Venerdì 22 marzo 2019, alle ore 17.00, presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea
(Palazzo Mattei di Giove – Via Michelangelo Caetani 32, Roma), in collaborazione con l’Archivio di Stato di Roma e l’Istituto Storico Italiano per l’età Moderna e Contemporanea, sarà presentato il volume L’archivio del mondo. Quando Napoleone confiscò la storia, di Maria Pia onato, Laterza, 2019. Saluti: Patrizia Rusciani, Raffaele Pittella. Intervengono: Domenico Rocciolo, Francesca Sofia, Simona Troilo. Coordina: Erminia Irace. Sarà presente l’autrice.
All’inizio dell’Ottocento, Napoleone conquistava l’Europa. E mentre l’impero si estendeva fino alla
Vistola e al Danubio, prese forma il progetto di trasferire a Parigi gli archivi più importanti dei paesi
annessi e degli Stati satelliti: un Archivio del Mondo, che sotto l’astro di Bonaparte avrebbe riunito
le testimonianze scritte della civiltà. Parigi sarebbe diventata la capitale della Storia.
Una gigantesca impresa di confisca degli archivi fu dunque avviata nel 1809 in tutta Europa. Decine
di funzionari, uomini di lettere, gendarmi, operai furono mobilitati. Con la Restaurazione i documenti ripresero (quasi tutti) la via del ritorno, a suggellare il nuovo ordine emerso dal Congresso di Vienna e la nascente Europa delle nazioni.
Questo libro racconta un’impresa titanica, forse la più folle tentata da Napoleone e da un impero in
cerca di radici. Un grande sogno che nasceva dalla consapevolezza che chi possiede gli archivi,
possiede la Storia. E chi possiede la Storia, controlla la visione del futuro.
Una impresa che oggi, nel mondo digitale, può apparire come una curiosità da relegare a un remotissimo passato in cui si facevano le guerre per possedere atti e pergamene.
In realtà, non è così. I furti di documenti sono ancora una modalità delle dittature, del conflitto etnico e confessionale. Di più: possedere l’informazione, governare la narrazione storica è questione più che mai aperta.