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De Lorenzo 2002

PROBLEMI DI MISURA: INDICATORI SOCIALI ED ECONOMICI NELLA STORIA DEL MEZZOGIORNO (sec. XVIII-XX)

Area 11 – scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

Coordinatore

   

RENATA DE LORENZO

     

Titolo della Ricerca

   

PROBLEMI DI MISURA: INDICATORI SOCIALI ED ECONOMICI NELLA STORIA DEL MEZZOGIORNO (SEC. XVIII-XX)

     

Finanziamento assegnato

   

98000 Euro

     

Rd+Ra

   

53900 Euro (dichiarata all’atto della domanda)   

     

Durata

   

24 mesi

     

 Obiettivo della Ricerca

La ricerca riunisce studiosi che si occupano di storia istituzionale, economica e sociale del Mezzogiorno in età moderna e contemporanea, la maggior parte dei quali aspira a verificare i risultati in un’area regionale.
Se questo è l’aspetto aggregante più evidente, in linea con le scelte di dimensioni di analisi predilette dalla storiografia italiana da alcuni decenni, in realtà la comune ambizione, su cui si ritiene consista anche la novità del progetto, è altra: cercare una nuova chiave di lettura di processi anche già studiati, di vederli cioè come “problemi di misura”.
Con tale espressione si intende la individuazione di indicatori sociali ed economici da seguire a partire dal sec. XVIII, per inquadrare fenomeni che sembrano per la loro stessa natura essere invece difficilmente inseribili in confini e in delimitazioni evidenti. Pur essendo molti degli studiosi esperti di problemi catastali e quindi di tecnologie di misurazione del suolo, l’ uso di parametri e fonti fiscali, statistici, ha significato perché implica problematiche di altro tipo, politiche, sociali, finanziarie ed economiche.
Lo scopo del progetto è quindi far diventare centrale un aspetto “tecnico”, di solito presente in forma ancillare, come supporto a storie diversificate, ma ampliandone il campo semantico. Collaudata base scientifica di questa metodologia è nella Rivista “Histoire et mesure”, nella quale si sperimentano approcci storiografici di “misura” di dati fisici, geografici, ma anche mentali e comportamentali.
Ad evitare il rischio di una frammentazione di temi e di analisi, le unità di ricerca si sono orientate a rappresentare con carte, atlanti, le loro esigenze conoscitive, consapevoli che le moderne tecnologie informatiche consentono rappresentazioni sia di fenomeni fisico-geografici che di processi socio-politici.
La “misura “, come chiave di lettura della storia del Mezzogiorno, si concentrerà su:
– finanza pubblica e fiscalità, correlazioni economia-fiscalità, rapporto comunità-governo, produzione –tassazione della ricchezza e prospettiva politico-istituzionale
– aspetto ambientale paesaggistico in rapporto al settore primario
– aspetto ambientale-paesaggistico in rapporto allo stato e all’inquadramento amministrativo del territorio
– riflessi sociali delle trasformazioni ambientali
– economia urbana e rurale
– cartografia
Gli indicatori sociali ed economici utili alla ricerca sono identificabili in:
– scelte dello Stato tra gruppi pressione e ceti emergenti, verificabile dalla prima metà del sec. XVIII, con l’introduzione del catasto onciario, fino alle decisioni urbanistiche e di ristrutturazione amministrativa del secolo XX, colla creazione di nuove province da parte del fascismo
– i rapporti di forza locali nel determinare le scelte di crescita sociale e di trasformazione del territorio, verificati attraverso la concreta applicazione delle leggi
– la ricchezza imponibile come dato che determina le modalità di formazione dei catasti, invertendo il tradizionale approccio al tema
– il rapporto tra le varie modalità di misurazione, sia nell’ambito della loro tipologia (l’onciario con i catasti del primo settecento, il murattiano con l’onciario, il catasto unitario geometrico-particellare con il preunitario e così via), sia con le fonti statistiche e descrittive di carattere amministrativo
– distribuzione- descrizione delle colture e trasformazione del paesaggio agrario come campi visivi, diacronici e sincronici, in cui leggere anche i cambiamenti ambientali umani

