzdelium, Einaudi 1989. Franco De Felice ha presieduto l’incontro e Luciano Cafagna ha introdotto il dibattito.
Venerdì 15 marzo alle ore 16 in collaborazione tra la SISSCO e il Dipartimento di Scienze Storiche, Archeologiche e Geografiche dell’Università di Catania verranno presentati i seguenti volumi:
B. Baczko, Come uscire dal terrore. Il Termidoro e la Rivoluzione, Milano, Feltrinelli, 1989; S. Luzzato, Il Terrore ricorrente. Memoria e tradizione dell’ esperienza rivoluzionaria, Napoli, Marietti, 1989; P. Viola, Il trono vuoto. La transizione della sovranità nella rivoluzione francese, Torino, Einaudi, 1989.
Presiederà la riunione il preside della Facoltà di Lettere prof. Giuseppe Giarrizzo. I volumi saranno presentati da Antonio de Francesco (Università di Catania), Ernesto Galli della Loggia (Università di Perugia), Alfio Signorelli (Università di Catania).
Nel corso della riunione saranno anche illustrate le attività e le finalità della Sissco.
I temi di storia contemporanea ai concorsi pubblici
(a cura di Angelo Gaudio)
Ci proponiamo di fornire informazioni sulla presenza di temi di Storia Contemporanea nei concorsi pubblici. Iniziamo in questo numero con alcune informazioni relative agli ultimi concorsi in tre istituzioni.
Camera dei deputati
Concorsi a posti di ‘consigliere parlamentare’
1986
La politica italiana dal centrismo degasperiano al primo governo di centro-sinistra.
1987
L’introduzione del suffragio universale in Italia, con particolare riferimento alla legge elettorale del 1912 e all’estensione del voto all’elettorato femminile nel 1945.
Senato della Repubblica
Concorsi a posti di ‘Referendario parlamentare’
1985
Si fanno solitamente risalire alla seconda metà dell’ottocento gli inizi di quelle profonde trasformazioni strutturali che favoriscono il passaggio da una Europa con una popolazione prevalentemente rurale ad un’Europa con una popolazione urbanoindustriale.
Fra i fattori che incisero in questo passaggio è la crisi dell’agricoltura di fine secolo, gli ‘anni neri della nostra economia, come furono detti, e con la crisi agraria il fenomeno dell’emigrazione transoceanica.
Descrivete questa fase di passaggio della nostra vita economica, con particolare riguardo al vasto problema dell’emigrazione.
1986
L’Italia dal 1945 al 1950: problemi ed aspetti della ricostruzione economica nel nuovo quadro politico-istituzionale.
Ministero degli Affari Esteri
Concorsi a posti di “Volontario” nella carriera direttiva diplomatica
1985
La politica estera italiana dal 1870 al 1915: i fatti, gli uomini, gli interessi, le idee.
1986
Il sistema bismarckiano: problemi politici e sviluppo delle formule diplomatiche.
1987
L’affermazione del ruolo preponderante degli Stati Uniti d’America nel mondo occidentale dopo il 1944 ed i suoi limiti.
1988
La posizione internazionale dell’Italia dalla caduta del fascismo al Trattato di Pace
1989 La politica estera della Francia dopo la seconda guerra mondiale.
Bibliografia delle tesi di dottorato di argomento storicocontemporaneo (426 KB)
L’elenco contiene le tesi depositate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze al 31 dicembre 1990. Le informazioni sulle aree di dottorato, sulle sedi amministrative e sugli anni in cui il corso è stato completato, sono state desunte dai frontespizi delle tesi.
Come pub essere notato, in alcuni casi tali informazioni mancano. Nel caso degli anni, in mancanza di altre indicazioni è stato riportato l’anno di deposito presso la Biblioteca ed è stato aggiunto un asterisco. Si auspica che in futuro i frontespizi delle tesi depositate riportino dati completi, facilitando cos? anche l’opera di schedatura da parte degli addetti delle Biblioteche Centrali.
