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Comunicato del LANDIS

(16 novembre 2000)
Napoli, 16 novembre 2000
Ai Direttori dei giornali:
La Repubblica
La Stampa
Il Corriere della Sera
Il Manifesto
Avvenimenti
Gentile Direttore,
la strabiliante vicenda della mozione votata dalla maggioranza nella Regione Lazio mi ha indotta a prendere la parola, ed a guardarmi intorno per condividere con altri (quanti?) lo sdegno. Ho mandato un documento via e-mail ad alcuni amici.
Sono cinque giorni (e cinque notti) che ricevo adesioni, anche da persone mai conosciute, da tutta Italia, dall’Inghilterra, dagli USA, dall’Albania, perfino da Tashkent: gli amici hanno contattato altri, e questi ancora altri. Le risposte vanno dalla semplice comunicazione della firma a lettere più articolate. Uno propone di segnalare a Storace che bisogna stare attenti anche ai libri di matematica, che parlano di “tangenti” (longa manus comunista del Pool di Milano?), altri si dicono sbalorditi e indignati, molti firmano con la consapevolezza che gli “appelli non bastano, ma intanto anche questi sono necessari”.
Un’edicolante di Bologna mi scrive: ” La mia edicola è posta nelle vicinanze di una scuola. Un’insegnante mi ha parlato della Sua bella iniziativa. Vorrei provare a raccogliere qualche firma anch’io. Se mi aspetta, mi impegno a farLe avere tutte le mie firme entro ven. 17/11 o al più tardi sab.18/11″.
Arriveranno.
In cinque giorni ho raccolto circa 1200 adesioni, e alcune di queste si riferiscono ad organismi collettivi, ma sono contate per una.
Certo, il problema è complesso, e può dar luogo a lunghe analisi, ma nessuno che s’intenda seriamente di storia sostiene che la storiografia possa essere considerata al di sopra delle parti, oggettiva, neutrale. E ciò che ogni docente democratico sottoscrive è una vecchia frase del “comunista” Voltaire: Non sono d’accordo con te, ma combatterò tutta la vita per il tuo diritto a non essere d’accordo con me. E infatti per decenni abbiamo tollerato i fascisti, in parlamento e nel paese.
Sono presidente del LANDIS, Laboratorio per la didattica della Storia di Bologna, ma in questo momento ritengo che, al di là delle pur importanti riflessioni sull’insegnamento della storia e sulla storiografia, debba allarmarci che qualcuno, che ha raccolto tanti consensi elettorali, possa pensare che in Italia sia giunto il tempo di strappare la matrice stessa del patto che ci rende Stato. Qui non si tratta del passato, ma del nostro presente, e del futuro. E, come sempre, per forzare il presente bisogna porre sotto controllo la lettura del passato.
Siamo in molti, di varie appartenenze, ad avere ancora la forza di indignarci.
Spedisco il documento con le adesioni, proponendomi di mandare anche le altre che arriveranno. Custodisco tutti gli indirizzi, i dati anagrafici, e sono altrettanto custoditi tutti gli elenchi con le firme autografe.
Fiduciosa nella pubblicazione del documento, e delle firme, porgo cordiali saluti.

Prof.ssa Aurora Delmonaco
Presidente LANDIS