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Educazione civica. Un’indagine internazionale promuove l’Italia

                    (dal sito http://www.istruzione.it) Roma, 16 marzo 2001
Gli adolescenti italiani sono complessivamente interessati ai temi della convivenza democratica, possiedono un bagaglio di conoscenze di educazione civica che li pone ai primi posti della classifica internazionale, ma sono meno pronti dei loro coetanei stranieri a riconoscere nei rapporti quotidiani il campo di applicazione di questi diritti. E’ questo lo spaccato che emerge dalla Seconda indagine internazionale sulla educazione civica promossa dalla IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) e condotta in Italia dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (CEDE) per l’Italia: obiettivo dell’indagine Ë stata l’analisi e il confronto delle conoscenze e delle abilitý legate all’educazione civica su un campione di circa 90.000 ragazzi quattordicenni di 28 paesi.
Lo studio Ë stato presentato dal ministro della Pubblica istruzione, prof. Tullio De Mauro e dal direttore dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (CEDE), prof. Benedetto Vertecchi.
Introduzione del ministro della Pubblica Istruzione, prof. Tullio De Mauro

Ancora una volta presentiamo oggi la prima partecipazione dell’Italia ad un’indagine comparativa internazionale promossa dalla IEA, che in questa occasione riguarda le conoscenze e le competenze degli studenti di terza media e di primo anno di secondaria in materia di educazione civica. Grazie al lavoro dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (CEDE) stiamo garantendo la nostra presenza costante alle indagine tese a misurare i livelli di apprendimento raggiunti dalla nostra scuola, e a confrontarli con quelli di altri paesi. Per quanto riguarda l’educazione civica i dati sono abbastanza confortanti e la nostra scuola mostra aspetti di grande positivitý.
Illustrazione dei dati da parte del direttore dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (CEDE), prof. Benedetto Vertecchi

La IEA con questa indagine ha inteso appurare sia il livello di conoscenza delle norme che regolano il funzionamento della societý nazionale e delle istituzioni, sia le capacitý dei ragazzi della fascia d’etý tra i 14 e i 15 anni di comprendere ed interpretare le informazioni legate all’educazione civica, sia i loro atteggiamenti di fronte alle principali questioni della convivenza civile (fiducia nelle istituzioni, diritti degli immigrati e delle donne). I dati italiani sono significativamente superiori alla media internazionale, anche rispetto a paesi di antica e radicata tradizione democratica, come l’Inghilterra e la Svezia.
Anche se nella percezione comune si ritiene che l’educazione civica nel nostro sistema scolastico e nell’esperienza di vita dei ragazzi sia un elemento non importante, gli studenti quattordicenni italiani conoscono le caratteristiche generali della democrazia, ma non altrettanto bene le regole del funzionamento del sistema politico-istituzionale italiano.
Molto forte Ë l’interiorizzazione dei principi di uguaglianza nei confronti degli immigrati: il 90% dei quattordicenni Ë d’accordo con il diritto degli immigrati ad usufruire di pari opportunitý di educazione, e il 75% Ë d’accordo con la possibilitý di votare nel paese dove vivono. Oltre l’85% dei ragazzi sostiene la paritý dei diritti politici e sociali di donne e uomini.
I docenti sembrano convinti della necessitý di sviluppare l’educazione civica nel percorso educativo, ma ritengono che la strumentazione didattica non sia adeguata a raggiungere questo obiettivo.
Come abbiamo detto, l’interiorizzazione del concetto di democrazia Ë diffusa fino a che si resta nel campo dei principi generali, ma si attenua quando si passa dai principi al possesso di informazioni specifiche riguardo i meccanismi di funzionamento dello Stato e dell’organizzazione politica e sociale.
I livelli di apprendimento pi˜ alti si raggiungono nei licei, seguiti dagli istituti tecnici, dall’istruzione artistica e dagli istituti professionali. Se l’analisi si centra sulla distribuzione territoriale, i livelli di apprendimento pi˜ alti sono nel Nord est e nel Nord ovest. Tuttavia in nessuno dei due casi si puÚ dire che manchino buone prestazioni degli studenti in alcuni indirizzi scolastici, o in alcune aree del paese, quanto che la presenza di studenti con buoni risultati Ë inferiore a quella di studenti con risultati meno buoni. E anche lý dove i livelli sono pi˜ bassi, essi restano comunque allineati alla media internazionale. Questo significa che le condizioni migliori di apprendimento non sono localizzate in alcune aree del paese, o riservate solo ad alcuni indirizzi di studio, ma sono distribuite in tutto il paese. Questo Ë un dato meno preoccupante rispetto all’eventualitý di avere aree di assoluta eccellenza e aree di evidente depressione dei livelli di apprendimento.
La fiducia dei ragazzi nelle istituzioni Ë molto moderata, con l’eccezione della magistratura (62% dei consensi), della polizia (oltre il 72%) e dei comuni (intorno al 60%). Molto precaria l’affidabilitý dei partiti politici: l’80% degli studenti del primo superiore e il 74% di quelli di terza media dichiara di fidarsene “solo qualche volta” o “mai”; il governo ottiene la fiducia del 50% dei ragazzi del superiore e del 43% dei ragazzi di terza media.
Molto spiccato Ë infine il senso di appartenenza ad un’identitý nazionale: schiacciante la percentuale di coloro che non vorrebbero vivere in un paese diverso dall’Italia (80%) e per circa il 90% dei quattordicenni la bandiera nazionale rappresenta un simbolo importante.