Giuseppe Lauricella


I nostri soci al 28/2/91
Dott. Aurelio Alaimo dottore di ricerca
Pro£ Franco Amatori professore associato Università di Ancona
Dott. Francesca Anania dottore
Pro£ Franco Andreucci professore associato Università di Pisa
Prof. Antonio Armino professore associato Università di Firenze
Prof. Giuseppe Are professore ordinario Università di Pisa
Prof Angiolina Arru professore associato Istituto Universitario Orientale di Napoli
Dott. Alberto Banti dottore di ricerca professore scuola media superiore
Prof. Giuseppe Barone professore associato Università di Palermo
Dott. Fabio Bertini dottore di ricerca professore di scuola media superiore
Prof Piero Bevilacqua professore associato Università di Roma La Sapienza
Dott. Mariapia Bigaran dottorando professore scuola media superiore
Dott. Francesco Bonini ricercatore CNR NATO
Pro£ Luciano Cafagna professore ordinario Università di Pisa
Prof Giuseppe Calcagno professore associato Università di Bologna
Dott.Luciana Caminiti ricercatrice Università di Messina
Dott. Fulvio Cammarano dottore di ricerca
Dott. Valeria Camporesi dottore di ricerca
Dott. Vittorio Cappelli professore di scuola media superiore
Prof. Alberto Caracciolo professore ordinario Università di Roma La Sapienza
Prof Valerio Castronovo professore ordinario Università di Torino
Dott. Marina Cattaruzza ricercatore Università di Trieste
Prof. Zeffiro Ciuffoletti professore ordinario Università di Firenze
Dott. Giuseppe Civile ricercatore Università di Napoli
Dott. Giovanni Contini, Sovrintendenza Archivistica per la Toscana
Prof. Paul Corner professore ordinario Università di Siena
Dott. Guido Crainz ricercatore Università di Teramo
Dott. Leandra D’Antone ricercatrice Università di Roma La Sapienza
Dott. Costanza D’Elia ricercatrice CNR -Napoli
Prof. Alberto De Bernardi professore associato Università di Torino
Prof. Andreina De Clementi professore associato Istituto Universitario Orientale, Napoli
Prof. Franco De Felice professore ordinario Università di Roma La Sapienza
Dott. Fulvio De Giorgi ricercatore Università Cattolica del S.Cuore, Milano
Prof. Gabriele De Rosa professore ordinario Università di Roma La Sapienza
Prof. Tommaso Detti professore ordinario Università di Siena
Dott. Paola Di Cori ricercatore Università di Urbino
Dott. Carmine Donzelli, IMES
Prof. D.W. Ellwood professore associato Università di Bologna
Prof. Ester Fano professore associato Università di Roma La Sapienza
Dott. Ida Fazio dottore di ricerca
Dott. Giovanni Federico ricercatore Università di Pisa
Prof. Emilio Franzina professore associato Università di Verona
Prof Paolo Frascani professore ordinario Istituto Universitario Orientale, Napoli
Dott. Carlo Fumian ricercatore Università di Padova
Dott. Dianella Gagliani ricercatore, Università di Bologna
Prof. Nicola Gallerano professore associato Università di Trieste
Prof Ernesto Galli Della Loggia professore ordinario, Università di Perugia
Dott. Angelo Gaudio dottore di ricerca
Dott. Giuliana Gemelli ricercatore, Università di Bologna
Prof. Lorenzo Gestri professore associato Università di Pisa
Dott. Ellen Ginzburg Università di Trieste
Dott. Luciano Granozzi ricercatore, Università di Catania
Dott. Gabriella Gribaudi ricercatore, Università di Napoli
Prof Mario Isnenghi professore ordinario Università di Torino
Dott. Vito Labita dottore in storia
Prof. Silvio Lanaro professore ordinario Università di Teramo
Dott. Simona Laudani ricercatore Università di Catania
Prof. Adrian Lyttelton professore ordinario Università di Pisa
Pro£ Paolo Macry professore ordinario Università di Napoli
Prof. Adele Maiello professore associato Università di Genova
Prof. Maria Malatesta professore associato Università di Bologna