Innovazione rispetto allo stato dell’arte nel campo

La ricerca aspira a leggere la storia del Mezzogiorno nei secoli XVIII-XX attraverso le forme di “misura” adottate da parte dello Stato pre e postunitario.
Essa vuole contribuire alla definizione dell’identità di questa parte del paese attraverso la varietà delle sue regioni e delle loro modificazioni colturali.
Ciò significa individuare alcuni indicatori economici e sociali per la conoscenza del territorio, delle risorse finanziarie e materiali, delle dinamiche amministrative, di tutto ciò che prelude e accompagna gli interventi legislativi.
Essa tende inoltre a considerare non frontiere esterne, ma confini, fisici e mentali; sono questi infatti a darci la percezione sia di aspetti geo-territoriali, che del modo di agire, di pensare.
I quadri territoriali e ambientali dovranno essere riempiti, nell’ambito della ricerca, di descrizione delle colture, dei pascoli e dei boschi, di riferimenti ai circuiti della produzione e del mercato, ma anche di riferimenti a leggi, discussioni politiche, interventi pubblici, in un ambito diacronico che faccia percepire, col supporto cartografico, le trasformazioni complessive delle zone prese in esame.
“Misura” è quindi sia il tradizionale inquadramento dei limiti e dei confini di uno spazio geografico, sia la costruzione di esso come frutto di varie esigenze (fiscali, amministrative, demografiche, statistiche, colturali, ecc..)
Per coniugare i molti aspetti che confluiscono in queste operazioni il progetto aspira, per alcune regioni e province di Campania, Puglia, Molise, Abruzzi, a produrre carte di un Atlante storico che visualizzino la varietà dei fenomeni presi in considerazione. Esse dovranno essere un prototipo di carte tematiche incrociate, tramite GIS, che possa essere utilizzato anche per altre regioni.

Criteri di verificabilità

1) – Verificare la capacità delle unità di gestire sia la metodologia che l’aspetto tecnologico-informatico, interrogando con nuove problematiche anche le fonti note e dando un quadro più articolato delle realtà regionali.

– –

2) Verificare il prodotto cartografico e la sua capacità di dare rappresentazione di fenomeni non solo fisici, ma demografici, sociali, ecc.. , tramite GIS.

3) Valutare la quantità e qualità dei dati selezionati e la novità del contributo come prototipo applicabile ad altre aree regionali, oltre quelle oggetto della ricerca.

4) Giudicare il carattere unitario della ricerca realizzata, centrata sul significato della “misura” come parametro interpretativo di percorsi talora diversi per scelte di campo e ambito cronologico

Unità di Ricerca

1]  Unità di       Università degli Studi di NAPOLI “Federico II”

     Responsabile Renata DE LORENZO

     Rd+Ra      10900 Euro (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   22900 Euro

 

     Compito

     

Questa unità di ricerca si propone si propone di analizzare il territorio facendo interagire dimensioni e prospettive di solito gestite autonomamente dagli studiosi, come quelle della storia dell’agricoltura e della storia dell’amministrazione, focalizzando l’attenzione su una dimensione regionale.
Nel tentativo di far dialogare i due campi tiene presente lo stato degli studi.
Dopo la pubblicazione della “Storia dell’agricoltura italiana”, a cura di P. Bevilacqua, Marsilio, Venezia 1989-1991, il paesaggio agrario ha perso la connotazione naturistica per riempirsi di uomini, insediamenti, strutture, con conseguenti processi sociali ed economici. D’altra parte la storia dell’amministrazione non può più identificarsi col solo aspetto istituzionale e chiede una verifica sul campo delle conseguenze della creazione di circoscrizioni, distretti, province, regioni sulla vita quotidiana e sulle modalità di crescita dei comparti territoriali.
L’unità di ricerca aspira a creare carte delle colture e carte amministrative come momento finale, tramite GIS (software per la gestione di dati spaziali), sulla base di fonti diversificate: fiscali, descrittive,statistiche e amministrative in senso lato, prima e dopo il 1860.
In particolare per il primo aspetto si tenterà di valorizzare i catasti,dal “murattiano” a quello geometrico particellare di fine ‘800-inizio ‘900, per la conoscenza delle distribuzione delle colture. Essi, presenti negli archivi provinciali della Campania, contengono quadri riassuntivi con la descrizione della destinazione del suolo coltivato e non, la sua misurazione e la sua valutazione sotto il profilo della rendita. Questa documentazione è stata già valorizzata dal coordinatore scientifico, nonostante i limiti noti di una fonte fiscale, ma finora non si è mai proceduto ad una mappatura completa di una zona strutturata sotto il profilo amministrativo. Ci si è in realtà limitati allo studio di singoli casi usando il catasto a supporto di ricerche diversamente finalizzate. Si aggiunga la possibilità di utilizzare gli annessi elenchi dei proprietari di ogni comune, con relativa rendita, e gli stati di sezione preparatori alla redazione del catasto stesso, disponibili solo per alcune zone: la loro acquisizione in un database, sperimentata già in alcune tesi di laurea, potrebbe dar luogo ad una finora mai tentata mappatura della proprietà in comuni-campione.
Per il secondo aspetto si intende rivisitare le carte dell’epoca, da quelle del Rizzi-Zannoni a quelle del Marzolla, a quelle post 1860 della Società geografica italiana, a quelle militari, che evidenziano frequenti spostamenti di circoscrizioni nello Stato unitario e nel nuovo assetto delle province deciso dal fascismo. Il sovrapporsi di ripartizioni amministrative mette in discussione province storiche, con le loro tradizioni giuridiche, ridiscute il rapporto centro-periferia, ridefinisce spazi, confini. Il modo in cui oggi intendiamo in maniera omogenea gli aggregati territoriali, il più delle volte molto vari al loro interno per conformazione del suolo, vocazioni produttive, mentalità, indica quindi l’esistenza di un lungo processo di costruzione del territorio, che è nostro intento seguire.

