Sabato 18 marzo, alle 11.00, a Roma, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea (Via Michelangelo Caetani, 32)
INCONTRO SUL TEMA “LA STORIA DEL POLICLINICO UMBERTO I: QUANDO SCIENZA E CARITÀ SI DIEDERO APPUNTAMENTO A ROMA”
a cura di Luca Borghi
Nell’ambito del ciclo Educare alla città: luoghi e temi della scienza, organizzato dalla Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, in collaborazione con il Dipartimento Storia Culture religioni della Sapienza Università di Roma e la Biblioteca di storia moderna e contemporanea
Fin dai primissimi anni di Roma capitale, il grande clinico Guido Baccelli (1830-1916) sognava di dotare la città di un nuovo grande ospedale costruito ex-novo secondo le più avanzate tendenze dell’epoca in fatto di architettura sanitaria. Ma solo il 19 gennaio 1888 poté aver luogo la solenne cerimonia di posa della prima pietra, proprio nei giorni in cui, dall’altra parte del Tevere, iniziavano le celebrazioni per il giubileo sacerdotale di Leone XIII.
Baccelli riuscì a organizzare le cose in grande stile e a presiedere la cerimonia furono il Re Umberto – al quale si era già deciso di intitolare il nuovo grande ospedale universitario romano – e la Regina Margherita, alla presenza del Principe di Napoli (il futuro Re Vittorio Emanuele III, allora diciottenne), di molti Ministri, parlamentari, professori e funzionari pubblici. In una ricostruzione di quell’evento, pubblicata nel 1894, si racconterà: “Guido Baccelli, a cui spettava l’onore di ricevere gli augusti personaggi, così salutò i Sovrani d’Italia: (…) A Voi dunque spetta o Sire, (…) porre la prima pietra di questo grande istituto, a Voi decorarlo del vostro nome, perché qui verranno i derelitti della fortuna, a sentire gli effetti benefici di quell’amplesso immortale che si daranno nel vostro nome augusto la Scienza e la Carità. (…) Mentre la pietra, spalmata di calce da Re Umberto, calava nella fossa preparata a custodirla (…) dalla circostante immensa folla, composta per la maggior parte di medici e di studenti universitari, si elevavano entusiastiche grida plaudenti alla nobile istituzione e bene auguranti al prospero suo avvenire”.
C’è però un significativo particolare che, assente nei resoconti ufficiali, viene però registrato dal corrispondente del British Medical Journal. Il Re, rispondendo al saluto rivoltogli da Baccelli, pare puntualizzasse che “per quanto gratificante potesse essere quell’occasione, sarebbe stato per lui un giorno più felice quello in cui, completato l’edificio, vi avrebbe potuto visitare i malati”. A parte forse l’involontaria ironia del Re piemontese nei confronti dei ritmi di lavoro romani, i lavori del Policlinico si sarebbero protratti così a lungo che egli non avrebbe fatto in tempo a vederli conclusi.
L’inaugurazione ufficiale del nuovo Policlinico poté avvenire, infatti, solo nell’aprile del 1906, in occasione del giubileo universitario di Baccelli e alla presenza del nuovo Re Vittorio Emanuele III. Ciò che precedette, accompagnò e seguì queste due cerimonie è una lunga storia di sanità, di scienza, di arte, di archeologia, di politica e… di romanità, che merita di essere raccontata.
Luca Borghi (Bologna, 1962) insegna Storia della Medicina all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Nel medesimo Ateneo è membro della giunta direttiva dell’Istituto di Filosofia dell’Agire Scientifico e Tecnologico (FAST). Partito dalla filosofia della scienza e dalla bioetica, è approdato alla storia delle discipline biomediche e s’interessa particolarmente alle tracce materiali lasciate da tale storia: nei luoghi, nei libri e negli strumenti antichi cerca indicazioni sul modo di essere degli uomini e delle donne che di quella storia sono stati i protagonisti. Ha promosso e coordina il progetto “Himetop – The History of Medicine Topographical Database” (himetop.net), una base di dati internazionale ad accesso libero e a sviluppo partecipativo, che ha lo scopo di localizzare, descrivere e valorizzare i luoghi della storia della medicina e della sanità. Tra le sue pubblicazioni: Umori. Il fattore umano nella storia delle discipline biomediche (SEU, 2012); con Antonio Infante, Ai bambini e ai fiori, lo splendore del sole. Il ruolo dell’Istituto Gaslini nella storia della pediatria (Rizzoli, 2015); Il medico di Roma. Vita, morte e miracoli di Guido Baccelli (1830-1916) (Armando, 2015).