Dott. Rosario Mangiameli ricercatore Università di Catania
Pro£ Luisa Mangoni professore associato Università di Venezia
Dott. Brunello Mantelli dottorando
Prof. Marcella Marmo professore associato Istituto Universitario Orientale, Napoli
Prof. Luigi Macella professore associato Università di Bari
Prof. Filippo Mazzonis professore associato Università di Teramo
Prof. Piero Melograni professore ordinario, Università di Perugia
Dott. Marco Meriggi ricercatore, Università di Trento
Prof.. Stefano Merli professore ordinario Università di Milano
Prof. Aldino Monti professore associato Università di Bologna
Dott. Giovanni Montroni ricercatore, Università di Napoli
Prof. Cesare Mozzarelli professore ordinario Università di Trento
Dott.Luigi Musella dottore di ricerca
Dott. Stefano Musso insegnante di Storia
Dott. Michela Nacci ricercatore, Università dell’Aquila
Prof. Vera Negri Zamagni professore ordinario, Università di Cassino
Prof. Giacomina Nenci professore associato, Università di Perugia
Dott. Gabriella Nisticò Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma
Dott.Simonetta Ortaggi ricercatore Università di Trieste
Dott. Chiara Ottaviano Studio Cliomedia, Torino
Prof Leonardo Paggi professore associato Università di Modena
Prof. Luisa Passerini professore associato Università di Torino
Prof. Claudio Pavone professore associato Università di Pisa
Dott. Alessandra Pescarolo dottore di ricerca
Prof. Paolo Pezzino professore associato Università di Pisa
Dott. Maria Serena Piretti ricercatore Università di Bologna
Dott. Alessandro Polsi ricercatore Scuola Normale Superiore, Pisa
Prof. Paolo Pombeni professore ordinario Università di Bologna
Dott. Alberto Preti ricercatore Università di Bologna
Prof. Giovanna Procacci professore associato Università di Modena
Dott. Gaetano Quagliarello ricercatore Università dell’Aquila
Pro£ Guido Quazza professore ordinario Università di Torino
Dott. Giovanni Raffaele ricercatore Università di Messina
Prof. Gabriele Ramato professore associato Università di Pisa
Dott. Maurizio Ridolfi dottore di ricerca
Prof. Giorgio Rochat professore ordinario Università di Torino
Prof. Raffaele Romanelli professore associato Università di Pisa
Prof Anna Rossi Doria professore a contratto Università della Calabria
Dott. Paride Rugafiori ricercatore Università di Torino
Prof. Fabio Rugge professore ordinario Università di Trento
Dott. Maria Grazia Ruggerini cooperativa LENOVE, Reggio Emilia
Prof. Giovanni Sabbatucci professore ordinario Università di Macerata
Prof Mariuccia Salvati professore associato Università di Bologna
Prof Biagio Salvemini professore associato Università di Bari
Pro£ Giulio Sapelli professore ordinario Università di Milano
Dott. Laura Savelli ricercatore Università di Pisa
Dott. Mirella Scardozzi ricercatore Università di Pisa
Prof. Luciano Segreto professore associato Università di Ancona
Prof Alfio Signorelli professore associato Università di Catania
Prof. Gianni Sofri professore associato Università di Bologna
Prof. Simonetta Soldani professore associato Università di Firenze
Dott. Carlotta Sorba dottorando
Pro£ Giuseppe Talamo professore ordinario Università di Roma La Sapienza
Dott. Fiorenza Tarozzi ricercatore Università di Bologna
Prof. Arnaldo Testi professore associato Università di Macerata
Dott. Bruno Tobia ricercatore Università di Roma, La Sapienza
Prof. Nicola Tranfaglia professore ordinario Università di Torino
Prof. Gabriele Turi professore ordinario Università di Firenze
Prof. Maurizio Vaudagna professore associato Università di Torino
Pro£ Dando Veneruso professore ordinario Università di Genova
Prof. Eligio Vitale professore associato Università dell’Aquila
Prof. Luciano Zani professore associato Università di Camerino