2]  Unità di       Università degli Studi di NAPOLI “Federico II”

     Responsabile Alessandra BULGARELLI

     Rd+Ra      1400 Euro (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   2900 Euro

 

     Compito

     

Questa unità di ricerca è imopegnata in una rilettura della vicenda catastale, quale campo i verifica delle tecniche di misurazione della ricchezza imponibile. Prima domanda cui intende rispondere è l’origine del catasto, ma spostando l’indagine sulle ragioni della nascita dell’iniziativa e sulle forze sociali che esercitarono pressioni sul governo dando una motivazione politica all’operazione. A tale scopo occorrerà indagare le istanze in materia di finanza pubblica di questi gruppi di pressione, individuabili nei titolari del debito pubblico e nel patriziato napoletano che per diversi percorsi avevano cognizione dell’articolazione della ricchezza e della società nelle comunità locali e quindi della migliore forma di riparto dell’imposta. Essi tesero a colpire i “benestanti”, precursori della borghesia posidente locale, che sfuggivano al pagamento dell’imposta. Il catasto quindi nasce sulla spinta dei creditori dello stato. Per approfondire questa linea di ricerca si studieranno le forme di accertamento della ricchezza che furono proposte al governo a livello locale periferico, ma anche i documenti dei Parlamenti napoletani, i verbali delle “Piazze” e delle Deputazioni del donativo a livello centrale. Si esamineranno le altre proposte fatte per ripianare la situazione deficitaria delle finanze meridionali, esplorando il fondo Parlamenti dell’Ufficio Municipale di Napoli e i manoscritti delle Biblioteche nazionali di Madrid, Napoli, Vienna. Si paragoneranno inoltre le normative dei catasti settecenteschi con quelle precedenti.

3]  Unità di       Università degli Studi di FOGGIA

     Responsabile Saverio RUSSO

     Rd+Ra      5400 Euro (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   11300 Euro

 

     Compito

     

L’unità di ricerca è impeganta nella produzione di elaborati cartografici. La trasformazione dei dati relativi al paesaggio agrario e alla distribuzione delle colture in carte richiede la soluzione di problemi di metodo, relativamente a standardizzazione, selezione delle quantificazione colturali presenti nelle fonti catastali, dal XIX secolo ai primi anni del Novecento. Le carte da elaborare sono relative alla Puglia, al Molise e alla Basilicata, ma ci si porrà anche il problema di considerarne l’esporatabilità in altre aree.

4]  Unità di       Università degli Studi di LECCE

     Responsabile Anna Lucia DENITTO

     Rd+Ra      36200 Euro (dichiarata all’atto della domanda)

     Finanziamento   60900 Euro

 

     Compito

     

Questa unità si propone di rappresentare l’antica provincia di Terra d’Otranto (attuali province di Lecce, Taranto e Brindisi
attraverso la strumentazione predisposta dalla classe dirigente liberale, cioè inchieste, statistiche, censimenti. Essi sono terreno privilegiato per analizzare i processi di trasformazione economica e sociale e le modificazioni intervenute nell’organizzazione del territorio, sancite anche sul piano amministrativo. Le fonti seriali e quantitative, computerizzate, dovrebbero faremergere processi di differenziazione provinciale emersi fin dall’Ottocento, che porteranno durante il fascismo allo sfaldamento dell’unità amministrativa. Il sorgere nel 1923 della provincia autonoma di Taranto e nel 1927 di quella di Brindisi sono frutto dell’emergere di nuove gerarchie territoriali.
La costruzione di una banca dati relazionale si tarsformerà in un prodotto cartografico che rappresenti l’andamento demografico, l’articolazione socio-professionale, i processi di alfabetizzazione, con flessibilità spaziale e temporale. Il risultato della ricerca potrà trovare applicazione per uno sviluppo dei centri urbani meridionali, essendo utilizzabile da amministratori locali, operatori culturali, economici e turistici, urbanisti.